La Giornata Delle Marche: Bruxelles, Pesaro, le scuole, tutto il territorio
| Il sentimento dellorgoglio per guardare al futuro. Tante iniziative per raccontare una storia di crescita e di eccellenze
di Gian Mario Spacca *
Fare parte di una comunità e sentire forte questo senso d’appartenenza, essendo orgogliosi di come siamo ora.
Da regione che emigra, a regione che ha bisogno di immigrati, per far fronte al proprio sviluppo.
Una regione che in trent’anni è cresciuta in maniera straordinaria, con indicatori sociali ed economici ai primi posti. Rispetto al resto d’Italia, si vive meglio e più a lungo; il tasso di disoccupazione è dimezzato; abbiamo il più alto numero di poli produttivi; siamo la più artigiana, la più specializzata; il tasso di esportazione è uno dei più alti e siamo presenti in tutte le aree del mondo; le Università sono classificate tra le migliori per accedere ad occupazioni stabili.
Un modello di sviluppo che viene studiato in tutto il mondo e che viene preso come riferimento dai Paesi che si aprono al mercato.
Queste sono le Marche oggi. Queste Marche abbiamo voluto raccontare.
Esserne orgogliosi non significa accontentarsi, al contrario, significa guardare oltre, per trovare nuovi stimoli e sperimentare nuove opportunità. Una comunità che non riesce a guardare al futuro e non si dà nuovi obiettivi, è destinata a impoverirsi, ad arretrare, a non garantire nemmeno i risultati raggiunti.
Siamo consapevoli che i valori del lavoro, della convivenza civile, della pace, della tolleranza, che animano le nostre comunità e la nostro policentrismo, sono il terreno che ha permesso di costruire questi risultati.
Con questo spirito affrontiamo la seconda edizione della Giornata delle Marche, che ha come tema conduttore “L’Europa e il lavoro” – il 2006 è stato dichiarato “Anno europeo della mobilità dei lavoratori” - e si articola tra Bruxelles e le Marche, in particolare Pesaro e la sua provincia.
Un tema e una articolazione che consente di partire dalla tragedia di Marcinelle, dove persero la vita dodici concittadini, per sottolineare che siamo una regione con un forte spirito europeo, perché l’Europa abbiamo contribuito a farla.
Si può guardare in molti modi il fenomeno migratorio, a cui abbiamo dato un grande contributo: certo è che il marchigiano che ha lasciato il proprio paese e tutte le sue sicurezze per andare all’estero, è un soggetto che ha investito in fiducia, spinto dalla motivazione di migliorare la propria condizione.
E, se la destinazione è un Paese europeo, dove le differenze c’erano, ma i valori non completamente estranei o troppo diversi, l’integrazione è stata totale. Così, pur tra difficoltà e sofferenze, è nato un soggetto nuovo, un precursore del cittadino europeo.
Lo spirito europeo è forte anche perché ci sentiamo parte di una comunità più ampia, l’Europa appunto: c’è sintonia sui valori fondanti tracciati dal Trattato di Roma, di cui ricorre il cinquantenario l’anno prossimo. C’è sintonia con il nuovo Progetto di Costituzione, che l’Italia ha ratificato.
Bruxelles è la nostra seconda casa, lì abbiamo costruito un percorso comune con altre Regioni del centro, per essere più vicini ai momenti decisionali, per accompagnare le nostra politica regionale, che in maniera determinante si avvale dei contributi comunitari.
Anche con l’aiuto dell’Europa siamo cresciuti, abbiamo realizzato importanti Progetti, sul fronte dell’economia, dell’agricoltura, del lavoro, della cultura, dell’ambiente, della ricostruzione post-terremoto. Non è un caso che siamo la Regione italiana che ha spuntato il risultato migliore in termini economici per affrontare il prossimo periodo di programmazione 2007-2013. Periodo che sarà strategico per aumentare la competitività del nostro sistema.
La Giornata delle Marche è stata anche un momento di festa, dove si sono mescolati i colori, gli odori, i sapori della nostra terra, con le nostre eccellenze culturali, in termini di opere d’arte, di monumenti, di simboli della cultura mondiale. Ma anche la fantasia, la creatività, l’allegria, la generosità.
Per questo l’evento clou si è tenuto alla Grand Place, e altre manifestazioni al Museo des Beaux Arts.
Manifestazioni che si sono riprodotte a Pesaro, per creare un ponte “reale” con una città vivace della nostra regione.
Ma, ugualmente importanti sono state le iniziative sul territorio, nelle città, nelle piazze, nei luoghi simbolo, attorno a cui si stringono le comunità.
Analoga cosa è avvenuta in tutto il mondo, per iniziativa delle comunità dei marchigiani all’estero, che hanno programmato da tempo eventi e che sentono forte l’elemento dell’identità, l’essere riconosciuti come marchigiani: perché le radici sono una ricchezza, vanno difese e preservate, lo sanno bene i nostri concittadini all’estero.
Così le scuole, che si sono fatte promotrici di eventi di varia natura. Alle giovani generazioni, in particolare, vogliamo parlare, perché crescano nella pace e vivano il lavoro come momento di emancipazione e di libertà.
*Presidente Giunta
Regione Marche
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30/11/2006
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