"Cavalcata, sei bellissima, ma devi ritrovare le tue radici"
Fermo | Catà: "Il Palio dell'Assunta è uno dei più antichi d'Italia, ma serve un salto culturale, bisogna recuperare la tradizione della Vergine assunta in cielo, il verso senso della manifestazione"
di Cesare Catà, scrittore e filosofo

Cesare Catà
Il bellissimo spettacolo sull'Inferno dantesco, presentato dalla Compagnia dei Folli mercoledì sera in Piazza del Popolo, con cui si è inaugurata la Cavalcata dell'Assunta, induce a una riflessione sull'evento culturale della Cavalcata Fermana. Quello spettacolo, infatti, pur di straordinaria bellezza, possiede pochi o nulli legami (se non vagamente storici) con la Cavalcata per la Vergine Assunta. In questo modo, si rischia che la Cavalcata sia inserita in un contenitore di eventi più grande, perdendo di senso e rilievo; quando invece dovrebbe essere il contrario: la Cavalcata cioè dovrebbe essere intesa come grande contenitore di manifestazioni, ad essa collegate.
La Cavalcata dell'Assunta di Fermo, giunta quest'anno alla sua ventiseiesima edizione moderna, non è soltanto l'evento portante dell'estate culturale fermana. E' anche, e prima di tutto, una rievocazione: cioè un richiamare (ri-evocare) un passato, affinché questo dica qualcosa alle nostre vite presenti. E il passato che qui si intende rievocare è quello, appunto, della Celebrazione in onore della Vergine Maria Assunta in Cielo.
Oggi, grazie al mirabile sforzo di tutto lo staff che si adopera con passione per la Cavalcata, e grazie alla sapiente perizia del regista Gianni Nardoni, la riproposizione moderna della Cavalcata sembra arrivata a un apice di ammirabile perfezione formale. Ma questo non basta. Occorre un salto culturale, che riporti la Celebrazione alle sue radici storiche, culturali, religiose e politiche.
La Cavalcata dell'Assunta era una festa popolare in onore della Vergine, atta a celebrare il culto mariano e a glorificare la potenza della città di Fermo. Se possiamo ardire di concepire la Celebrazione della Cavalcata dell'Assunta come qualcosa di ulteriore rispetto a un pro-forma che riproponga bellamente e vuotamente un copione scenico, occorre oggi un salto. Altrimenti, i ben messi figuranti che propongono la messa-in-scena della antica Celebrazione rischiano, all'apice della manifestazione, di incontrare, sul colle del Girifalco, un figurante che tale non è: l'Arcivescovo di Fermo. L'uomo che attende il corteo in cima al colle di Fermo non porta un abito di scena: è invece davvero il Ministro che con la Parola connette, nel più alto giorno di Festa, gli uomini con Dio, grazie al culto di Maria.
Occorre insomma che questa Verità renda reali i figuranti, e non che i figuranti rendano teatrale questa verità.
La "Festa dell'Assunta" è attestata a Fermo dal 998 dopo Cristo. Il "Palio" è attestato con certezza fin dal 1182. E questo fa di Fermo il più antico Palio di tutta Italia. La Cavalcata dovrebbe essere dunque un evento culturale e spettacolare dalla rilevanza nazionale, in quanto la sua storicità, a differenza di molte altre rievocazioni, è profondamente fondata. Il potenziale turistico e culturale di questo evento è grandioso.
Occorrerebbe riprendere in mano la bellissima Tesi di Laurea della compianta Lucia Mannocchi, "La Festa dell'Assunta a Fermo nel Medioevo", in cui è illustrato perfettamente il senso medievale, sacro e popolare di questa festa: dal quale sarebbe bene ritornare per far fare alla Cavalcata quel "salto" che oggi essa necessita a livello di impostazione culturale.
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02/08/2007
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