Casa di Bambola- Laltra Nora: limmagine riflessa di una donna
Ascoli Piceno | Una commedia che enuncia i connotati di certi valori sacrali e ne assapora le sue diversificazioni.
di Chiara Riccardi
Ascoli Piceno, teatro Ventidio Basso ore 21:00- “Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze,una in un uomo e l’altra completamente differente in una donna; l’una non può comprenderne l’altra”.
Questa è la sensazione di Ibsen fin dalle sue prime battute della commedia. Una sensazione che rispecchiava la società contemporanea nell’età vittoriana e che traslata ai giorni d’oggi incarna il ruolo della donna e dell’uomo nel contesto familiare.
La protagonista della commedia, Nora, ricopre le vesti di una donna-bambola che gioca e si diverte tutto il giorno e si rabbuia per futili motivi. La presa di coscienza avviene quando Nora scopre che suo marito in otto anni di matrimonio non si è mai dimostrato quella esemplare creatura che sperava che fosse.
Nora, fin da piccola considerata come una bambina capricciosa, viene strumentalizzata nei rapporti col marito Helmer considerandola alla stregua di un animale domestico molto vivace. Ma il mutamento della protagonista non esita a fare il suo ingresso: ricattata da Krogstad per un prestito illecito determinato da una firma falsificata del padre per salvare la vita di suo marito, Nora subdola dell’ansia e dell’angoscia che la tormentano, non riesce a far fronte a tale situazione divenuta ingestibile; fin quando il marito non viene all’origine della questione e preso dall’ira, sdegna la moglie non riconoscendola più nella sue vesti naturali senza capire che il gesto fosse più che altro dettato dall’amore.
Il ricatto che fino a quel momento tormentava la famiglia, venne annullato grazie all’amica che dichiara a krogstad di volersi sposare con lui. Il marito, appresa la piacevole notizia, perdona subito Nora che nel frattempo ha cominciato a prendere visione delle cose che durante questi anni aveva fatto: non si riconosce più nella persona costretta a subire le angherie del proprio marito.
Nella decisione di abbandonare la famiglia, Nora ripone determinate parole al marito affermando il suo smarrimento e la ricerca della sua identità che non potrà ritrovare all’interno del nucleo in cui aveva vissuto fino ad ora, avendo perso la fede nella sua correttezza morale e nella capacità di crescere i figli.
Una commedia che enuncia i connotati di certi valori sacrali e ne assapora le sue diversificazioni.
La donna, nella versione vittoriana, è vista come specchio introspettivo dei gesti comportamentali dell’uomo , come oggetto di beffe e irrisione continue.
Attualmente, a distanza di secoli, la società di oggi non è certo quella ai tempi di Ibsen ma è pur vero che gli uomini e le loro relazioni si assomigliano grandemente: infatti il regista teatrale, leo Muscato, ha voluto fare un raffronto attirando l’attenzione del pubblico in merito alla relazione tra spettatore e i protagonisti della storia. Il messaggio che l’autore ha voluto imprimere è stato proprio quello di un “rapporto di vicinanza” tra coloro che interpretano e coloro che guardano la scena in ordine sequenziale ponendosi come obiettivo quello di fotografare i suoi contemporanei.
“L’altra Nora” è una commedia intrinseca di frivolezze, delusioni, amarezze ma soprattutto di frustrazioni continue che una donna subisce pur di stare accanto all’uomo con il quale ha scelto di trascorrere il resto della vita. Ma non lo fa con dignità perché questo le è impedito ma con ubbidienza alle stranezze comportamentali del marito.
Vivere un legame consolidato non è prerogativa dell’uno nei confronti dell’altro ma è simbiosi quotidiana, è forza che sprigiona energia, è deserto senza acqua, è l’aria che respiri , è la fame di cui ti cibi: è vita!
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19/03/2007
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