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Le donne di Bolero-Spadò

| ANCONA - Alberto Spadolini, l’artista italiano che fece ingelosire Jean Renoir e Pablo Picasso.

Yvette Marguerie e Spadolini a Porto San Giorgio anni '50


Catherine Hessling
, moglie di Jean Renoir, fugge con lui; Marléne Dietrich, Mistinguett e Cécile Sorel ne restano affascinate; la giornalista Marie de Régnier, amante di Gabriele d’Annunzio, lo definisce ‘danzatore stupefacente’; Joséphine Baker, la “Venere nera” del Casinò de Paris, è il suo tempestoso amore; la principessa Natalie Paley, legata sentimentalmente a Jean Cocteau, debutta con lui nel cinema; le cantanti Suzy Solidor e Marianne Oswald sono le sue fidate amiche; Dora Maar, compagna di Pablo Picasso, lo fotografa completamente nudo; “L’Imperatrice Caterina di Russia”, impersonata da una splendida Yvonne de Bray, lo riceve in regalo; Alma Smith, cantante e ballerina di colore nell’america razzista, è da lui difesa; Betty Bjurstrom, ballerina svedese che resta immobilizzata su una sedia a rotelle, è da lui aiutata finanziariamente; Liane Daydé, Stella dell’Opera de Paris, posa solo per lui; Yvette Marguerie, produttrice di documentari sulla danza, vive con lui una stupenda storia d’amore.

L’archivio di Alberto Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972), ci permette di incontrare gli intellettuali, gli artisti e le più celebri donne del ‘900 in quel palcoscenico straordinario che è Parigi. Una vita tessuta da intense relazioni nelle quali Alberto è, di volta in volta, allievo, maestro, collaboratore, protagonista, ispiratore, amante, amico …
I riflettori lo accompagnano per mezzo secolo nei teatri, nei cabaret, nelle gallerie d’arte, nei bistrot, nella vita privata. Eppure, di tutto questo, racconta ben poco agli amici e ai parenti in Italia.
Spadolini giunge in Francia con una valigia di cartone ed i suoi pennelli, giacché aveva studiato come aiuto scenografo al Teatro degli Indipendenti con Bragaglia, De Chirico, Prampolini e Marinetti. All’inizio degli anni ’30 ottiene un lavoro come decoratore da Paul Colin sulla Costa Azzurra. Nel corso di una pausa in un allestimento scenico, mentre l’orchestra prova la partitura, egli si mette a ballare. Viene casualmente visto dall’impresario dell’Eldorado di Nizza che lo lancia come danzatore nel mondo del music-hall. Nel giro di pochi mesi Spadò, come viene soprannominato dagli amici francesi, inizia una sfolgorante carriera: “Casinò di Montecarlo”, “Le Boeuf sur le Toit”, “Empire”, “Casinò de Paris”, “Le Folies Bergère”, e poi oltre oceano al “Metropolitan”, e allo “Ziegfeld Follies” di New York ...

Negli anni ’30 Spadolini è considerato uno degli uomini più affascinanti di Francia. Al termine di ogni spettacolo il suo camerino diventa una serra colma di mazzi di fiori accompagnati a volte da un biglietto d’invito per un appuntamento galante. Diverse le sue fidanzate legate al mondo dello spettacolo. Una delle più famose è Catherine Hessling, modella del celebre Pierre-Auguste Renoir da lui immortalata nei suoi ultimi straordinari dipinti, oltre che protagonista dei primi film del regista Jean Renoir, di cui era sposa. All’epoca il rapporto del regista francese con Catherine si sta raffreddando.

Ma è lo scandalo quando, nell’estate del 1933, Spadolini e la Hessling fuggono insieme. I due tornano a Parigi solo a dicembre per uno spettacolo di danza. L’insuccesso è clamoroso: al Théatre des Champs-Elysées, nel corso del “Prélude à l’après-midi d’un faune”, davanti a centinaia di attoniti spettatori, Alberto insulta la sua compagna e lei “ … botticelliana nei suoi inamidati veli rosa, una corona di fiori ben dritti sui suoi lunghi capelli … esce di scena, dignitosa, sulle punte dei piedi ...” (Intervista a C. Hessling, Pierre Philippe, 1961).
Marléne Dietrich, partecipa con Maurice Chevalier, Serge Lifar e Spadolini ad un grande spettacolo svoltosi a Parigi il 14 luglio 1935. Il commento di Marléne è scritto a caratteri cubitali su un quotidiano parigino: “Spadolini, se ero una ballerina è voi che avrei scelto come partner!”

La celebre soubrette Mistinguett, un tempo compagna di Maurice Chevalier, è fotografata all’inaugurazione dell’esposizione dei dipinti di Spadolini alla Galleria Elysée-Palace di Parigi. La celebre Miss e Spadò sono in realtà grandi amici oltre ad essere stati partner in un music-hall negli anni ‘30.
In un articolo pubblicato a Parigi nel 1934 leggiamo che Spadolini ha conosciuto Cécile Sorel in compagnia di Joséphine Baker.
“Spadolini, l’aristocratico della danza”, è il giudizio della celebre attrice della Comédie Française.

Insieme essi danzano nello spettacolo “Gloire de Paris”, che si tiene al Music-Hall Alhambra, a pochi giorni dallo scoppio della 2° Guerra Mondiale.
A proposito del danzatore italiano, dalle pagine de “Le Figaro”, Gérard d’Houville scrive: “Spadolini, lo stupefacente ballerino che anima la rivista con la duttile forza dei suoi ritmici balzi”. G. d’Houville è in realtà lo pseudonimo di Marie de Régnier, scrittrice famosa per aver avuto una lunga relazione amorosa con Gabriele d’Annunzio.

Ricostruire la storia d’amore di Alberto Spadolini con Joséphine Baker è stato particolarmente difficile. Il nome di Spadolini infatti non appare in nessuna delle centinaia di biografie dedicate all’artista di colore. Come scrive Jo Bouillon, ultimo marito della Baker e curatore delle memorie ufficiali pubblicate postume: “Joséphine è sempre stata così: metteva nel dimenticatoio ciò che non costituiva per lei o su di lei stessa una vittoria.”

In un articolo dal titolo “Una notte a casa di Joséphine Baker” il giornalista André Rivollet resta assai sorpreso quando scopre dopo cena un uomo seminudo che balla in casa di Joséphine. Imbarazzata lei si giustifica: “Era un pittore-decoratore” dice. “Abitava a Nizza. I tempi sono difficili e lui si è dato alla danza. Debutterà al Casinò …” E Joséphine lo applaude con frenesia: “Bravo Spadolini! Bis! …” (André Rivollet, “L’Intransigeant”, 13.11.1932).

Alberto e Joséphine debuttano insieme al Casinò de Paris nel dicembre 1932: “Parigi si ricorda ancora di quella notte in cui ha scoperto Spadolini. Era in una rivista di Joséphine Baker. Sulla musica del “Matrimonio Segreto” di Cimarosa, nella scenografa di stile cinese uscì, sembrò da una tela del XVIII° secolo, Spadolini con Joséphine Baker vestita da marchesa creola. Visione meravigliosa che provocò l’entusiasmo di Parigi” (Articolo pubblicato a Parigi negli anni ’30).
Il felice sodalizio precipita solo nel 1935 dopo uno spettacolo al “Prince Edward Theatre” di Londra.
Lei è fischiata mentre il danzatore italiano è a lungo acclamato. Di questo avvenimento ci resta un articolo apparso su di un quotidiano francese dal titolo “Jalousie”, nel quale si narra anche la scenata fatta dalla cantante di “J’ai deux amours” ad un impresario americano reo di volerla in uno spettacolo insieme a Spadolini. Lei minaccia asserendo che piuttosto che esibirsi con Alberto … preferisce andare a giocare al Casinò!

Nel 1933 Spadolini debutta nel cinema con “L’épervier”, regia di Marcel L’Herbier. Accanto a Spadolini, e ad un giovanissimo Jean Marais per la prima volta sullo schermo, c’e la principessa Natalie Paley, cugina dello Zar Nicola II°, legata sentimentalmente a Jean Cocteau, da cui è in attesa di un figlio. La mecenate francese Marie-Laure de Noailles, nel tentativo di rovinare quella unione, spinge Natalie Paley ad abortire, per l’eterno rammarico di Cocteau.
I quotidiani degli anni ’30 pubblicano spesso disegni raffiguranti Spadolini. A volte egli appare in compagnia di Suzy Solidor, la chiacchierata cantante di “Lili Marlen” immortalata da Tamara de Lempicka in uno dei suo famosi dipinti; altre volte è con Marianne Oswald, la cantante di cabaret di origine tedesca fuggita dalla Germania con l’ascesa al potere di Hitler, celebre per aver portato sul palcoscenico i testi di Bertold Brecht, Jean Cocteau e Jacques Prévert.
In un articolo pubblicato nel 1935 Spadolini racconta come per difendere l’artista di colore Alma Smith sia diventato cantante:

“… Avendo incontrato Miss Alma Smith, artista di talento, che ha cantato e ballato agli ‘Ambassadeurs’, io ho creduto bene d’invitarla a cena in un posto chic. Io fui a malapena salutato da gente che, fino a quel momento, m’aveva letteralmente colmato di gentilezze!
Io non avevo, pregando spontaneamente Miss Smits, riflettuto ch’ella era ‘di colore’!!

L’indomani, siccome chiedevo spiegazioni a quelli che la sera prima mi avevano trattato freddamente, una cortese giornalista mi domanda, imitando la vostra Lucienne Boyer:
- Non potreste parlarci d’altro? E se non parlate, cantate dunque!
Quando si domanda, anche scherzando, a un italiano di cantare una canzonetta, è raro ch’egli rifiuti!

Fino ad allora, io non mi ero mai curato della mia voce. Cantai due melodie del mio paese: ‘Avanti Savoia’ , unico repertorio!
Risultato: bis, ancora!!!
Già l’indomani ero convocato alla Radio.
Il giorno dopo registrai dei dischi.
Come vi dicevo: non si perde tempo in USA!
Strana bizzarria del Destino! Ho dovuto venire in Francia per diventare ballerino. Dovrò venire in America per diventare cantante?
Se una volta, io ritornerò in questa vibrante e così cordiale America, per fare piacere a ‘zio Sam’ io interpreterò solo “La dama Bianca”.
(‘Impressions d’Amérique’ di A. Spadolini, tratto da ‘Sourire de France’ 1935).

I grandi fotografi dell’epoca fanno di Spadolini uno dei loro soggetti preferiti. Recentemente si è scoperto che una bellissima foto, in cui l’artista marchigiano appare nudo, bello come un dio, con una misteriosa sfera in mano, è opera di Dora Marr, per molti anni compagna di Pablo Picasso. Dora Marr fotografa Spadolini per la brochure dello spettacolo teatrale “Catherine empereur” di Maurice Rostand, che viene inaugurato al Théatre Nationale de l’Odeon di Parigi, nel novembre 1937 (e si dice che Picasso non abbia mai digerito quel servizio fotografico!).

Nel 4° atto dell’opera di Rostand fa la sua apparizione Spadolini, sotto forma di ‘dono danzante’ del Ministro Potemkine all’Imperatrice Caterina di Russia. Nel ruolo dell’Imperatrice è Yvonne de Bray, attrice francese che fra il 1943 e il 1948 partecipa alla straordinaria trilogia di Cocteau: “Les parents terribles”, “L’aigle à deux tetes”, “L’éternel retour”.

Nel 1941 al China Theater di Stoccolma l’artista marchigiano conosce Betty Bjurstrom, una ballerina tanto affascinante da partecipare all’elezione di miss Europa 1948 in rappresentanza della Svezia. Il futuro di Betty è segnato da una pallottola che le spezza la spina dorsale e che la immobilizza su una sedia a rotelle. Nel 1964 Spadolini rincontra la ragazza a Stoccolma e la invita all’inaugurazione della sua mostra alla Galleria Latina promettendole aiuto.

“Betty Bjurstrom nel 1941 ballava con un giovane italiano di nome Alberto Spadolini. Oggi lei spera di essere da lui aiutata finanziariamente. Quello che Betty non sapeva nel 1941 è che Spadolini è un pittore molto bravo che inaugurerà un ‘vernissage’ dei suoi quadri alla Galleria Latina di Stoccolma. Grazie all’aiuto di Spadolini Betty spera di trovare i soldi necessari alle spese di riabilitazione e così forse un giorno alzarsi dalla sedia a rotelle.” (“Dagens Nyheter ” Stoccolma, dicembre 1964)

Spadolini appare nel dopo-guerra in alcuni servizi fotografici accanto a Liane Daydé, Stella dell’Opera de Paris, partner di Serge Lifar e di Rudolf Nureyev. Da me interpellata Liane Daydé racconta che le foto che la ritraggono giovanissima accanto a Spadolini furono scattate nello studio del maestro Alexander Volinin a Parigi e che lo stupendo ritratto sullo sfondo, opera di Spadolini, è quello di Anna Pavlova.

Yvette Marguerie, ballerina e attrice nel cinema muto, produce con Spadolini alcuni cortometraggi sulla danza fra cui “Rivage de Paris” (1950) con il chitarrista Jango Reinhart, “Nous les gitans” (1951) con la ballerina Carmen Amaya, “Souvenirs d’Espagne” (1952). Spadò e Yvette vivono una ventennale storia d’amore. Il loro rifugio è il Castello di Brignac sulla Loira i cui interni sono stati completamente affrescati e decorati in stile rinascimentale da Spadolini. Più volte essi si recano in vacanza nelle Marche. Soggiornano a Fermo dove abitano le sorelle Giorgia e Maria e la mamma Ida, e a Porto San Giorgio, dove apprezzano la tradizionale cucina marchigiana, passeggiano in riva al mare e alla sera danzano nella discoteca “Riva fiorita”.

Nel 2007, per festeggiare il centesimo anniversario della nascita di Alberto Spadolini, si svolgerà a Porto San Giorgio una grande Rassegna. In mostra l’archivio del “Bolero-Spadò”, ritrovato nel 1978 nella soffitta delle sorelle a Fermo, comprendente un centinaio di artistiche fotografie, quaranta dipinti, venti scenografie, e poi disegni, sculture, spartiti musicali, libri, dischi, depliant e manifesti degli spettacoli di danza, delle esposizioni di pittura e centinaia di articoli di giornale provenienti da tutti i continenti. Un’occasione unica per ripercorrere l’incredibile vicenda umana e artistica di Spadolini:
• scenografo al Teatro degli Indipendenti di Roma;
• decoratore con Paul Colin;
• danzatore con Mistinguett, Joséphine Baker, Nati Morales e Mila Pareli;
• coreografo amato da Paul Valery, da Maurice Ravel, da André Levinson;
• attore accanto a Charles Boyer, a Jean Gabin, a Jean Marais;
• regista di cortometraggi sulla danza con il jazzista Jango Reinhart e Carmen Amaya;
• adattatore dei dialoghi per la London Film (“I racconti di Hoffman”, a cui collabora, vince il Premio per la Miglior Produzione Festival di Cannes 1951);
• cantante di musica melodica incide alcuni dischi nel 1935 a New York;
• giornalista per la rivista ‘Sourir de France’;
• scultore capace di dare un’anima alle sue opere;
• restauratore di quadri del settecento presso l’atelier parigino di Jules Boucher;
• illustratore di alcuni libri dello scrittore e poeta André Marie Klenovski;
• pittore apprezzato da Jean Cocteau, da Max Jacob …

“I miei amici mi considerano pazzo perché preferisco ai contratti più remunerativi quelli che mi permettono di viaggiare, di sperimentare tutte le arti. I soldi non mi sono mai interessati!”
Alberto Spadolini

13/02/2007





        
  



2+5=
locandina Alberto Spadolini anni '30
Spadolini al termine di uno spetacolo anni '30
Dipinto di Alberto Spadolini
Alberto Spadolini
Catherine Hessling vista da Pierre Auguste Renoir
Disegno-anni-'30-Spadolini-con-Suzy Solidor
Spadolini fotografato da Dora Maar 1937
Spadolini e J baker in un disegno di Pierre Payen anni '30
Spadolini e Liane Daydé
autografo Mistinguett
Joséphine Baker

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