Conversando con lassessore Loredana Emili
San Benedetto del Tronto | Alla base della sua missione attuare politiche di prevenzione e rendere sempre più differenziate le risposte
di Luigina Pezzoli
Loredana Emili, nuovo assessore alle Politiche della città Solidale, in carica a San Benedetto del Tronto, nasce ad Acquaviva Picena il 12 marzo 1954. Il suo curriculum di studi è molto ricco: titolo di laurea in Sociologia, attestato di partecipazione al corso di formazione per dirigenti “Change management” e attestato di partecipazione al corso “Project management: affrontare con successo progetti e programmi”. Lavora alla Asl n. 12 di San Benedetto del Tronto e da alcuni mesi esercita nella Direzione della zona territoriale 13 di Ascoli Piceno.
Loredana è sposata ed ha una figlia di 24 anni studentessa di Ingegneria presso la Facoltà di Bologna con la quale cerca di passare più tempo possibile quando torna dall’Università.
Come ama trascorrere il tempo libero?
Amo moltissimo leggere, soprattutto la letteratura francese ed in particolar modo la scrittrice Simone De Beauvoir che con i suoi libri mi ha accompagnata nel corso della mia gioventù. A volte mi rilasso facendo l’uncinetto.
Quando nasce la sua passione per la politica?
Devo dire che è una materia che mi ha sempre interessato parecchio, tanto da considerarla anche un hobby perché è in grado di suscitarmi intense passioni e stimoli. All’età di 18 anni mi ero iscritta al partito politico del PC.
La sua opinione inerente le politiche sociali?
La città di San Benedetto del Tronto viene da un periodo di esperienze eccezionali per quanto riguarda le politiche sociale nella regione Marche. Credo che oggi in Italia si stia facendo una sorta di riflessione rispetto le politiche sociali per due motivi principali: uno inerente le risorse che sono poche in quanto lo stato taglia sempre di più i fondi, l’altro perché dopo che le politiche sono state applicate non se ne verificano e studiano i risultati ottenuti.
A suo avviso come può essere migliorata la situazione?
E’ di notevole importanza che oggi le politiche sociali siano soprattutto di prevenzione rispetto ai bisogni sociali, che comunque mutano e si diversificano con il passare del tempo. Per esempio la durata media di una persona affetta dalla sindrome di down è salita alla sessantina di anni, rispetto ai trenta di una volta.
Gli obbiettivi principali che vuole raggiungere durante questo suo mandato?
Ritengo che tra le priorità vi siano politiche di prevenzione, non solo politiche sanatorie. Bisogna diversificare le risposte per meglio rispondere alle differenti esigenze. Ovviamente non sarà molto semplice data la scarsità di fondi, ma valutando i risultati ottenuti si può sicuramente migliorare e aumentare il nostro supporto nei confronti di chi ne ha bisogno.
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05/07/2006
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