Prendo spunto dalla nota, pubblicata alcuni giorni fa, dei camperisti di S. Benedetto che chiedevano maggiore attenzione per questa forma di turismo ricordando le iniziative a loro favore svolte dall'Amministrazione comunale nella quale ricoprivo il ruolo di Assessore ai lavori pubblici.

Sento dunque la necessità di tornare sull'argomento, se non altro perché l'attuale Amministrazione sta dimostrando di voler finalmente rivisitare il Piano regolatore e questo dunque mi pare il momento giusto per sollecitare attenzione per un mondo a mio giudizio non sufficientemente preso in considerazione.

Eppure di tratta di un segmento della domanda di vacanze che non può essere disconosciuto: gli ultimi dati dicono che in Italia ci sono 827mila persone che hanno scelto questo modo di fare vacanza. Sono persone relativamente giovani (l'età è compresa tra i 30 e i 55 anni) e ogni anno dedicano in media quindici uscite (pari a 51 giorni) al camper.

La crescita è confermata dai dati dell'Associazione produttori camper secondo i quali, dal 1995 al 2005, l'immatricolazione degli autocaravan è triplicata (da 4.726 del 1995 a 14.791 del 2005).

Va sfatato un altro luogo comune, secondo il quale questo tipo di turisti si limita a sostare senza "lasciare soldi" nei luoghi che visita. Sempre i dati dell'associazione ci dicono che la spesa media giornaliera per equipaggio è di circa 400 euro, dei quali la voce che ha maggior peso è costituita dall'acquisto di prodotti locali. L'89% dei turisti in camper dichiara infatti che l'attività preferita durante le uscite è l'acquisto di prodotti
tipici.

Un giro d'affari che si aggira intorno ai 775 milioni di euro l'anno Possibile che la prima città turistica delle Marche non sia ancora riuscita a porsi seriamente il problema di come intercettare questa domanda?

Ecco la proposta: inserire nell'area della Sentina, magari nella parte più ad ovest, quella soggetta a minori vincoli naturalistici, la previsione di un'area di sosta attrezzata. Questa soluzione avrebbe diversi vantaggi: sarebbe molto vicina alla superstrada e quindi alle grandi arterie di comunicazione come l'Adriatica, l'autostrada ma anche la stessa Ascoli - Mare e quindi la Salaria.

Insisterebbe su un'area ad alta vocazione naturalistica, coerente con il tipo di vacanza scelto da queste persone ma senza intaccare l'integrità della stessa (come noto, le aree attrezzate non hanno manufatti ma solo impianti di servizio). In più in quella zona è prevista la realizzazione da parte della Provincia di una rete di piste ciclabili che si connetteranno sia alle corsie già esistenti lungo la costa sia a quelle in via di realizzazione lungo la vallata del Tronto.

Quindi i camperisti potrebbero sostare in una zona destinata a numerose attività naturalistiche (bird watching, escursioni a cavallo, ecc.) ma possono anche raggiungere rapidamente con le bici la zona turistica della città e il centro oppure farsi una bella passeggiata in bici lungo la costa o le sponde del Tronto.

Sono convinto che l'idea raccoglierà l'interesse anche degli albergatori i quali hanno capito (come ha confermato lo stesso assessore al turismo Domenico Mozzoni quando era ancora a capo dell'associazione di categoria) che la presenza dei camperisti non va a sottrarre clientela agli esercizi ricettivi proprio perché sono persone dai gusti e abitudini totalmente differenti.

Vogliamo discuterne?