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Zucchero, al peggio non c'è mai fine

Fermo | Dopo l'incontro con il ministro De Castro, la situazione sembra farsi drammatica: saltano tutti gli accordi sottoscritti a febraio con Alemanno

di Pierpaolo Pierleoni

“Al peggio non c’è mai fine”: parte con questo titolo una nota diffusa dalle segreterie nazionali dei sindacati impegnati nella battaglia per salvare i posti di lavoro dei tanti dipendenti del settore bieticolo-saccarifero, messi in ginocchio dalla legge europea dello scorso anno, che ha portato alla chiusura di due terzi degli stabilimenti italiani.

 “La legge 81/2006 per il Ministro De Castro è una legge sbagliata. Le riconversioni saccarifere un problema dell' industria. Il ruolo di ISA e i progetti presentati un esercizio inutile. I fondi ristrutturazione e diversificazione saranno erogati a prescindere dalle riconversioni. Il tavolo bieticolo saccarifero sarà slegato da quello della filiera agro-energetica. Il Ministro è finalmente uscito allo scoperto confermando le reali intenzioni del Governo. Fai Flai Uila non ci stanno e dichiarano lo stato di mobilitazione e una giornata di sciopero generale del settore (con esaurimento e fermata degli impianti in lavorazione) con manifestazione al Ministero dell'Agricoltura per il giorno 28 settembre prossimo e rivendicano la piena attuazione degli accordi quadro e di quanto previsto dalla Legge 81/2006”. Firmato: Retini, Ronconi, Maattioli, Bocchi, Mattei, cioè tutti i vertici delle associazioni sindacali, compatti nella critica al governo ed al Ministro Paolo de Castro, che nel corso del tavolo di ieri ha chiaramente spiegato l’intenzione di non assecondare gli accordi sottoscritti dal suo predecessore, Gianni Alemanno, con la legge 81.

Semplificando, non ci sarà più legame tra il riconoscimento di risorse alle imprese industriali e l’effettivo utilizzo di tali risorse per la riconversione. I soldi per le dismissioni saranno comunque ricevuti dalla proprietà. Inoltre, non ci sarà legame tra la filiera bieticolo-saccarifera e quella agro-energetica. Ciò significa che il Governo non si impegna a tutelare i produttori di materie prime, che rischiano, ancor più dei dipendenti degli stabilimenti, di subire conseguenze disastrose dalla fine della produzione saccarifera. Quindi, l’appuntamento per tutti i soggetti coinvolti nell’amara battaglia dello zucchero, sono chiamati allo sciopero generale del 28 settembre a Roma, mente nei prossimi giorni continueranno, imperterriti, tavoli e riunioni, sperando che finalmente, per il tormentato mondo di lavoratori del settore zucchero e dell’indotto, possa vedersi la luce, o almeno qualche certezza.

20/09/2006





        
  



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