Due novembre 2006, RaiDue, “AnnoZero” di Michele Santoro. Mentre Antonio Di Pietro battibecco con la giornalista di origini palestinesi Rula Jebrael, qualcuno dice testualmente «E’ una gnocca senza testa quella ragazza lì». Non interessa sapere se il “Signore” (si fa per dire) che ha interloquito si riferisse alla Jebrael o a Beatrice Borromeo.

Quel che stupisce è che su una rete Rai, in prima serata, mentre parla un Ministro, si ascoltino in diretta oscenità del genere. E nessuno se ne stupisce. Anzi, da come se la ridevano, si sono divertiti tutti: il pubblico presente, Michele Santoro (il giornalista “martire” ma strapagato), Renato Brunetta (economista ed eurodeputato FI) ed Antonio Di Pietro (Ministro e capo de “L’Italia dei Valori”). E pensare che debbiamo anche pagare il canone Rai.

Bestemmie ministeriali. In Italia, paese cattolico (ormai “ex”?) con Premier “cattolico adulto” ma con Presidente della Repubblica e della Camera orgogliosamente e rispettabilmente comunisti, non solo non ci si stupisce più del turpiloquio in TV (vedi sopra), ma si bestemmia. Dappertutto. Meglio non citare (non lo meritano) i nomi dei “signori” che hanno bestemmiato in TV. O che bestemmiano negli uffici pubblici, nell’esercizio delle loro funzioni. Ma che un Ministro in carica bestemmi Dio durante un discorso ufficiale e che nessuno se ne stupisca, fa riflettere. Nella scora settimana, durante il Congresso dei Radicali a Padova, il Ministro Emma Bonino, durante un discorso (penso scritto) ha bestemmiato. Tra l’indifferenza dei presenti. Non risulta che il “cattolico adulto”, capo del governo, se ne sia accorto, né che sia intervenuto in qualche modo. La gentildonna in questione, non solo non viene espulsa dal Governo e dal Parlamento, ma riceve ossequi, lauti appannaggi ed onori ministeriali. A noi non è concesso di rifiutarci di essere rappresentati da elementi del genere. Dobbiamo mantenerli nella bambagia e tacere. E la chiamano democrazia!

Altra chicca. No global anti-Nassiriya.
Sempre a Padova è accaduto un altro spiacevole episodio che dimostra su quale china sta scivolando la nostra Italia. Il 6 ottobre, alle ore 17, su internet leggevo: «Il padre di una vittima italiana in Iraq picchiato durante una commemorazione».
Al termine di una manifestazione commemorativa dei militari italiani morti in Iraq il 17 maggio 2004, Enzo Vanzan, padre di Matteo, il caporalmaggiore dei Lagunari morto in quel tragico attentato suicida, è stato picchiato da un gruppo di no global.

I nostri rappresentanti politici – di ogni colore - non muovono un dito per evitare che queste cose accadano. Neppure le denunciano. Io, cittadino, non mi sento affatto rappresentato da tale “classe politica”. Di ogni colore e livello. Dal Presidente della Repubblica in giù. E’ un indice gravissimo. Che non merita ulteriori commenti.