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Dalla strada ai privée

Porto San Giorgio | Come cambia la prostituzione al chiuso, dalle Marche al resto d’Italia. Resoconto del convegno di operatori ed esperti oggi a Porto San Giorgio

Il fenomeno della prostituzione indoor è radicato in Italia; il barometro della crescita è l'esplosione di annunci su giornali e riviste dedicate e su normalissimi quotidiani.
A confrontarsi oggi su questo tema esperti, operatori, rappresentanti delle forze dell’ordine in una giornata di studio dal titolo “Tra visibile e invisibile. Scenari e prospettive di intervento rispetto alla Prostituzione al Chiuso”, promossa dall’associazione On The Road, operante prevalentemente nelle Marche e in Abruzzo, in collaborazione con l’agenzia giornalistica Redattore Sociale e il consorzio Nova. Il seminario nazionale si è tenuto questa mattina a Porto San Giorgio, presso l’Hotel “Il Gabbiano”.

Nel suo intervento Marco Bufo, responsabile di On The Road ha sottolineato come il fenomeno della prostituzione indoor sia stato favorita da “politiche repressive” (come le legge Bossi Fini la Bossi-Fini- Prestigiacomo sulla prostituzione, mai approvata) e dalla conseguente maggiore attività di controllo. Ad incidere, comunque, secondo Bufo, sono anche altri fattori “di mercato”: per esempio, clienti che chiedono diversificazioni di luoghi ed esprimono gusti diversi.
Se questo ha aiutato ad abbassare il conflitto sociale e a dare un senso di maggiore sicurezza ai cittadini, “ricollocando in un luogo appropriato la prostituzione”, allo stesso tempo ha reso più difficile la vita degli operatori. L’aggancio per le associazioni avviene ora telefonicamente, attraverso i giornali di annunci. La maggior parte delle telefonate va a vuoto; pochissime le prostitute che accettano una visita in casa e molto spesso dopo il primo incontro la persona incontrata cambia zona e il contattato si perde.

L’intervento dell’ispettore capo del Commissariato di Polizia di Fermo, Amleto Iacopini si è invece focalizzato sulle trasformazioni del fenomeno prostituzione nel fermano. Gli anni ’90, ha spiegato, sono stati caratterizzati dalla tratta delle donne dell’Est; tra il ‘93 e il ‘94 la protesta dei cittadini ha spinto la Questura a richiedere maggiori attività di controllo: in un anno il Commissariato, con allora circa 30 persone in forza, ha effettuato 200 controlli. Circa 80 le persone, che si prostituivano in strada, intercettate. “Siamo solo riusciti a spostare il problema, in altre zone o negli appartamenti”, spiega. La ricerca investigativa si è spostata dunque al chiuso dei locali e delle case private, attraverso gli annunci nei giornali e gli appuntamenti come finti clienti. Le misure repressive sono passate anche attraverso il controllo dei contratti di affitto e molti proprietari non in regola sono stati accusati di favoreggiamento. “Nel ’93 – ha ricordato – nella zona di Lido Tre Archi un monolocale veniva affittato anche ad un milione e mezzo”. L’ispettore ha anche chiarito le difficoltà legate all’applicazione della Bossi-Fini in materia di stranieri clandestini.

Dal seminario sono emersi tratti piuttosto uniformi del fenomeno della prostituzione indoor a livello nazionale. Essa si presenta più frammentata sul territorio, rispetto alla prostituzione in strada che obbliga ad una presenza costante in certe vie o in certe zone;coinvolge rumene molto giovani, ucraine, russe, albanesi. Da 2 o 3 anni anche sudamericane molto giovani e cinesi che raramente si trovano in strada. Anche le italiane sono sparite dalla strada.
Sono inoltre stati analizzati alcuni fenomeni ancora poco conosciuti. Innanzitutto l’esistenza di veri e propri “pacchetti di servizi” per le ragazze dell'Est che decidono di venire a prostituirsi e che si rivolgono a connazionali che già vivono in Italia.
Poi, l’esistenza di un florido mercato indotto che ruota intorno alla prostituzione. Primo tra tutti quello degli affitti a canoni settimanali altissimi, su cui speculano sia privati che agenzie.

Di particolare interesse è stato l’intervento dello psicoterapeuta Roberto Merlo, per il quale il contatto con la prostituzione di appartamento può essere utilissima nei processi di cura, tanto da ipotizzare un coinvolgimento di chi si prostituisce nel counselling. Secondo lo psicoterapeuta, dietro agli utenti della prostituzione ci sono spesso “maschi che hanno seri problemi nell’esercizio della propria sessualità”. "In fondo - spiega Merlo -le prostitute sono in contatto con una condizione di sofferenza che genera dolore, crisi, aggressività, rabbia e che non viene considerata. Ma queste esperienze pongono una questione; io ho avuto persone che mi sono arrivate su consiglio di una prostituta di appartamento, che io non conosco, ma che ha detto al proprio cliente: tu hai bisogno di psicoterapia. Questo non è un atteggiamento di cura? Secondo me sì; se la stessa cosa l’avesse detta la mamma o l’amico forse non quella persona non si sarebbe curata”.

Al seminario era inoltre presente, Augusto Pistilli, presidente nazionale di Federsex, libera associazione che organizza club privée in Italia e in Europa offrendo loro consulenza, gestione dell'immagine, promozione e tutela legale. I privée sono potenzialmente dei luoghi a rischio in cui il confine tra la libertà di vivere la propria sessualità e il favoreggiamento o l'esercizio della prostituzione può essere molto labile. Per questo la Federsex cerca di intervenire soprattutto attraverso educazione e regolamentazione. "Facciamo dei meeting con i gestori dei privée che fanno parte della Federazione. – ha detto Pistilli - Ci confrontiamo cercando di portare avanti una regolamentazione. Il primo approccio è lavorare sul cliente, spingendolo ad esplorare meglio la propria sessualità e facendogli capire che l'eleganza, il gioco di sguardi fa parte di questa esperienza, dove non vale l'equazione che più pago più ottengo”. Ma il rischio di sfruttamento c'è; lo testimoniano gli operatori presenti. "C’è chi lo fa - ammette Pistilli – in modo invisibile. Ci sono gestori che attivano rapporti diretti e questa è prostituzione perché c’è un mercato. In Federsex però scatta l’elemento dell’educazione. Nei privée Federsex non esiste prostituzione, perché ognuno è libero o no di accettare il gioco”.

Per ulteriori informazioni: 0734 681001 – 339 2128934

14/11/2006





        
  



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