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La malattia del Mondo..

Porto San Giorgio | Prendendo spunto dalla strage nel campus universitario di Blacksburg in Virginia ecco alcune contraddizioni del sistema americano.

di Chiara Marzan

Uno studente che acquista una pistola come fosse un pacchetto di caramelle in una società, quella americana, che tanto ha da insegnare al mondo ma che è ricca di contraddizioni come questa che oggi voglio raccontare. La contraddizione del divieto tassativo, con relativa e non leggera pena, del consumo degli alcolici a coloro che sono minorenni, con la possibilità di acquistare, senza troppa difficoltà, un'arma da fuoco. È quello che accade in America, uno stato in cui uno studente coreano Cho Seung Hui, si introduce nel campus universitario di Blacksburg in Virginia scatenando una sanguinosa strage tra gli studenti.

La polizia ha trovato tra i suoi effetti personali un biglietto scritto di suo pugno e la ricevuta per l'acquisto di una pistola. Il killer avrebbe ucciso prima la fidanzata e un compagno e, solo in seguito, è entrato in una classe e ha fatto mettere in fila gli studenti, uccidendoli l'uno dopo l'altro con una tragica esecuzione. Nella strage hanno perso la vita 32 persone, incluso il killer, che si è sparato al viso. I feriti sono invece 21, uno dei quali sarebbe in condizioni critiche.

Non è la prima volta che accadono episodi del genere, sempre in America nel 1999, esattamente il 20 Aprile 1999 nella scuola Columbine di Littletone (Colorado) due studenti uccisero dodici compagni e un insegnante prima di togliersi la vita. 17 Aprile e 20 Aprile date quasi uguali come se a muovere la follia omicida di Seung Hui sia stata quella di voler suggellare il macabro anniversario della strage precedente.

È possibile perdere la vita in questo modo e in luogo di studio, per cui tranquillo, per di più descritto come un vero e proprio paradiso bucolico per gli ettari di verde che lo circonda? La risposta è ovviamente negativa. Ma se ci fermiamo un attimo a pensare ecco che per le menti più attente si accende una lampadina: il film "The Elephant" diretto da Gus Van Sant non era proprio incentrato su una tragedia del genere? Due ragazzini che acquistano da internet un fucile con cui fanno una strage nella scuola che frequentano. Ci si può arrabbiare davanti a simili catastrofi quando sono i mezzi di comunicazione di massa veicolati dal grande schermo del cinema ad insegnare come si commettono simili atrocità?

Un ragazzo sano e dalla famiglia presente non si lascerà certo impressionare da un episodio romanzato e trasformato in film da un bravo ed incosciente regista ma non bisogna sottovalutare che davanti allo schermo come troviamo il bravo ragazzo o il buon padre di famiglia con personalità e lavoro stabili, si affiancano anche persone con tendenze alla psicosi, o alla depressione. Persone potenzialmente violente o con personalità aggressive, persone che magari hanno dovuto affrontare gravi tensioni o forti stress. E sono proprio loro che, essendo attratti nel vedere di come tutto al cinema risulti facile e ingannati dalla visione con cui un criminale alla fine venga eletto a super-eroe, si cimentano in comportamenti imitativi come quello di cui il mondo, oggi, tristemente narra.

Il Papa ha etichettato la vicenda definendola senza senso, Gorge W. Bush inorridito
ha ordinato a tutti gli edifici pubblici del Paese di abbassare le bandiere a mezz'asta ma il punto è che la società in cui viviamo è malata e rappresentata da giovani stanchi e depressi già a 20 anni che usano droghe, si danno fuoco per una delusione d'amore, si gettano dal balcone per una brutta valutazione scolastica, comprano un fucile e sparano a raffica su un campus universitario.

Con queste prospettive e con queste consapevolezze, è difficile per una mamma e per un papà pensare di mettere al mondo e di far crescere dei propri figli.

17/04/2007





        
  



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