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Quintodecimo di Acquasanta Terme: splendore (popolare) e trascuratezza (politica)

Acquasanta Terme | C'è il rischio di vanificare quanto fanno gratuitamente, con amore e passione, persone volenterose del paese, soprattutto signore, mai ringraziate a sufficienza.

di Giuseppe Orsini

Quintodecimo, già importantissimo centro della Alta Vallata del Tronto, presente negli arazzi dei Musei Vaticani, oggi è un paese con 105 abitanti (con molte seconde case) che, orgogliosamente, mantiene vive le sue tradizioni religiose e culturali, con tre ricorrenze: la rassegna dei Presepi artigianali (dall'Immacolata - 8 dicembre - all'Epifania), la Via Crucis Vivente (il venerdì precedente il Venerdì Santo) e la Festa dell'Assunta (a Ferragosto).

La Via Crucis Vivente di quest'anno è stata particolarmente toccante. Il percorso all'interno del paese somiglia alla Via Dolorosa di Gerusalemme che va dal Pretorio romano al Golgota.
Il 30 marzo scorso, la seconda volta in 100 anni, l'apice della emotività religiosa è stato raggiunto con l'ultima stazione: il Cristo Risorto, benedicente, splendente nella sua candida veste.
La Risurrezione di Cristo (e nostra con Lui) è il trionfo della Vita sulla Morte ed il senso vero del Cristianesimo.
E' stupefacente che un minuscolo centro come Quintodecimo riesca a mantenere alto uno dei pilastri della identità italiana, il Cristianesimo, che ideologie materialistiche cercano di distruggere. Ultime, in ordine di tempo, nazismo e comunismo. Unitamente al fondamentalismo islamico.

Ma . . .
Innanzitutto, Quintodecimo è nota anche per marroni, formaggi e funghi porcini.
E per una sorgente di acqua particolarmente diuretica. Tra tante belle cose (paesaggio, arte, storia, tradizione, doni della natura) c'è qualcosa che stona.
A parte la situazione disastrosa della Salaria, segnalo quanto mi è stato mostrato da benevoli partecipanti alla Via Crucis: la incuria dei gabinetti pubblici di Quintodecimo, neppure illuminati.
Non vado oltre. L'Amministrazione Comunale potrebbe provvedere ad un minimo di manutenzione e pulizia dei servizi e del paese almeno nei periodi clou: Presepi, Via Crucis e Ferragosto. E' chiedere troppo? Non mi pare: anche i pochi residenti ed i molti con seconda casa a Quintodecimo sono contribuenti. E' insensato abbandonare al degrado un paesino del genere.

C'è il rischio di vanificare quanto fanno gratuitamente, con amore e passione, persone volenterose del paese, soprattutto signore, mai ringraziate a sufficienza.
Per giunta, se e quando ricevono qualche contributo dagli enti locali, lo ricevano solo su richiesta e con ritardi burocratici mortificanti. Quasi come elemosina.

Indubbiamente la voglia di impegnarsi è sempre minore. Ma resiste. Per ora.
Perché, invece di incoraggiare, si penalizza la buona volontà?
Dobbiamo definitivamente scristianizzarci e perdere la nostra identità?
Grazie alla buona volontà di poche, semplici persone non accadrà.

03/05/2007





        
  



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