La Finanziaria dimentica le vittime di incidenti sul lavoro o di malattie professionali
Ascoli Piceno | Con la legge finanziaria per il 2007, in una situazione economica ben più complessa di quella attuale, abbiamo comunque preso atto con soddisfazione di alcuni segnali di attenzione, significativi anche se sostanzialmente a costo zero.
di Pietro Mercandelli
Signor Presidente,
con delusione e sconcerto abbiamo rilevato che il disegno di legge finanziaria per il 2008 non contiene alcun provvedimento teso a rendere finalmente giustizia alle vittime di incidenti sul lavoro o di malattie professionali.
Nel corso dei quasi sedici mesi intercorsi dall'insediamento del Governo da Lei presieduto, l'ANMIL ha intrattenuto costanti contatti con il Ministro Damiano e con i Parlamentari delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, raccogliendo sempre una generale condivisione delle problematiche reiteratamente sottoposte e facendo propria la necessità di una loro graduale soluzione, considerate le esigenze di finanza pubblica ed il complesso delle questioni all'attenzione del Governo.
Con la legge finanziaria per il 2007, in una situazione economica ben più complessa di quella attuale, abbiamo comunque preso atto con soddisfazione di alcuni segnali di attenzione, significativi anche se sostanzialmente a costo zero.
I più recenti contatti con il Ministro del Lavoro lasciavano intravedere la possibilità che con la finanziaria 2008 si potessero compiere ulteriori e più tangibili passi nella direzione del ripristino di una efficace tutela per le vittime del lavoro e dei loro familiari, ma il Consiglio dei Ministri ha invece deciso diversamente.
Eppure, risulta davvero difficile smentire i dati divulgati dall'Associazione sul peggioramento complessivo della tutela prevista per le vittime di incidenti sul lavoro o di malattia professionale, anche perché si tratta di dati oggettivi, che fanno riferimento non ad impressioni, ma alla realtà rappresentata dalle tabelle introdotte nel 2000 con lo scopo dichiarato di migliorare le coperture assicurative garantite dall'INAIL. Una realtà che avevamo evidenziato già all'epoca senza essere ascoltati e che, ormai, tutti riconoscono.
L'introduzione della copertura del danno biologico si è risolta in un vantaggio per lo Stato e per le aziende: per lo Stato poiché l'INAIL, tra riduzione delle prestazioni ed aumento dei premi assicurativi pagati dalle aziende, porta nelle casse del Ministero dell'Economia oltre due miliardi di euro l'anno (4.000 miliardi delle vecchie lire) che hanno contribuito fino ad oggi a fronteggiare le esigenze della spesa pubblica; per le aziende, che hanno evitato di dover rispondere in sede giudiziaria alle migliaia di richieste di risarcimento del danno biologico precedentemente non coperto dall'assicurazione pubblica avanzate dai lavoratori infortunati o vittima di malattie professionali.
A rimetterci sono stati coloro che a seguito di infortunio sul lavoro o di malattia professionale si sono ritrovati con invalidità permanenti medie o piccole (se così si possono chiamare), per i quali la nuova normativa si è tradotta in minori indennizzi.
Certamente, abbiamo dato, e diamo, atto a Governo e Parlamento di aver tenuto fede all'impegno di difendere la salute e la vita dei lavoratori, con l'approvazione definitiva di nuove norme per la sicurezza nei luoghi di lavoro e della delega per l'emanazione di un nuovo testo unico in materia.
Tuttavia, la nostra memoria ci ricorda quotidianamente la necessità di garantire ai lavoratori non solo la tutela contro i rischi del lavoro, ma anche quella necessaria ad affrontare nel miglior modo possibile l'infortunio sul lavoro o la malattia professionale. Dunque, plauso a Governo e Parlamento per quanto hanno fatto sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro, ma lo stesso impegno, la stessa attenzione, dovrebbero essere spesi anche sul fronte della tutela delle vittime del lavoro.
Lo ripetiamo da talmente tanto tempo che ormai si tratta di un'esigenza riconosciuta da tutti e ampiamente condivisa anche dal Ministro del Lavoro, però senza che si arrivi ad atti concreti per consentire ad un lavoratore che ha subito un grave incidente sul lavoro di ricevere la pensione di inabilità, come invece è possibile ad un cittadino vittima di un grave incidente stradale, oppure per riconoscere ai trattamenti INAIL gli stessi meccanismi di adeguamento periodico riconosciuti ad ogni altra prestazione, visto che sono bloccati da "solo" sette anni, o, infine, per assicurare alle vittime del lavoro un equo risarcimento del danno subito ed un percorso che consenta loro di riconquistare un proprio ruolo familiare, sociale e lavorativo.
Tra pochi giorni, il 14 ottobre, l'Associazione celebrerà in tutta Italia la 57ª Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituzionalizzata nel 1998 con un Suo decreto. Avevamo sperato di poter celebrare un momento così importante raccogliendo un segnale di attenzione dal Governo, ma allo stato attuale soltanto un Suo autorevole intervento potrebbe realizzare questa aspettativa.
Sono dunque a chiederLe di concedere un urgente incontro ad una ristretta rappresentanza dell'Associazione allo scopo di illustrarLe meglio i problemi esposti, verificando la possibilità che alcuni di loro possano trovare soluzione nel corso dell'iter parlamentare del disegno di legge finanziaria 2008.
Distinti saluti.
con delusione e sconcerto abbiamo rilevato che il disegno di legge finanziaria per il 2008 non contiene alcun provvedimento teso a rendere finalmente giustizia alle vittime di incidenti sul lavoro o di malattie professionali.
Nel corso dei quasi sedici mesi intercorsi dall'insediamento del Governo da Lei presieduto, l'ANMIL ha intrattenuto costanti contatti con il Ministro Damiano e con i Parlamentari delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, raccogliendo sempre una generale condivisione delle problematiche reiteratamente sottoposte e facendo propria la necessità di una loro graduale soluzione, considerate le esigenze di finanza pubblica ed il complesso delle questioni all'attenzione del Governo.
Con la legge finanziaria per il 2007, in una situazione economica ben più complessa di quella attuale, abbiamo comunque preso atto con soddisfazione di alcuni segnali di attenzione, significativi anche se sostanzialmente a costo zero.
I più recenti contatti con il Ministro del Lavoro lasciavano intravedere la possibilità che con la finanziaria 2008 si potessero compiere ulteriori e più tangibili passi nella direzione del ripristino di una efficace tutela per le vittime del lavoro e dei loro familiari, ma il Consiglio dei Ministri ha invece deciso diversamente.
Eppure, risulta davvero difficile smentire i dati divulgati dall'Associazione sul peggioramento complessivo della tutela prevista per le vittime di incidenti sul lavoro o di malattia professionale, anche perché si tratta di dati oggettivi, che fanno riferimento non ad impressioni, ma alla realtà rappresentata dalle tabelle introdotte nel 2000 con lo scopo dichiarato di migliorare le coperture assicurative garantite dall'INAIL. Una realtà che avevamo evidenziato già all'epoca senza essere ascoltati e che, ormai, tutti riconoscono.
L'introduzione della copertura del danno biologico si è risolta in un vantaggio per lo Stato e per le aziende: per lo Stato poiché l'INAIL, tra riduzione delle prestazioni ed aumento dei premi assicurativi pagati dalle aziende, porta nelle casse del Ministero dell'Economia oltre due miliardi di euro l'anno (4.000 miliardi delle vecchie lire) che hanno contribuito fino ad oggi a fronteggiare le esigenze della spesa pubblica; per le aziende, che hanno evitato di dover rispondere in sede giudiziaria alle migliaia di richieste di risarcimento del danno biologico precedentemente non coperto dall'assicurazione pubblica avanzate dai lavoratori infortunati o vittima di malattie professionali.
A rimetterci sono stati coloro che a seguito di infortunio sul lavoro o di malattia professionale si sono ritrovati con invalidità permanenti medie o piccole (se così si possono chiamare), per i quali la nuova normativa si è tradotta in minori indennizzi.
Certamente, abbiamo dato, e diamo, atto a Governo e Parlamento di aver tenuto fede all'impegno di difendere la salute e la vita dei lavoratori, con l'approvazione definitiva di nuove norme per la sicurezza nei luoghi di lavoro e della delega per l'emanazione di un nuovo testo unico in materia.
Tuttavia, la nostra memoria ci ricorda quotidianamente la necessità di garantire ai lavoratori non solo la tutela contro i rischi del lavoro, ma anche quella necessaria ad affrontare nel miglior modo possibile l'infortunio sul lavoro o la malattia professionale. Dunque, plauso a Governo e Parlamento per quanto hanno fatto sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro, ma lo stesso impegno, la stessa attenzione, dovrebbero essere spesi anche sul fronte della tutela delle vittime del lavoro.
Lo ripetiamo da talmente tanto tempo che ormai si tratta di un'esigenza riconosciuta da tutti e ampiamente condivisa anche dal Ministro del Lavoro, però senza che si arrivi ad atti concreti per consentire ad un lavoratore che ha subito un grave incidente sul lavoro di ricevere la pensione di inabilità, come invece è possibile ad un cittadino vittima di un grave incidente stradale, oppure per riconoscere ai trattamenti INAIL gli stessi meccanismi di adeguamento periodico riconosciuti ad ogni altra prestazione, visto che sono bloccati da "solo" sette anni, o, infine, per assicurare alle vittime del lavoro un equo risarcimento del danno subito ed un percorso che consenta loro di riconquistare un proprio ruolo familiare, sociale e lavorativo.
Tra pochi giorni, il 14 ottobre, l'Associazione celebrerà in tutta Italia la 57ª Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituzionalizzata nel 1998 con un Suo decreto. Avevamo sperato di poter celebrare un momento così importante raccogliendo un segnale di attenzione dal Governo, ma allo stato attuale soltanto un Suo autorevole intervento potrebbe realizzare questa aspettativa.
Sono dunque a chiederLe di concedere un urgente incontro ad una ristretta rappresentanza dell'Associazione allo scopo di illustrarLe meglio i problemi esposti, verificando la possibilità che alcuni di loro possano trovare soluzione nel corso dell'iter parlamentare del disegno di legge finanziaria 2008.
Distinti saluti.
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08/10/2007
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