Sviluppo rurale: la ricetta Coldiretti marche per evitare lo stop dallunione europea
| ANCONA - Le priorità: giovani, innovazione, qualità e ambiente. E poi semplificazione burocratica e chiarezza sui tempi e sui controlli.
“Se non vogliamo che il nuovo Piano di Sviluppo Rurale della Regione Marche venga bloccato dall’Unione Europea, con grave danno per le imprese, occorre che sia fedele all’approccio strategico indicato dal regolamento comunitario, partendo dall’analisi dei bisogni del territorio, e che sia costruito seguendo il metodo del partenariato, cioè attraverso la consultazione delle categorie produttive”.
Lo ha affermato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, intervenendo questa mattina all’incontro organizzato nella sala dell’Assam di Ancona allo scopo di discutere del Psr 2007-2013. “Se l’obiettivo è lo sviluppo del territorio, dodici sono a nostro avviso le priorità sulle quali basare lo strumento – hanno spiegato Luzi e il direttore, Alberto Bertinelli -: insediamento giovani, consulenza, ammodernamento delle aziende, partecipazione ai sistemi di qualità, pagamenti agroambientali e per il benessere degli animali, imboschimento dei terreni agricoli, interventi forestali per evitare il rischio dissesto idrogeologico, diversificazione in attività non agricole, garanzia dei servizi per la popolazione rurale, formazione, strategie locali”.
Luzi ha chiesto inoltre semplificazione burocratica e chiarezza sui tempi e sui controlli, per evitare che i finanziamenti arrivino dopo diversi anni, come sta accadendo su molte misure per colpa della Regione. Andrea Fugaro, della Coldiretti nazionale, ha tracciato un quadro delle politiche di sviluppo a livello europeo e nazionale, mentre l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini, ha dichiarato di voler puntare sulla qualità dei progetti, anche in vista della diminuzione delle risorse. Il vicedirettore di Coldiretti Marche, Claudio Gagliardini, ha invece fatto un confronto tra le priorità indicate dalla Regione e quelle che Coldiretti Marche reputa fondamentali perché il Piano vada davvero nella direzione di uno sviluppo economico del territorio con la piena partecipazione delle imprese agricole.
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12/07/2006
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