Salta la riunione del Consiglio Comunale per mancanza del numero legale
San Benedetto del Tronto | Assenti tre consiglieri Ds più uno di Rifondazione. Tra i punti agli ordini del giorno il Programma di Mandato. Il fatto è grave e per tre motivi....
di Carmine Rozzi

Per mancanza del numero legale è saltata la prevista riunione del Consiglio Comunale. Assenti all'appello quattro consiglieri della maggioranza: Palma Del Zompo, Fabio Urbinati, Claudio Benigni (tutti Ds) e Daniele Primavera (Rifondazione). I primi due avevano già comunicato in largo anticipo la loro impossibilità a partecipare. Benigni è arrivato con due minuti di ritardo mentre Primavera sarebbe rimasto intrappolato nel traffico della sopraelevata.
In una convocazione "normale" il Presidente, una volta constatata la presenza dei consiglieri, invita i suddetti ad entrare in aula. Quindi, se viene appurata la mancanza del numero legale (15+1), si procede ad una seconda convocazione (che di solito avviene entro la prima ora) dove è sufficiente la presenza di un terzo dell'assemblea (10+1).
Nella riunione del 16 novembre fu fatto l'appello al quale risposero il numero legale della metà più uno poi, su invito del Sindaco Giovanni Gaspari, la stessa fu "sospesa" per onorare la memoria dei morti della "Rita Evlyn".
Ora la sospensione può essere di pochi minuti o di sette giorni (come in questo caso). Solo che, alla ripresa della sessione, si procede come se la prima riunione fosse in atto e quindi vale la proporzione della metà più uno. Probabilmente la minoranza aveva avuto notizia che sarebbero mancati due consiglieri della maggioranza ed ha disertato coscientemente l'aula sperando nella mancanza di altri consiglieri facendo così venir meno il numero legale. Cosa che è poi puntualmente avvenuta.
Il fatto in sé è molto grave specie nei confronti della cittadinanza. E per tre motivi. Il primo è che la carica di consiglieri impone la partecipazione "a prescindere". Prima di qualsiasi legge o statuto (a
parte motivi di impedimenti fisici) lo impone l'impegno civile che si è presi di fronte agli elettori nell'assumere la carica. Qualsiasi ritardo (di traffico, di impegni personali di lavoro ecc) sono contingenti. E se sono speculari per motivi politici (disertare l'aula aspettando che piova) la gravità è ancora maggiore. Tra i sette punti all'ordine del giorno c'era la presentazione del Programma di Mandato, ovvero la lista delle cose che la nuova Amministrazione ha in mente di fare nel quinquennio che si appresta a governare.
Un argomento importantissimo che interessa il futuro della città nel suo insieme. Un editto non scritto enuncia che "quando manca il numero legale è sempre colpa della maggioranza". Pur tuttavia non aver potuto discuterlo per alcuni "ritardi" della stessa o per un boicottaggio più o meno palese della minoranza che, tra l'altro, aveva presentato quattro dei sette interventi, non fa onore né alla prima né alla seconda. Terzo. La nuova decisione di far svolgere il Consiglio Comunale nelle ultime ore del
pomeriggio (17,30/18)sta riscuotendo sempre più il malcontento dell'intero Consiglio e di molti cittadini.
E' un orario che in futuro si rivelerà una mina vagante per chi vi deve partecipare poiché a quell'ora molti sono ancora sul posto di lavoro e quelli che svolgono la libera professione non hanno chiuso la loro attività.
Le assenze della maggioranza di oggi potrebbero essere della minoranza domani. A tutto discapito del funzionamento democratico della "res pubblica" che in queste riunione trova la sua massima espressione. Un ritorno alle ore 21, con un tetto di ordini (onde non fare le 3 del mattino) sarebbe probabilmente la soluzione più auspicabile.
In una convocazione "normale" il Presidente, una volta constatata la presenza dei consiglieri, invita i suddetti ad entrare in aula. Quindi, se viene appurata la mancanza del numero legale (15+1), si procede ad una seconda convocazione (che di solito avviene entro la prima ora) dove è sufficiente la presenza di un terzo dell'assemblea (10+1).
Nella riunione del 16 novembre fu fatto l'appello al quale risposero il numero legale della metà più uno poi, su invito del Sindaco Giovanni Gaspari, la stessa fu "sospesa" per onorare la memoria dei morti della "Rita Evlyn".
Ora la sospensione può essere di pochi minuti o di sette giorni (come in questo caso). Solo che, alla ripresa della sessione, si procede come se la prima riunione fosse in atto e quindi vale la proporzione della metà più uno. Probabilmente la minoranza aveva avuto notizia che sarebbero mancati due consiglieri della maggioranza ed ha disertato coscientemente l'aula sperando nella mancanza di altri consiglieri facendo così venir meno il numero legale. Cosa che è poi puntualmente avvenuta.
Il fatto in sé è molto grave specie nei confronti della cittadinanza. E per tre motivi. Il primo è che la carica di consiglieri impone la partecipazione "a prescindere". Prima di qualsiasi legge o statuto (a
parte motivi di impedimenti fisici) lo impone l'impegno civile che si è presi di fronte agli elettori nell'assumere la carica. Qualsiasi ritardo (di traffico, di impegni personali di lavoro ecc) sono contingenti. E se sono speculari per motivi politici (disertare l'aula aspettando che piova) la gravità è ancora maggiore. Tra i sette punti all'ordine del giorno c'era la presentazione del Programma di Mandato, ovvero la lista delle cose che la nuova Amministrazione ha in mente di fare nel quinquennio che si appresta a governare.
Un argomento importantissimo che interessa il futuro della città nel suo insieme. Un editto non scritto enuncia che "quando manca il numero legale è sempre colpa della maggioranza". Pur tuttavia non aver potuto discuterlo per alcuni "ritardi" della stessa o per un boicottaggio più o meno palese della minoranza che, tra l'altro, aveva presentato quattro dei sette interventi, non fa onore né alla prima né alla seconda. Terzo. La nuova decisione di far svolgere il Consiglio Comunale nelle ultime ore del
pomeriggio (17,30/18)sta riscuotendo sempre più il malcontento dell'intero Consiglio e di molti cittadini.
E' un orario che in futuro si rivelerà una mina vagante per chi vi deve partecipare poiché a quell'ora molti sono ancora sul posto di lavoro e quelli che svolgono la libera professione non hanno chiuso la loro attività.
Le assenze della maggioranza di oggi potrebbero essere della minoranza domani. A tutto discapito del funzionamento democratico della "res pubblica" che in queste riunione trova la sua massima espressione. Un ritorno alle ore 21, con un tetto di ordini (onde non fare le 3 del mattino) sarebbe probabilmente la soluzione più auspicabile.
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23/11/2006
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