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Eurispes. Nuovi poveri in "Giacca e Cravatta" anche a San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Camillo Di Monte, Presidente Regionale dell'ente di ricerca, analizza i dati locali del 2006: città dinamica ma per questo anche pericolosa.

di Carmine Rozzi

In una recente indagine sulla situazione economica dell''Italia media e di San Benedetto del Tronto L'Eurispes ha creato una nuova definizione: "I poveri in giacca e cravatta". Camillo Di Monte, Presidente Regionale dell'istituto di ricerca, esprime il suo giudizio in merito.

San Benedetto, come si colloca in questo contesto?

Nell'ambito del confronto con il territorio nazionale può dirsi più attenta perché la predisposizione all'attività commerciale e quindi l'educazione al consumo è maggiore che in altre realtà. Certo il rischio è che questo ci collochi al di sopra della soglia media. Dall'ultimo sondaggio da noi effettuato in città (2006) abbiamo avuto modo di considerare che quasi un residente su due ritiene la propria situazione economica o della propria famiglia sia peggiorata (40%). Il 50 % dice che non è migliorata. Il risultato è un 90% di situazioni economiche in stallo o di retrocessione. Responsabilità addotte in gran parte all'atteggiamento avuto nell'oscillazione dei tassi rispetto ai mutui accordati.

Dovuto al fatto?                                                                                                                                               

Questo perché la società italiana risulta fortemente indebitata rispetto alla media europea. Basti tenere presente che il tasso negli ultimi otto mesi è aumentato per ben otto volte passando dal 3'50% del 2005 al 5,75% di oggi il che ha comportato per le famiglie sanbenedettesi e nazionali un aggravio di costi da 1.350 euro l'anno a 3.000 mila l'anno ( dati Adusbef ).

Le conseguenze?                                                                                                                                                       

E' facile dedurre che chi aveva fatto due anni fa il passo solo un po' più lungo della gamba, e non erano pochi, oggi si ritrovano in evidente stato di difficoltà al punto che negli ultimi tempi gli istituti bancari hanno attivato procedure esecutive per 400 famiglie su 3 milioni e 500 mila famiglie mutuatarie (12%). A livello locale e nazionale occorrerebbe un confronto tra istituti bancari ed istituzioni non in funzione conflittuale ma preventiva. In altri termini riuscire a creare una specie di ammortizzatori sociali per aiutare queste famiglie ad uscire dal tunnel senza doversi vergognare.

Ma non siamo più ai tempi delle "toppe" nei calzoni o alle calze rammendate....                                                            

Sono i nuovi poveri, quelli in "Giacca e Cravatta". Tanto per intenderci viene da chiedersi quante delle tante macchine d'alta cilindrata che circolano per le vie del centro cittadino non sono mutuate. Noi dell'Eurispes ci limitiamo a sollevare la questione dal punto di vista numerico poi saranno gli istituti e le cariche politiche ad interpretarle anche se debbo dire che ho riscontrato un particolare interesse in materia da parte del sindaco Giovanni Gaspari.

Un consiglio?                                                                                                                                                          Noi dell'Eurispes non siamo tenuti a suggerire soluzioni e tanto meno a dare consigli. Ci possiamo limitare a dire che San Benedetto è una città dinamica sia dal punto di vista della domanda che dell'offerta. In questo "modus vivendi" bisogna stare attenti a trovare il giusto equilibrio, specie in una realtà urbana fortemente legata al commercio e quindi alla produzione dell'offerta.

ALLEGATI : Eurispes 2006 sui Sambenedettesi

PERCEZIONE DI BENESSERE ECONOMICO.

Il 38,5% dei sambenedettesi ritiene che nel 2006 la situazione economica della propria famiglia sia peggiorata, mentre per il 56% si è mantenuta sostanzialmente stabile. Un sambenedettese su due (il 51,6%), afferma che nel 2006 si è verificato un generale peggioramento della situazione economica: in particolare, per il 25,5% c'è stato un netto peggioramento e per il 26,1% un leggero peggioramento.

CRISI DEL CETO MEDIO.                                                                                                                                          Per quanto riguarda le aspettative di miglioramento dell'economia italiana nel 2007, è in crescita la quota di coloro che guardano al futuro con pessimismo (erano il 30,1% agli inizi del 2006 contro il 37,5% nel 2007). Il ceto medio ha subito pesanti penalizzazioni nell'ultimo quinquennio scontando una perdita di ruolo e una pesante crisi di identità. Secondo l'Eurispes questa crisi dipende anche dalle trasformazioni epocali del mondo occidentale e dal passaggio da una società basata sulla produzione industriale a una società basata sulla produzione di conoscenza, comunicazione e informazione.

LE PREOCCUPAZIONI.                                                                                                                                            Secondo il sondaggio, dopo molti anni la prima fonte di preoccupazione per i cittadini sta nel timore che il proprio diritto alla salute possa essere leso (il 18,8%), segue l'insoddisfazione per il proprio posto di lavoro (17%) e il timore per i propri figli (tra le risposte è stato dato particolare risalto agli ultimi eventi dell'ITC Capriotti - 16,6%).

STILI DI CONSUMO CONTRO IL CAROVITA.                                                                                                                  La perdita di potere d'acquisto viene affrontata puntando su saldi e offerte promozionali, tagliando spese superflue e regali, privilegiando le spese alimentari. Per l'abbigliamento grandi magazzini e outlet allettano "molto" (30%) e "abbastanza" (51,5%) i consumatori. Anche le famiglie con un discreto livello economico puntano su soluzioni low cost per quanto riguarda viaggi, arredamento e telefonia.

25/06/2007





        
  



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