Un maceratese esperto nel sincronizzare i suoni
| MACERATA - Stortoni, direttore dorchestra, prima portoghese poi protagonista nel suo Sferisterio
Avete presente l’ingresso della scena trionfale dell’Aida, con i suoi effetti sonori che provengono da direzioni diverse? L’artefice dei suoni in sincrono è un giovane direttore d’orchestra autoctono. Maceratese di San Francesco, 38 anni, Gianfranco Stortoni è responsabile in una operazione assai delicata in sincrono con l’orchestra, un monitor video e pura tecnica e istinto direttoriale espresso attraverso segnali gestuali. Naturalmente affinché tutto funzioni al meglio è necessario che vi sia un rapporto strettissimo con i direttori d’orchestra.
L’apprendistato di Stortoni è precoce: un teatro prestigioso a pochi chilometri da casa e il padre, fisarmonicista, sono una miscela esplosiva per un ragazzo che assiste da “portoghese” a tutte le recite dello Sferisterio. Stortoni si diploma quindi in pianoforte con il massimo dei voti nella classe del maestro Lorenzo Bavaj al conservatorio Rossini di Pesaro. Vince vari concorsi, e dal 1994 inizia il rapporto con Macerata Opera in qualità di maestro collaboratore di sala e di palcoscenico curando anche la realizzazione dei recitativi al fortepiano in varie opere. Fondamentali gli incontri con il maestro Donato Renzetti, poi con Claudio Orazi e infine con Katia Ricciarelli che lo fa debuttare nel 2004 al gala della lirica presentato da Pippo Baudo.
Il direttore musicale di palcoscenico – questa la sua carica – dà un giudizio “interessato” anche a proposito del dibattito in corso sulla copertura del “suo” Sferisterio: “E l’acustica, siamo sicuri che in un progetto verrebbe presa nella giusta considerazione? A mio giudizio il rimbombo “dell’effetto cattedrale” è da evitare a tutti i costi…”.
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10/08/2006
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Betto Liberati