Piano regionale sanitario 2007-2009: il cittadino cuore del sistema
Ancona | La nuova regolamentazione nasce da un lungo monitoraggio ed un approfondito studio di fattibilità e mira a mettere a sistema le potenzialità del servizio pubblico facendo convergere le energie negli ambiti sanitari in emergenza e defluendo le risorse.
Nuovo piano sanitario
Azioni mirate, potenziate ed efficienti e non interventi a pioggia. La nuova regolamentazione nasce da un lungo monitoraggio ed un approfondito studio di fattibilità e mira a mettere a sistema le potenzialità del servizio pubblico facendo convergere le energie negli ambiti sanitari in emergenza e defluendo le risorse dai circuiti sovrastimati. Nessun taglio insomma ma una migliore efficienza e riequilibrio della sanità.
Sono due gli obiettivi di ampio respiro da raggiungere, il primo è quello di far sentire i cittadini parte di un sistema sanitario che valica i confini del proprio comune, offrendo prestazioni e servizi propri di una città-regione (la cosìdetta area vasta), l'intento è quello di permettere ai marchigiani di considerare il ‘'loro'' ospedale non solo quello più vicino ed in grado di garantire l'assistenza di base, ma quello che meglio può assolvere alla cura della patologia presentata; il secondo processo cui ambisce il piano è l'attuazione del principio ‘'conoscere prima di curare'': ci si propone infatti di implementare lo scambio di informazioni società-strutture sanitarie, così da incentivare le aree di intervento già presenti ed attivare quelle con maggiore domanda nel territorio. Si può parlare di circolarità degli interventi, infatti l'excursus del malattia verrà seguita a partire dalla diagnosi ad alta ed altissima specializzazione fino all'assistenza domiciliare nell'intento di creare una rete della salute, che accompagni la persona fino alla completa riabilitazione. Continuità e coerenza nell'assistenza diventano quindi le parole chiave per il nuovo piano regionale.
Linee strategiche, programmazione e sinergia con il territorio, così il Presidente della Giunta della Regione Marche, Gian Mario Spacca, intende il buon governo della sanità. ‘'Bisogna considerare almeno due livelli reciprocamente interconnessi di governo: la Regione ed il territorio. La prima ha il compito di definire, sulla base delle richieste dei diversi attori (stakeholders, professionisti sanitari, cittadinanza, etc.), le politiche sanitarie e i piani di sviluppo che andranno ad integrarsi da un punto di vista gestionale, al livello di governo territoriale''.
La Regione riacquista quindi il suo ufficio di analisi ed esercizio nel dettare le linee guida. ‘'È necessario - aggiunge Spacca- riaffermare in modo forte il ruolo di indirizzo strategico e di coordinamento della Regione nella lotta agli sprechi e alle disfunzioni della sanità. Sarà la missione del governo del territorio invece, sulla base degli indirizzi formulati dalla Regione, con il Piano Sanitario Regionale - ma non solo -, attuare le politiche che devono diventare gestione efficiente delle risorse per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini''.
Nel piano non manca una previsione anche sul lungo periodo, che necessariamente deve passare per l'innovazione e lo sviluppo. Ma anche in questo ambito l'ottica si rovescia: esso non costituisce una novità da un punto di vista clinico - medico: è chiaro, infatti, che da questa prospettiva la massima innovazione è nei campi della ricerca e dell'impiego delle cellule staminali, del trapianto di organi, della medicina molecolare, dell'impiego delle nano e biotecnologie, eccetera. Data quindi per scontata l'innovazione in ricerca e sviluppo del "prodotto", ciò che ci si deve sforzare di conseguire è l'innovazione di processo nel contesto sanitario. Bisogna, quindi, agire sull'organizzazione del sistema, dando il necessario impulso al cambiamento e, soprattutto, il progressivo e continuo supporto affinché si vada nella direzione indicata dalle linee di sviluppo strategico decise a livello regionale.
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01/08/2007
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