Novelli invia al sindaco il risultato di una ricognizione sul mercato della verdura della città.
San Benedetto del Tronto | "Il degrado del luogo è forte: non esiste un bagno pubblico dal mercato alla stazione, anche da abitanti locali il mercato coperto viene maltrattato, lo spazio aperto senza vetri prooduce odori ed altri inconvenienti. Ma si può intervenire".
di Renato Novelli
I clienti appartengono a tre categorie maggiori:
1) Anziani del quartiere e del centro. Da notare che alcuni degli anziani più anziani frequentano anche negozi della zona per sedersi e chiacchierare (vedere la nuova macelleria di Felicioni per capire) con negozianti conosciuti.
2) Donne relativamente giovani ed eleganti che appaiono gratificate dal colloquio con le venditrici (soprattutto rapporto donna - donna), impostato come rapporto tra donna anziana che è esperta del mondo della produzione agricola e donna relativamente giovane che cerca nella spesa l'identità di consumatrice consapevole.
3) Volti comuni sambenedettesi di mezza età, soprattutto donne, con minoranza maschile. Questo gruppo frequenta il luogo con un senso simbolico di appartenenza all'identità locale, compiendo anche tragitti relativamente lunghi dalla propria abitazione
4) Turisti che frequentano il mercato occasionalmente come estensione del mercato dei giorni di martedì e venerdì. Per loro il mercato appare essere una delle vetrine, magari la meno rilevante, ma pur sempre vetrina, della città turistica.
Il degrado del luogo è forte: non esiste un bagno pubblico dal mercato alla stazione, anche da abitanti locali il mercato coperto viene maltrattato, lo spazio aperto senza vetri prooduce odori ed altri inconvenienti. Ma si può intervenire.
Esistono le condizioni culturali, sociali,economiche per un rilancio del mercato della verdura come vetrina della storia vissuta di San Benedetto e del rapporto con il paesaggio agricolo circostante.
Ho intervistato produttori biologici di qualità, semplici produttori dalla contrada Ferola alla valle dell'Aso e molti di loro posono ripopolare accanto ai venditori presenti, il mercato.
Trasformare l'attuale mercato in un centro di vendita di filiera corta, di prodotti di qualità dell'area attraverso iniziative è possibile. Per esempio un centro in giorni fissi di rilancio del vino sfuso di qualità avrebbe successo quasi certo. Altri prodotti particolari possono avere giornate speciali. Come si fa nei centri la Fayette a Parigi e Berlino.
L'amministrazione ha la possibilità di produrre un progetto più preciso e organizzare la gestione del luogo come centro di iniziative. Può trovare queste professionalità nel tessuto della società locale.
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15/09/2007
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