Nasce una nuova alleanza per valorizzare il diamante dei Sibillini
| Partnership tra Comune di Amandola e Accademia Italiana della Cucina. Mandozzi: (Atam): Il tartufo, volano delleconomia locale.

Nasce una nuova alleanza per valorizzare il “diamante dei Sibillini”: il tartufo. L’hanno formalizzata ieri, 19 novembre, nella sede comunale il Sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, e Alberto Regno, Delegato di Fermo dell’Accademia Italiana della Cucina (Aic), alla presenza del Sindaco di Montefortino, Lando Siliquini, del presidente dell’Associazione tartufai dell'Appennino marchigiano (Atam), Alberto Mandozzi, e, in rappresentanza della presidenza nazionale dell’Aic, Luigi Marra, membro del Consiglio di presidenza. Sempre attenta alla valorizzazione del territorio, la Delegazione fermana ha accolto più che volentieri l’invito di farsi testimonial e portavoce di questa eccellenza e di avviare una serie di iniziative di sensibilizzazione e promozione, concordate con l’amministrazione e gli enti di tutela del tartufo.
Alberto Regno ha parlato di “tartufi piceni” e ha ricordato che nel territorio dei Sibillini è possibile degustare l’intera filiera, dal bianco pregiato al nero pregiato; caratteristica che pochi territori possono vantare. “Ci siamo resi conto – ha detto - che questa è un’entità importante, sia dal punto di vista della qualità che della quantità, e ci fa piacere camminare a braccetto con l’amministrazione per far conoscere il prodotto”.
Dal Sindaco Treggiari il ringraziamento alla Delegazione fermana, che da due anni con un convivio dedicato “al monarca della tavola” è presente in Amandola per scoprire e valorizzare il tartufo nel territorio di produzione. Ricordando le principali manifestazione locali sul tema, Treggiari ha quindi auspicato che “da questo sodalizio possano nascere delle nuove idee”. Già tutti d’accordo su due importanti azioni da sostenere: sensibilizzazione dei ristoratori perché utilizzino il prodotto locale tutto l’anno e una riflessione sull’abbinamento con un vino “che rappresenti il territorio fermano”, così che le due espressioni territoriali possano crescere parallelamente.
Del tartufo come “volano di una fragile economia del territorio”, risorsa fondamentale per il turismo enogastronomico, motore di sviluppo per le economie locali in grado di contrastare lo spopolamento delle aree rurali, ha parlato Alberto Mandozzi. Un esempio per tutti: ogni anno l’area dei Sibillini regala tra i 300 e il 500 chili di tartufo bianco, una quantità di tutto rispetto che produce un fatturato importante. Inoltre la produzione dell’area consente di avere a disposizione un prodotto eccellente per 12 mesi l’anno: “Non consumate le salse – l’invito di Mandozzi - perché lì il tartufo non c’è. Li c’è un prodotto di sintesi, che deriva dal petrolio”.
Dal presidente dell’Atam anche un grido d’allarme: “L’habitat del tartufo bianco si sta restringendo a causa dell’abbandono della terra o di una produzione intensiva dei terreni”. Infine l’invito al Sindaco Treggiari ad investire maggiori risorse nella promozione e valorizzazione del settore. Perché non tanto il tartufo in sé ha bisogno di pubblicità, quanto il territorio. In questo senso la provocatoria proposta del Sindaco che ha anche lanciato l’idea di rinominare il bianco pregiato “Amandolo. Tartufo bianco dei Sibillini”. “Il 60% della produzione nazionale - ha ricordato Luigi Marra - viene dalle Marche e dall’Abruzzo, ma quando si parla di tartufo si parla quasi solo di Alba. Abbiamo tutto, ma a volte non sappiamo vendere”.
Nell’occasione il presidente di Atam ha anche presentato il suo volume “I tartufi del Piceno”, frutto di un lavoro e di un’esperienza lunga trent’anni, che delinea, attraverso schede sul prodotto e sull’ecosistema, tutta la ricchezza biologica e naturale del territorio. Un testo completo ed esaustivo, in cui non è di minore importanza il punto di vista della tutela ambientale.
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20/11/2006
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Betto Liberati