Dalle scalate solo effetti negativi per il sistema e per i dipendenti !?
San Benedetto del Tronto | Dalla scalata della holding di De Benedetti all'Istituto Santo Stefano alle vicende, a noi più vicine, del cambio di proprietà della Casa di Cura Stella Maris fino alla telenovela degli ultimi giorni di Villa Anna.
di Francesco Neroni*
Mai come in queste settimane la stampa locale ha avuto modo di parlare delle vicende della Sanità privata, dalla scalata della holding di De Benedetti all'Istituto Santo Stefano alle vicende, a noi più vicine, del cambio di proprietà della Casa di Cura Stella Maris fino alla telenovela degli ultimi giorni di Villa Anna.
Non vogliamo certamente entrare nel merito delle vicende, a noi lontane, ma portare all'attenzione della pubblica opinione alcune incoerenze, che dovrebbero farci riflettere.
Per quanto riguarda l'Istituto di riabilitazione Santo Stefano, appendiamo dalla stampa che da mesi la regione, con il suo presidente, si sta prodigando per "trovare in regione acquirenti" da contrapporre al potere De Benedetti!!
E veramente singolare che la Istituzione che ha contribuito non poco affinché il Santo Stefano assumesse il quasi monopolio della riabilitazione nelle Marche, nel momento che la proprietà decide di vendere, si prodighi così tanto per non farlo finire in altre mani.
Infatti è da anni che il sindacato, e la cgil in particolare, reclama un ruolo diverso e più importante del servizio pubblico nel settore della riabilitazione, il richiamo è stato costantemente inascoltato, lasciando alle strutture private (Santo Stefano e non solo) l'occupazione del territorio e dell'intero settore, lasciando che i servizi pubblici assumessero un ruolo marginale.
Le vicende delle due strutture private di San Benedetto non sono dissimili dalla vicenda precedente, in una realtà dove il privato ha un ruolo consistente esso è facilmente preda di speculazioni finanziarie che nulla hanno a che vedere con la garanzia di un buon Servizio Sanitario.
Assistiamo alle scalate di gruppi che ribaltano i consigli di amministrazione in una notte, il sistema che va in fibrillazione e i dipendenti che, oltre ai ritmi di lavoro di sempre sono costretti a lavorare senza stipendio.
Queste strategie hanno permesso che i livelli di assistenza venissero compressi più facilmente a fronte di ritmi di lavoro sempre più pressanti, senza che gli Enti istituzionali preposti al controllo intervenissero.
La FP CGIL ritiene necessario una profonda riflessione e un cambio di strategia e di rapporto tra struttura pubblica e strutture sanitarie private accreditate, che vada nella direzione di un sempre più qualificato servizio sanitario.
*Segretario generale FP CGIL
Non vogliamo certamente entrare nel merito delle vicende, a noi lontane, ma portare all'attenzione della pubblica opinione alcune incoerenze, che dovrebbero farci riflettere.
Per quanto riguarda l'Istituto di riabilitazione Santo Stefano, appendiamo dalla stampa che da mesi la regione, con il suo presidente, si sta prodigando per "trovare in regione acquirenti" da contrapporre al potere De Benedetti!!
E veramente singolare che la Istituzione che ha contribuito non poco affinché il Santo Stefano assumesse il quasi monopolio della riabilitazione nelle Marche, nel momento che la proprietà decide di vendere, si prodighi così tanto per non farlo finire in altre mani.
Infatti è da anni che il sindacato, e la cgil in particolare, reclama un ruolo diverso e più importante del servizio pubblico nel settore della riabilitazione, il richiamo è stato costantemente inascoltato, lasciando alle strutture private (Santo Stefano e non solo) l'occupazione del territorio e dell'intero settore, lasciando che i servizi pubblici assumessero un ruolo marginale.
Le vicende delle due strutture private di San Benedetto non sono dissimili dalla vicenda precedente, in una realtà dove il privato ha un ruolo consistente esso è facilmente preda di speculazioni finanziarie che nulla hanno a che vedere con la garanzia di un buon Servizio Sanitario.
Assistiamo alle scalate di gruppi che ribaltano i consigli di amministrazione in una notte, il sistema che va in fibrillazione e i dipendenti che, oltre ai ritmi di lavoro di sempre sono costretti a lavorare senza stipendio.
Queste strategie hanno permesso che i livelli di assistenza venissero compressi più facilmente a fronte di ritmi di lavoro sempre più pressanti, senza che gli Enti istituzionali preposti al controllo intervenissero.
La FP CGIL ritiene necessario una profonda riflessione e un cambio di strategia e di rapporto tra struttura pubblica e strutture sanitarie private accreditate, che vada nella direzione di un sempre più qualificato servizio sanitario.
*Segretario generale FP CGIL
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19/06/2007
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