Emozioni, lacrime e festa di una Contesa indimenticabile
Sant'Elpidio a Mare | La Contesa del secchio 2006, raccontata da chi l'ha vissuta, e vinta, sul campo
di Pierpaolo Pierleoni
Si gioca in un pomeriggio perfetto, la 54° Contesa del Secchio. Una giornata di sole gradevole senza nubi minacciose a minacciare il regolare svolgimento della manifestazione. La cornice è ideale, in una città affollata e pronta a godere la manifestazione regina della città di Sant’Elpidio a Mare. Ridente il clima, massiccia la risposta di pubblico, che affolla il corso ed il viale lungo i quali si snoda il maestoso corteggio storico da 800 figuranti. Il percorso che porta allo stadio Mandozzi è sempre lungo, fanno piacere gli applausi e gli incitamenti al lato della strada, ma la testa è già proiettata al campo, dove gli sforzi ed il sudore degli ultimi tre mesi si giocheranno tutti in un’interminabile ora col fiato sospeso.
Sono più o meno le 17.30 quando si raggiunge il campo e si è pronti per dare il via alla gara. Gli ultimi spettatori si stanno sistemando, la tribuna è al completo. Coperte anche le reti esterne al campo di gioco, tante persone affacciate ai balconi ed alle finestre adiacenti. Tutti disposti al centro del campo i figuranti, i giocatori rompono per primi le righe e si sistemano al gazebo delle rispettive contrade per cambiarsi ed iniziare il riscaldamento.
Si procede al sorteggio, a cominciare saranno i verdi di San Martino e gli azzurri di Santa Maria. Noi partiremo alla seconda partita. Si corre, si parla, la tensione è altissima, c’è la sensazione, forte, di aver lavorato bene nei mesi di preparazione, e la voglia di non gettare tutto via perdendo la lucidità. “La Contesa perfetta non esiste: dieci minuti di partita sono tanti e può succedere di tutto. Non perdiamo la lucidità, i momenti di flessione sono naturali, basta non mollare e restare lucidi”.
Quante volte ce lo hanno detto Mirco Moretti e Tommaso Menconi, i due allenatori. Quante volte ci hanno spiegato che possono anche passare due o tre minuti di vuoto, l’importante è restare in partita. Negli anni scorsi, forse proprio questo è mancato alla San Giovanni per aggiudicarsi il secchio. Nelle fasi decisive, non ha avuto la forza di reagire, ed ha ceduto di fronte ai momenti di crisi. La Contesa inizia. I primi minuti di San Martino-Santa Maria sono all’insegna dell’equilibrio. Avanti di poco una, poi l’altra, partita alla pari. Il gioco è scorrevole, più veloce rispetto allo scorso anno. Fino a metà del primo incontro azzurri e verdi lottano alla pari, poi Santa Maria cede vistosamente.
Gli ultimi 3-4 minuti vedono i verdi collezionare un numero impressionante di pozzi. Gli avversari sono storditi, le due squadre a bordo campo guardano con preoccupazione: la San Martino mette in cascina un risultato prezioso: al suono della campana, i verdi collezionano ben 126 punti, tantissimi. In pratica una mezza ipoteca sulla conquista del secchio. Serve rispondere subito alla grande. La seconda partita è San Giovanni Santa Maria.
La partita è molto combattuta, si gioca a ritmo alto e le squadre non si distanziano mai di molti punti. Si combatte a fasi alterne fino alla fine, si chiude 89-85 in nostro favore. Alcuni esultano, molti altri storcono il naso. Troppi errori, e quasi 40 punti da recuperare ai verdi di San Martino dopo la prima partita sono tanti, serve giocare alla grande il match successivo, contro i campioni uscenti della Sant’Elpidio. Ed è alla terza partita che l’Aquila di San Giovanni incolla gli artigli al secchio. Parte fortissima, 4-5 pozzi di seguito, a far capire che quest’anno sarà battaglia fino all’ultimo. Poi i gialli reagiscono, il vantaggio accumulato ai primi minuti resta invariato nella parte centrale della partita, dove le squadre si affrontano lla pari. Ma la San Giovanni dà stavolta l’impressione di essere più veloce, arriva prima al tiro, è più scorrevole nelle azioni.
Gli ultimi tre minuti sono da urlo. I tiratori hanno le mani caldissime, e per i gialli restano le briciole. La sirena di fine incontro ci dà nuove ragioni per festeggiare: sono 117 i punti dei rossi, contro i 66 della Sant’Elpidio. Ora possiamo assistere alla partita successiva con la certezza che ci saremo anche noi, nella battaglia finale, per giocarci il successo. Ma molto dipenderà dalla San Martino. Un’altra partita da oltre 100 punti, e i verdi non avrebbero più nulla da temere. Ma la Sant’Elpidio è motivata, deve giocare alla morte se vuole restare in gara per il successo. E lo fa.
Tra verdi e gialli ancora un incontro di grande intensità. La Sant’Elpidio parte forte e resta su alti livelli fino all’ultimo, la San Martino non è quella del match di apertura. Stenta e sbaglia troppo al tiro. Al termine, il punteggio dice Sant’Elpidio 110, San Martino 53. Che tradotto, quando a tutte le squadre resta un solo incontro da disputare, significa: San Giovanni prima, tallonata ad una trentina di punti da San Martino e Sant’Elpidio, Santa Maria ormai fuori dai giochi per la vittoria finale. La quinta partita è quella che può decidere tutto: San Martino-San Giovanni. Un anno fa, le stesse squadre si affrontarono all’ultimo incontro. Noi rossi potevamo tentare la rimonta ai gialli per la conquista del secchio, invece crollammo di schianto e la Sant’Elpidio si aggiudicò il successo.
Non deve succedere ancora, stavolta serve lottare fino alla fine. Il pubblico è caldissimo, dalle tribune si leva il coro “rossi, rossi”, la gente di contrada ci crede. Pronti via, e sembra un incubo. San Martino ci schiaccia ad un ritmo altissimo, sembriamo storditi. Dopo due minuti il parziale si aggira intorno al 40-10. Cerei i volti dei due tecnici a bordo campo. Entrambi sbracciano e gridano, cercano di scuoterci, ma il risultato non cambia. Dopo tre minuti e mezzo, la San Martino ha recuperato il gap e sorpassato la San Giovanni nel punteggio totale. Dalla tribuna si leva il grido a sostegno della San Martino, il popolo rosso sembra ammutolito dal black out della propria squadra. Poi, improvvisa la rinascita.
L’aquila rialza la testa, riparte, reagisce, torna a tirare con regolarità, le azioni scendono lineari, i pozzi si susseguono uno dopo l’altro. Siamo in rimonta, ora è la San Martino a passare alcuni istanti di flessione dopo il passo forsennato dei primi minuti. Si rientra in partita, rimettiamo il naso davanti alla San Martino nel punteggio totale, ma non basta. Serve far punti, o la Sant’Elpidio potrebbe rientrare con una clamorosa rimonta all’ultimo incontro. Il match finisce 97-91 per la San Martino. Taccuino alla mano, si fanno i conti. Il totale per la San Giovanni è di 297 punti. I verdi sono staccati di una ventina di lunghezze. In molti si abbracciano, ma è presto.
La Sant’Elpidio si gioca contro la Santa Maria gli ultimi dieci minuti di Contesa. Con 121 punti, ci strapperà il secchio sul filo di lana. C’è la paura che gli azzurri, ormai senza grosse ambizioni, giochino rassegnati, permettendo agli avversari di dilagare. I dieci minuti che seguono sono eterni. I gialli giocano con regolarità, ma commettono anche qualche errore. La Santa Maria onora l’incontro giocando a testa alta fino al termine. Gli ultimi istanti sembrano infiniti.
Qualcuno ha contato male, scuote il capo e mormora: “Ci hanno sorpassato”. Altri, invece, restano fiduciosi e col cuore in gola. Manca un minuto e mezzo, e ai gialli servono 6 pozzi per vincere la Contesa. Ne metteranno a segno 4, con qualche penalità. Al suono della sirena, i loro punti sono 109. Tanti, ma non bastano. Esplode incontenibile la gioia di giocatori e figuranti. La San Giovanni è padrona dopo 7 anni di digiuno. Sfrenata la corsa intorno al pozzo. Abbracci, è grida, bandiere, qualche lacrima. Stavolta la squadra non ha ceduto nei momenti cruciali. Proprio nelle difficoltà ha trovato la forza e la volontà per risalire e non vanificare tre mesi di allenamenti.
Onore al merito degli avversari, combattivi ma corretti: insieme si è dato vita ad una tra le più belle edizioni della Contesa del Secchio. Ma stavolta, masticare amaro, aspettando con impazienza un altro anno per la rivincita, tocca a loro. Bellissimi, nonostante la delusione, i gesti di sportività a fine Contesa: tutte le tre avversarie puntuali nelle congratulazioni alla squadra vincitrice. Poi, di corsa, a rivestirsi per il ritorno del corteggio in piazza. All’imbocco di via Cunicchio, la tana dei rossi, esplode la gioia.
Al passaggio della squadra sono incontabili i tifosi presenti. L’abbraccio di massa fa parte di quei momenti difficili da gettare nel dimenticatoio. Volano spruzzi di spumante, mentre qualcuno intona l’ormai arcinoto Po-po-po-po-po, la canzone divenuta inno della nazionale campione agli ultimi mondiali. E in fondo, in quel borgo antico di Sant’Elpidio a Mare, quel secchio di rame tempestato d’oro, che il priore Mauro Presenti alza al cielo sotto la torre civica, è un po’una piccola coppa del mondo. E quel gioiello che è la Contesa del secchio, forte di una passione e di un trasporto popolare che le altre rievocazioni possono a mala pena sognare, si arricchisce di una nuova, splendida pagina. Stavolta, con i nostri nomi.
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05/09/2006
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