La difesa dei diritti del compagno Epifani
Fermo | Il leader Cgil scalda la platea su diritti dei lavoratori e stipendi: "Non si può spendere troppo per giovani qualificati; ma per strapagare i dirigenti sì, perché?"
di Pierpaolo Pierleoni
Uno dei momenti più vivaci del convegno dell’Itis Montani con il segretario Cgil Guglielmo Epifani è stato caratterizzato dall’intervento di due lavoratori di imprese del Fermano, che hanno portato la loro esperienza personale e raccontato i disagi degli ambienti lavorativi. Uno è impiegato alla Metaltex dal 1990. “L’ultimo contratto di lavoro aziendale è stato fatto nel 1986. Non siamo ancora riusciti a rinnovarlo.
La Fiom ha promosso corsi per la formazione continua, ma la verità è che alle aziende interessa poco investire sulle risorse umane e spendere per la formazione dei propri dipendenti. C’è un problema culturale forte”. Strappa un sorriso, il lavoratore Metaltex, anche quando scherza sull’andamento del convegno fino a quel momento.
“L’unico che ha ricevuto un applauso fino ad ora è stato il presidente di Confindustria Alvaro Cesaroni. Non me ne voglia nessuno, ma non sembra proprio di stare ad un incontro della Cgil”. Ed in effetti, fino a quel momento, era stato un convegno senza scosse. Ed è sempre l'operaio Metaltex il primo a pronunciare la parola 'compagno'. Fino a quel momento non era scappata a nessuno. da lì in poi, la pronunceranno tutti.
Il secondo intervento viene da una donna, da 6 anni alla Tod’s di Casette d’Ete. “La gente, quando dico di lavorare lì, mi fa i complimenti, dice che sono fortunata. Certo, l’immagine percepita all’esterno è questa. Ma da dentro non è proprio così. Abbiamo servizi utili come l’asilo per chi ha bambini piccoli, c’è anche la palestra, ma dall’altra parte c’è la più totale chiusura sulle contrattazioni. Quando si tenta di ridefinire il contratto aziendale ci si trova davanti a un muro: non si tratta su niente. Il problema è anche dovuto al fatto che il nostro maggior interlocutore è il direttore di produzione, che non ha nessun potere decisionale. Così ci troviamo sempre allo stesso punto. Va anche detto che quando abbiamo costituito una Rsu (rappresentanza sindacale, ndr) la proprietà non ha opposto nessun ostacolo. In prcedenza, quando lavoravo in un’altra azienda, di medie dimensioni, il titolare mi minacciò di licenziamento se avessi tentato di fare la stessa cosa: chi parlava con i sindacati era visto come un nemico”.
Testimonianze forti, seguite da lunghi applausi della platea, che danno il la all’intervento di Guglielmo Epifani, che proprio in merito al rapporto dei lavoratori con le imprese spende le parole più calde del suo intervento. “Le testimonianze dei compagni lavoratori è reale, riflette un problema vero ed ancora attuale. E’ ancora vivo il problema dei diritti. Se si viene attaccati sui diritti, non ci possono reclamare il mancato compimento dei doveri. Perché la soddisfazione dei diritti è un presupposto insindacabile che precede l’espletamento dei propri doveri. Ho sentito il presidente di Confindustria Fermo Cesaroni dire che le figure altamente qualificate, lui faceva l’esempio di un ingegnere, non vengono pagate più di 1200 euro perché le piccole aziende non possono andare oltre un determinato budget. Gli rispondo che neanche nelle grandi aziende si va oltre certe cifre, e che mi si deve spiegare perché le alte professionalità sono sottopagate, mentre si offrono stipendi strepitosi ai dirigenti delle aziende. Da un lato siamo ultimi in Europa, sulle paghe dei dirigenti aziendali primeggiamo al mondo. Quindi c’è anche, ancora, un grave problema di sprechi”. Insomma, dopo un paio d’ore a tratti sonnacchiose, il succo arriva verso la fine. Fino al saluto di Epifani, che dice: “Questo vostro territorio è lo specchio dell’Italia reale, non quella che ci propongono i mass media, un’Italia qualunquista che non ci apartiene. Vi auguro una nuova provincia con grandi valori, fatta di solidarietà e di stare insieme”.
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27/10/2006
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