Mezzolani, il nuovo piano sanitario e il Sud delle Marche
Ascoli Piceno | Castelli: La battaglia contro la mobilità passiva può essere vinta. Solo creando una grande realtà sanitaria che non sia sottoposta alla perenne situazione di incertezza che domina la vita di medici, operatori amministrativi e personale paramedico".
di Guido Castelli *

Guido Castelli qui con Adolfo Urso
Nel corso dell'assemblea svoltasi in provincia mercoledì scorso sul tema del nuovo piano sanitario, abbiamo assistito ad una dotta esposizione del dott. Ruta, neo dirigente del Servizio Salute della Regione Marche, il quale ha intrattenuto i sindaci presenti sul nuovo modello sanitario che vorrebbe attivare nella nostra regione. Flussi statistici, analisi trigonometriche e ragionamenti futuribili hanno dominato la scena per circa due ora per lasciare successivamente (e, per la verità, marginalmente) il campo agli interventi di Agostini e Mezzolani.
Per la prima volta abbiamo ascoltato dai vertici dell'ente regione un "mea culpa" sull'eccesso di anconacentrismo che pervade il sistema sanitario marchigiano. Ne siamo soddisfatti: si tratta infatti di un'importante conferma di quanto andiamo dicendo da tempo a proposito della vera causa dei guai della nostra sanità. Una causa che si chiama Ancona che produce sempre più debiti e ingoia sempre più risorse senza rappresentare, con l'Ospedale di Torrette, un polo realmente attrattivo per la comunità marchigiana. Ora però dalle parole, bisogna passare ai fatti.
Anche per scacciare il sospetto che le parole distribuite da Mezzolani sul riequilibrio territoriale costituiscano una banale "captatio benevolentiae" nei confronti dell'uditorio presente.
Perché ciò accada è necessario che il nuovo piano preveda almeno due cose:
1) il superamento del modello dell'Azienda Unica Sanitaria anconetana restituendo capacità di autogoverno sanitario territori. Chiamiamola come vogliamo: ASL provinciale, Area vasta. Non sono importante le parole. L'importante è che la nostra sanità non dipenda unicamente dalle mutevoli volontà anconetane. Oggi per bandire una gara ci vogliono mesi, per fare un'assunzione anni e anche quando una società filantropica regale un macchinario bisogna chiedere all'ASUR il permesso di accettarlo. La situazione non è più sostenibile.
2) Prevedere la costituzione di un'azienda ospedaliera nel SUD delle Marche. Solo in questo modo sarà possibile introdurre e stabilizzare nel nostro territorio le alte specialità che, con tanta fatica, sono state avviate nei nostri poli ospedalieri. E soprattutto evitare che gli sforzi gestionali e programmatori della sanità picena possano produrre risultati destinati, poi, ad esser scippati da Ancona. La battaglia contro la mobilità passiva ( il fenomeno cioè che vede tanti cittadini piceni migrare in altre regioni per curarsi ) può essere vinta.
Ma solo creando una grande realtà sanitaria che non sia sottoposta alla perenne situazione di incertezza che domina la vita di medici, operatori amministrativi e personale paramedico. Se Agostini e Mezzolani saranno d'accordo, allora le parole di mercoledi saranno da considerare "storiche". E il riequilibrio territoriale potrà dirsi raggiunto.
* Consigliere Regionale AN
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24/05/2007
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