Per fortuna la politica parla di spiaggia, da sinistra a destra, senza peli sulla lingua. C'è da augurarsi che il dibattito prosegua e coinvolga sempre più soggetti, perché quando si esprimono idee si arricchisce il confronto.

C'è una cosa però che non riesco a trattenere dentro.
Un quesito, una richiesta di chiarimento, una curiosità, più semplicemente una domanda: SANARE UN ABUSO EDILIZIO E' UN BENE O E' SEMPRE UN MALE?

Potrà apparire una domanda banale, ma scongiuro i politici a rispondere pronunciandosi in merito alla questione.

Tutti, a grandi linee, conoscono la procedura: si presenta una richiesta di sanatoria dell'abuso, si valuta se l'abuso è sanabile o meno, si respinge la richiesta o si autorizza ora per allora.
Ebbene si, perché ci sono opere che non risultano autorizzabili (e pertanto non sanabili se realizzate abusivamente) e ci sono opere per le quali non è mai stata fatta richiesta di autorizzazione pur essendo realizzabili.

Il mio amico ingegnere mi ha detto che il vero "purista" non fa richiesta di sanatoria anche se l'opera abusiva fosse stata realizzabile all'origine. Però, il Politico, che pare debba avere una particolare morale tutta sua, come deve comportarsi?

Che bello se un giorno di questi, mentre avidamente mangio il mio cornetto al bar sfogliando i giornali, oppure mentre sono in navigazione su Internet a curiosare qua e là, trovassi una risposta a questo lancinante dubbio.

Se poi a darmela fosse un Verde rischierei l'orgasmo cerebrale.