Decreto contro la pedopornografia: "I siti cancellati entro sei ore"
| ROMA - Lo ha firmato il ministro delle Comunicazioni, Gentiloni. Il compito di intervenire toccherà ai provider su indicazione dell'autorità
Nella lotta alla pedopornografia via Internet il governo coinvolge anche i provider. Un decreto firmato questa mattina dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni impone ai fornitori di oscurare "i siti che diffondono, distribuiscono o fanno commercio di immagini pedopornografiche" entro sei ore dalla comunicazione ricevuta da parte dell'autorità giudiziaria. E' la nuova arma, dice il ministro, per "rafforzare la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori attraverso Internet".
Il decreto è il risultato di un'istruttoria durata alcuni mesi tra i due Ministeri, la polizia postale e le stesse associazioni degli Internet Provider, ai quali spetterà l'onere di intervenire direttamente secondo modalità concordate.
"Sono soddisfatto - ha detto il ministro Gentiloni - perchè in questo modo saranno proprio gli Internet Provider a collaborare per oscurare i siti illegali". Il decreto entrerà in vigore tra 60 giorni. Nel frattempo, i fornitori dovranno attivarsi per dotarsi di sistemi che li metteranno in grado di cancellare i siti in questione.
Il provvedimento completa così un percorso delineato nel 1998 con una legge sulle nuove forme di riduzione in schiavitù e successivamente integrata lo scorso anno con la previsione dell'istituzione di un Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia via Internet che ha anche il compito di raccogliere le segnalazioni degli organi di polizia italiani e internazionali sui siti che diffondono materiale concernente l'utilizzo sessuale dei minori.
"La rete - ha sottolineato il ministro delle Comunicazioni - è una straordinaria fonte di informazione ed un motore dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa una uso criminoso contro i bambini".
Positive le prime reazioni. Secondo Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione "Meter" e famoso per aver fatto oscurare migliaia di siti pedofili, il decreto Gentiloni va bene, ma bisogna tener presente che il problema non è nei provider italiani che "soprattutto dopo l'entrata in vigore della legge 269/98 hanno sempre recepito le indicazioni e le denunce" quanto in quelli esteri. Per sciogliere questo nodo, propone don Di Noto, "bisogna agire in sede Onu sensibilizzando i Paesi che hanno aderito alla convenzione di Ginevra sui diritti dell'infanzia. Dobbiamo chiedere loro comportamenti in difesa dei bambini, considerato che alcuni di loro hanno atteggiamenti di tolleranza pseudo culturale nei confronti del fenomeno".
Il decreto è il risultato di un'istruttoria durata alcuni mesi tra i due Ministeri, la polizia postale e le stesse associazioni degli Internet Provider, ai quali spetterà l'onere di intervenire direttamente secondo modalità concordate.
"Sono soddisfatto - ha detto il ministro Gentiloni - perchè in questo modo saranno proprio gli Internet Provider a collaborare per oscurare i siti illegali". Il decreto entrerà in vigore tra 60 giorni. Nel frattempo, i fornitori dovranno attivarsi per dotarsi di sistemi che li metteranno in grado di cancellare i siti in questione.
Il provvedimento completa così un percorso delineato nel 1998 con una legge sulle nuove forme di riduzione in schiavitù e successivamente integrata lo scorso anno con la previsione dell'istituzione di un Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia via Internet che ha anche il compito di raccogliere le segnalazioni degli organi di polizia italiani e internazionali sui siti che diffondono materiale concernente l'utilizzo sessuale dei minori.
"La rete - ha sottolineato il ministro delle Comunicazioni - è una straordinaria fonte di informazione ed un motore dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa una uso criminoso contro i bambini".
Positive le prime reazioni. Secondo Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione "Meter" e famoso per aver fatto oscurare migliaia di siti pedofili, il decreto Gentiloni va bene, ma bisogna tener presente che il problema non è nei provider italiani che "soprattutto dopo l'entrata in vigore della legge 269/98 hanno sempre recepito le indicazioni e le denunce" quanto in quelli esteri. Per sciogliere questo nodo, propone don Di Noto, "bisogna agire in sede Onu sensibilizzando i Paesi che hanno aderito alla convenzione di Ginevra sui diritti dell'infanzia. Dobbiamo chiedere loro comportamenti in difesa dei bambini, considerato che alcuni di loro hanno atteggiamenti di tolleranza pseudo culturale nei confronti del fenomeno".
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03/01/2007
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