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Il Movimento Cittadino per il Partito Democratico scrive al Sindaco

San Benedetto del Tronto | Caro Sindaco, cara Giunta, quel programma di mandato e quel progetto di sistemazione della "vecchia pineta" un pò così...

di Tonino Armata*


Caro sindaco, cara giunta,
ci dispiace tanto ma, siamo costretti a dire una cosa spiacevole. Spiacevole per noi che la scriviamo e crediamo anche per molti di quelli che la leggeranno: il sindaco Gaspari e la giunta stanno dando (almeno per ora) un’immagine di sé scomposta, sbilenca e mediocre.

Che i problemi da affrontare fossero di difficile soluzione, si sapeva. Dunque non è una sorpresa. Il lascito ereditato da quattro anni scriteriati dell’amministrazione passata, impone scelte ardue quanto necessarie, le cui responsabilità non ricadono né sul sindaco né sulla giunta.

Ciò che rimproveriamo al sindaco e di conseguenza a questa giunta dopo alcuni mesi dal suo insediamento, non è il percorso che deve intraprendere, ma l’esitazione che sembra averlo colto fin dai suoi primi passi, quasi sia restio a mettersi in cammino per timore di dover prendere decisioni sgradite a quella o questa parte della larga coalizione dei partiti dalla quale è sostenuto. (vedi cambio di destinazione di numerose aree incluse nei quartieri e piano regolatore firmato dal prof. Bellagamba ).

Questa indecisione nel fare, oltre a deludere e irritare la pubblica opinione pregiudizialmente favorevole, ridà fiato e vigore agli avversari, li motiva ad un antagonismo radicale che rende ancor più sfibrante un percorso di per sé accidentato.

Emergono spinte centrifughe nella coalizione, si accentua la nefasta gara alla visibilità dei partiti, l’aumento delle falange degli incarichi, l’affanno delle mediazioni infinite. Questo il quadro desolante che rischia di dissipare una parte di credito delle aspettative riposte nel sindaco e nella sua squadra, così poco coesa da far temere l’avverarsi delle peggiori previsioni.

Temiamo che i protagonisti politici dell’Unione non si rendono ben conto dei rischi crescenti di una situazione così fragile. Temiamo che se non supereranno rapidamente il crinale che li sovrasta, non riusciranno a procedere nell’ardua scalata di cui conoscevamo l’erta pendenza. E perciò li esortiamo, nel loro interesse e soprattutto nell’interesse della città la quale non attende altro che d’esser governata con equità, con senno e conoscenza dei problemi, a rompere gli indugi e impedire comportamenti gratuiti. Non si è ancora sentita una mano ferma e non si è percepito un pensiero illuminato.

Lo sviluppo della città negli ultimi anni si è avuto in base alle esigenze dell'adulto: sono state creati i quartieri con poco verde intorno e con pochi servizi perché l'adulto può tranquillamente spostarsi in auto per superare i disagi. Nei quartieri però, restano in ogni caso bambini, mamme e anziani, persone che non rientrano a casa la sera solo per dormire e che rappresentano numericamente un'alta percentuale di cittadini in apparenza componenti di una fascia sociale debole. Per dare voce anche a queste figure sociali il sindaco e la giunta, secondo il nostro modesto parere, devono assumere il bambino come parametro, nella convinzione che, se la città è attenta alle sue componenti più deboli può esserlo anche nei confronti di tutti cittadini.

Dal programma di mandato per il quinquennio 2006 – 2011 e dal Primo stralcio del progetto di sistemazione dei giardini e riqualificazione urbana della zona delimitata a nord da via fiscaletti, a sud dalla Palazzina Azzurra, ad est da viale delle Palme e ad ovest dalla ferrovia in nostro possesso, non si trova traccia del progetto “Città dei Bambini” (vedi “Un’idea per San Benedetto del Tronto” presentato dal Comitato Cittadino “Città dei Bambini” al sindaco e protocollato l’11 luglio 2006), concordato col sindaco e già ben in vista nel depliant elettorale dell’Unione inviato a tutte le famiglie sambenedettesi. Questa disattenzione deve far riflettere il sindaco (e la sua giunta). I cittadini che hanno fatto campagna elettorale e l’hanno votato, non sono soddisfatti di questa decisione e ora dubitano che quel progetto possa essere realizzato.

Secondo il nostro modesto parere, quel documento, doveva comunicare con chiarezza al consiglio comunale, che l’amministrazione puntava sui bambini per riqualificare la città. Costruire un progetto, trasformare lo spazio urbano degradato e ostile in un luogo accogliente, perfino piacevole con l’obiettivo finale di migliorare la qualità di vita, prendendo come parametro il bambino. In particolare la zona della "vecchia pineta" del centro di San Benedetto, nella convinzione che sia essenziale riservare ai bambini uno spazio "tutto loro" dedicato ai giochi e alle attività di socializzazione e di crescita responsabile ed equilibrata.

Per finire, caro sindaco e cara giunta, non è giustificazione dire che la distanza fra il comune e i cittadini era affare della giunta Martinelli. Se si pensa di escludere i cittadini dalla dimensione primaria della politica, la campana, come diceva Hemingway, suona come richiesta finale di rappresentanza. Anche perché governare la città in nome del centrosinistra e assistere a questo sentimento progressivo di perdita della cittadinanza prima ancora che un’impossibilità numerica, è una contraddizione concettuale, culturale e politica. Noi del Movimento Cittadino per il Partito Democratico, elettori dell’Unione e di questo sindaco ci sentiamo delusi e traditi, e perciò ci mettiamo in aspettativa. Noi ci aspettavamo da questa giunta una svolta, un’inversione di tendenza, un salto di qualità proprio nel rapporto tra potere e la comunità cittadina. In altre parole, un rapporto più umano e più democratico, più orientato all’ascolto e al confronto, più attento e sensibile alle esigenze e alle aspettative della gente.

La questione “Città dei Bambini” è il vero punto critico di questo scollamento. Con un po’ di saggezza, potrebbe essere un formidabile collant per mettere insieme i frammenti dispersi. Nella società degli interessi, dove i partiti non riescono a indicare e i corpi intermedi (sindaco e giunta) non riescono a comprendere l’idea di un “bene comune” e generale, prevale la difesa ad oltranza degli interessi dei partiti. Il rifiuto della sintesi esalta la contesa pre-politica o anti-politica tra la tesi e la sua antitesi. E’ un rischio fatale per la San Benedetto di oggi.

Paul Ginsborg ha scritto bene nel suo bel libro “La democrazia che non c’è”, citando il Benjamin Constant del 1819: “Il rischio della moderna libertà è che, assorbiti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, rinunciamo con troppa facilità al nostro diritto di partecipazione al potere politico”. Meglio non si poteva dire. Il paradosso è che l’onda rischia di montare proprio nel ciclo del governo della città di centrosinistra, che storicamente ha sempre avuto il monopolio della partecipazione.

*Presidente Mov. Citt. per il Partito Democratico

03/01/2007





        
  



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