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“Così la politica muore”

Ascoli Piceno | "Non se ne può più di sentir soffiare sul fuoco della fermanità offesa; ai nostri giovani, soprattutto nel distretto calzaturiero, interessa poco se la sede della nuova Provincia sarà qua o là".

di Giacomo Beverati *

I toni del dibattito pubblico hanno bisogno di decantare dalla polemica di una estenuante e infinita campagna elettorale. Non se ne può più di sentir soffiare sul fuoco della fermanità offesa; ai nostri giovani, soprattutto nel distretto calzaturiero, interessa poco se la sede della nuova Provincia sarà qua o là o se questo o quel politico ha asfaltato 100 metri di strada in più o in meno, e se questi metri stanno un po' più nel fermano o un po' meno nell'ascolano (ferma restando la responsabilità di fare le scelte migliori).

La sfida che attende questo territorio è alta e stimolante e passa per i "nuovi saperi" e le economie che essi producono; le questioni infrastrutturali devono essere di supporto ad una più ampia politica di sviluppo, non ne devono essere il centro. I dati statistici dimostrano come il fermano in particolare, e tutte le Marche del sud in generale, vivano in una condizione particolare: molto lavoro ancora in fabbrica e quasi nulla nel terziario e nel terziario avanzato; al contrario, aumentano esponenzialmente i giovani specializzati ed in possesso di un titolo di studio elevato (come del resto in tutti i Paesi occidentali). Queste giovani energie corrono il rischio di essere marginali (e a volte di migrare verso altri lidi) rappresentando invece il "valore aggiunto" che può rilanciare un distretto noto nel mondo per la sua capacità di lavoro e il suo "saper fare".

La nostra maggioranza provinciale, e l'Amministrazione che essa sorregge, è impegnata con coraggio innovativo su questa strada. Innanzitutto bonificando l'ente da una quantità esuberante di lavoro precario. La deprecarizzazione che si è iniziata, non costando un euro in più alle tasche dei cittadini, motiverà dei giovani ad un lavoro più dignitoso e produttivo; la natura del contratto "a tempo determinato" (18 mesi rinnovabili per altri 18) e la copertura finanziaria del Fondo Sociale Europeo lascerà poi la massima libertà a entrambe le Province di riorganizzarsi come meglio crederanno già dal 2009. Pensare alla nuova Provincia come al carrozzone che colloca al lavoro 100 nostri giovani all'insegna dell'assistenzialismo, magari clientelare, è miope e dannoso.

I nostri giovani devono portare il loro contributo di passione, competenza e professionalità soprattutto alle aziende private del distretto; queste ultime infatti, per continuare a vivere, hanno drammaticamente bisogno di "cervelli" che migliorino il prodotto e soprattutto riescano a collocarlo su un mercato fluido e globale (strategie di marketing e logistiche di scala che superino le microdimensioni aziendali).

La Provincia si è impegnata con successo con oltre 2000 borse di studio per laureati e diplomati che hanno consentito in due anni a 1200 giovani di trovare un lavoro stabile e alle nostre aziende di aumentare il loro "know how".

Quest'anno sarà riproposto il bando "Che idea" che stimolerà e accompagnerà la creazione di nuove imprese, soprattutto nella direzione dell'innovazione tecnologica, del terziario avanzato e della logistica; altra partita cruciale sarà quella legata alla filiera agro-energetica e delle energie rinnovabili che sta già facendo nascere degli interessanti "distretti specialistici" con relativa ricaduta occupazionale.

Le infrastrutture stradali devono essere degli strumenti di crescita territoriale all'altezza dei processi in corso; la quantità di opere di miglioramento e ammodernamento della rete stradale (oltre 2000 km) sono sotto gli occhi di tutti, con l'aggiunta non da poco che i lavori sono ultimati in tempi certi e ragionevoli senza lasciarsi tentare da megalomani progetti destinati a divenire "cattedrali incompiute". Lo sforzo da perseguire (l'iniziativa "scegli il bus" va in tale direzione con lodevoli risultati) è comunque quello di avere meno automobili sulle nostre strade potenziando il trasporto pubblico locale (metropolitana di superficie) come è già avvenuto in tutta Europa.

Le forze dell'Unione del fermano - ciò dovrebbe valere anche per il Centrodestra - devono essere ben coscienti che è su questi temi che si gioca il futuro del nostro territorio e che ad essi è consegnato il domani dei nostri figli. I nostri giovani devono poter scegliere di restare in queste splendide terre ad investire i loro talenti; e una rotonda in più o in meno non vale certo una scelta di vita. Questa è l'unica strada per costruire un consenso maturo e radicato: la forza delle idee e il coraggio di perseguirle in un dialogo costante, profondo e partecipato con le forze vive della nostra società.

La politica "politicata", fatta di accordi di retrobottega, di patti tra capicordata, di alchimie "proporzionaliste" e di codici segreti per "addetti ai lavori", si consegna non solo alla sconfitta elettorale ma all'autoestinzione. Di più, rischia di uccidere la democrazia.

*Capogruppo Provinciale PRC-Sinistra Europea 

23/05/2007





        
  



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