A New York le creazioni uniche degli orafi del Consorzio Piceni Art For Job
Ascoli Piceno | Una tre giorni, organizzata da ICE Istituto Commercio Estero e Regione Marche, in cui New York ha potuto ammirare le splendide produzioni di 14 orafi marchigiani, tra i quali 5 associati al Consorzio.

kimberley preziosi
Le aziende del Consorzio Piceni Art For Job hanno partecipato, tra i migliori e selezionati orafi artigiani delle Marche, all’esposizione “Goldsmith’s Art Mastery Exhibition” che dal 25 al 27 ottobre si è svolta al Cipriani Rainbow Grill del Rockefeller Center, New York.
Una tre giorni, organizzata da ICE – Istituto Commercio Estero e Regione Marche, in cui New York ha potuto ammirare le splendide produzioni di 14 orafi marchigiani, tra i quali 5 associati al Consorzio Piceni Art For Job. Le sue aziende partecipanti alla manifestazione sono state: Gioielli Antonelli, Gatti Gioielli, Kimberley Preziosi, Silvano Zanchi Arte Gioiello, Sigimiko di Sigismondo Capriotti e Mirko Bacelle.
Un evento con cui si è voluta dare una forte visibilità ad una tradizione artigianale e artistica profondamente radicata sul territorio. Il patrimonio marchigiano nel campo dell’arte orafa ha infatti origini lontanissime nel tempo. Già con i Piceni, antico popolo abitante il territorio al tempo degli Etruschi, monili in bronzo e preziosi ornamenti personali realizzati in ambra, osso e pasta vitrea, caratterizzano l’abbigliamento femminile e sono simbolo di distinzione sociale. Pendagli-pettorali, stole, anelloni a nodi, fibule, orecchini a disco in ambra, pendenti, lunghe frange di catenelle e decorazioni stilizzate, che richiamano spesso frecce o piccole mani, costituiscono i motivi ricorrenti di questa antichissima arte del gioiello.
Nel Rinascimento poi, i molti laboratori presenti su un territorio a prevalenza agricola sono la testimonianza di un legame profondo tra oreficeria e costumi marchigiani. Un legame che nasce dal due fattori culturali: il senso religioso del popolo marchigiano, e il suo uso dell’oro come bene dotale tra famiglie gentilizie e popolari rendono da una parte gli arredi sacri, e dall’altra le suppellettili domestiche e i gioielli, le maggiori produzioni orafe locali.
Tipicità dell’oreficeria popolare marchigiana sono monili come le perugine e i pendenti di corallo. Diffuse in tutte le Marche fino alla metà dell’800, sono tipici doni nuziali, la dote di ogni ragazza da marito, il cosiddetto “oro della sposa”.
Una tre giorni, organizzata da ICE – Istituto Commercio Estero e Regione Marche, in cui New York ha potuto ammirare le splendide produzioni di 14 orafi marchigiani, tra i quali 5 associati al Consorzio Piceni Art For Job. Le sue aziende partecipanti alla manifestazione sono state: Gioielli Antonelli, Gatti Gioielli, Kimberley Preziosi, Silvano Zanchi Arte Gioiello, Sigimiko di Sigismondo Capriotti e Mirko Bacelle.
Un evento con cui si è voluta dare una forte visibilità ad una tradizione artigianale e artistica profondamente radicata sul territorio. Il patrimonio marchigiano nel campo dell’arte orafa ha infatti origini lontanissime nel tempo. Già con i Piceni, antico popolo abitante il territorio al tempo degli Etruschi, monili in bronzo e preziosi ornamenti personali realizzati in ambra, osso e pasta vitrea, caratterizzano l’abbigliamento femminile e sono simbolo di distinzione sociale. Pendagli-pettorali, stole, anelloni a nodi, fibule, orecchini a disco in ambra, pendenti, lunghe frange di catenelle e decorazioni stilizzate, che richiamano spesso frecce o piccole mani, costituiscono i motivi ricorrenti di questa antichissima arte del gioiello.
Nel Rinascimento poi, i molti laboratori presenti su un territorio a prevalenza agricola sono la testimonianza di un legame profondo tra oreficeria e costumi marchigiani. Un legame che nasce dal due fattori culturali: il senso religioso del popolo marchigiano, e il suo uso dell’oro come bene dotale tra famiglie gentilizie e popolari rendono da una parte gli arredi sacri, e dall’altra le suppellettili domestiche e i gioielli, le maggiori produzioni orafe locali.
Tipicità dell’oreficeria popolare marchigiana sono monili come le perugine e i pendenti di corallo. Diffuse in tutte le Marche fino alla metà dell’800, sono tipici doni nuziali, la dote di ogni ragazza da marito, il cosiddetto “oro della sposa”.
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31/10/2006
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