Nel dibattito su queste due manifestazioni, emerge palese una confusione che persiste in modo pervicace nel pensiero di molti, forse dei più. Da questa confusione nascono le definizioni di “cultura di nicchia”, “cultura popolare”, ecc. Definizioni che non hanno senso. E allora, ecco alcuni punti fondamentali, ancorché elementari:

1) La cultura non è né di nicchia né popolare; la cultura è cultura e basta. Sempre rivoluzionaria. Generatrice di civiltà e di inquietudine al tempo stesso. È il motore vitale del mondo, di ogni società e di ogni uomo.
2) Se un evento, o uno spettacolo, non ha le suddette caratteristiche, non è cultura. È intrattenimento. Con tutta la sua importanza, sociale o economica, ma è intrattenimento.
Inoltre:
3) Il turismo non ha niente a che fare con la cultura. Niente. Sono campi differenti. Entrambi importanti, ma senza nessun punto di contatto.
4) Il turismo lo si può misurare in numeri, la cultura no. Il primo è un settore diretto dell’economia. La seconda fa parte de welfare. Cioè a dire è motore di civiltà, i cui risultati si misurano negli anni e in termini di convivenza civile e di felicità individuale.

Spero che nei futuri dibattiti si possa partire da questa base minima condivisa, che fa parte delle conoscenze primarie necessarie per discutere.