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“Il cielo sulla terra”, un moderno laboratorio di teatro musicale

| MACERATA - A ideare l’opera è stato lo stesso Scodanibbio assieme a Gianni Dessì e Giorgio Agamben.

La musica contemporanea scritta dal compositore e contrabbassista maceratese Stefano Scodanibbio, l’applicazione di nuove tecnologie elettroniche e digitali, la presenza scenica di soli attori-bambini, la danza e una struttura narrativa particolare fanno dell’opera “Il cielo sulla terra” un progetto creativo aperto a più discipline, una sorta di laboratorio interdisciplinare di “teatro musicale”. Lo spettacolo è stato presentato in prima assoluta nazionale al Vaccaj di Tolentino, dopo il debutto mondiale di giugno al Teatro dell’Opera di Stoccarda che, attraverso il suo Forum Neues Musiktheater, ha prodotto il lavoro assieme al “Terra di Teatri Festival 2006” della Provincia di Macerata.

A ideare l’opera è stato lo stesso Scodanibbio assieme a Gianni Dessì e Giorgio Agamben. Ed è stato poi lui a dirigere la “sua” musica con Mike Svoboda al trombone, Michael Kiedaisch alle percussioni, Gianluca Gentili al basso e chitarra elettrici, Fabrizio Ottaviucci al pianoforte, Aldo Campanari al violini, Paolo Fumagalli alla viola, Rohan de Saram e Francesco Dillon ai violoncelli, Dario Calderone ed Emiliano Amadori ai contrabbassi. I quindici bambini in scena, provenienti da Stoccarda, sono del Kinderchor Staatsoper: nei giorni che hanno preceduto la “prima” sono stati ospiti del Comune di Pollenza. I due danzatori, protagonisti di un segmento dell’opera, sono Alexandra Gilbert e Damien Jalet. Presente fra il pubblico, in uno dei palchetti laterali del teatro, anche Toni Negri la cui nota storia personale sembrava inserirsi come una sorta di “simbolo vivente” nel contesto narrativo dello spettacolo.

Spettacolo di non facile “lettura”, ma comunque di forte impatto emotivo sia per la musica, sia per la combinazione di innovative idee spaziali e audio-visive. La storia, articolata in sei scene, è quella degli anni ’70 in Italia che il Maestro Scodanibbio ha voluto ripercorrere esprimendo innanzi tutto in musica i sentimenti, le tensioni e le aspirazioni vissute dalla generazione di giovani di allora. E tutto il racconto è concentrato in una giornata esemplare, dal primo mattino notte fonda, e i diversi temi vengono trattati sotto forma di “pannelli” dove la frantumazione dell’esperienza acquista un ruolo determinante nei vari livelli e nei vari piani di lettura che si sovrappongono in un’ora, poco più, di sipario aperto.

24/07/2006





        
  



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