"Ma quale qualità e attenzione al pubblico, fate solo cultura ideologica"
Porto San Giorgio | Cesare Catà attacca l'amministrazione sangiorgese sulla stagione teatrale: "Parlano di rapporto con il pubblico ma registrano continui cali di abbonamenti"
di Cesare Catà*
Ci vuole un bel coraggio – o meglio una totale faccia di bronzo – per presentare la stagione teatrale sangiorgese come è stato fatto la scorsa settimana dal sindaco e dal neo-assessore alla cultura. Si è parlato di un stagione teatrale che, in continuità con l’attività del precedente assessore alla cultura di Rifondazione Comunista, vorrebbe porsi in termini di qualità e di attenzione per il pubblico. Evidentemente, né i cali vertiginosi – in questi anni di amministrazione – degli abbonamenti, né la presenza a teatro assai speso soltanto di gruppi di partito, né un malcontento generale del popolo nei confronti delle proposte comunali, hanno indotto gli amministratori a una qualche riflessione autocritica. D’altronde, la cosa non sorprende: giacché il modus operandi dell’attuale amministrazione è propriamente quello di operare nel chiuso di una stanza, per logiche di potere, attaccati alle poltrone anche quando si è palesata la fine politica di un amministrazione anche al più ingenuo degli osservatori della res publica locale.
Ma sentir parlare in termini di qualità e di rapporto con il pubblico della presente e delle scorse stagioni teatrali sangiorgesi è forse davvero troppo. Le passate stagioni – nessuno ha avuto il coraggio, finora, di dirlo con forza – sono state caratterizzate da un taglio politico (o meglio partitico) fortissimo. Sono stati davvero pochi gli “spettacoli” che non avessero un tiro di ordine sinistro, la cui realizzazione non fosse opera di personaggi estremamente schierati, al fine di dare un messaggio con evidenti collegamenti alla ideologia della sinistra comunista e massimalista.
Questo ha naturalmente allontanato gran parte del popolo sangiorgese dal teatro. Dal momento che, com’è ovvio, solo in pochi possono sentirsi interessati o in armonia con le tematiche di estrema sinistra di cui le stagioni teatrali di Porto san Giorgio, in questi ultimi anni, si sono fatte mero strumento. È tantomeno può risultare interessante presenziare a uno spettacolo intellettualistico e vuoto, come i tanti che sono presenti anche nell’attuale cartellone. Ma questo, in una certa ideologia, non è importante: perché, come insegna Gramsci, la cultura deve essere egemonicamente occupata dalle élites di partito, per “imboccare” il popolo di una prestabilita ideologia.
È ora che si dica che questo modo di operare, a San Giorgio come ovunque nel mondo, è sbagliato, inumano e perdente. È quindi con un infastidito sarcasmo che mi ritrovo oggi ad ascoltare vuote e false affermazioni del Sindaco e del neoassessore – il quale è noto per la strumentalizzazione politica della satira, e di certo deve trovarsi a suo agio con la strumentalizzazione politica del teatro che è avvenuta ultimamente a San Giorgio con il beneplacito del sindaco, e malgrado la città.
Quindi il problema non è – come qualcuno suggeriva qualche tempo fa – che il Comune proponga spettacoli di qualità troppo alta perché la città possa apprezzarli. Il Comune continua a proporre spettacoli di dubbia qualità artistica, dalla forte valenza ideologica, che dunque non interessano e non piacciono ai tanti intelligenti e colti cittadini che abitano San Giorgio. È ora che si dica che la gestione della cultura, a Porto San Giorgio, è uno dei tanti, clamorosi fallimenti di questa amministrazione. È ora che si torni a dire che la cultura si fa con il popolo – e non per il popolo, preconfezionando stagioni teatrali di bassa qualità affinché un messaggio ideologico possa essere propagandato fra le masse. Abbiate la decenza di lasciare le vostre poltrone, anche per ridare a San Giorgio un teatro di qualità, al posto di queste elitarie, pseudointellettuali messe in scena che non interessano e non toccano i nostri cuori di uomini.
*poeta e filosofo sangiorgese
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30/10/2006
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