La Regione Marche aderisce al progetto Sport light
| ANCONA - A Sport Light ha aderito anche la Regione Toscana ma il progetto coinvolge, oltre allItalia, altre cinque nazioni europee: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.
Parte ufficialmente oggi il progetto “Sport Light” promosso dall’ANPIS – Associazione nazionale polisportive inserimento sociale. Un progetto che coinvolge l’intero territorio nazionale allo scopo di favorire l’integrazione sociale dei pazienti psichiatrici attraverso lo sport e a cui ha aderito la Regione Marche.
Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento dall’Unione Europea, è stato presentato questa mattina nella sede istituzionale di Palazzo Raffaello alla presenza dell’assessore regionale allo Sport, Gianluca Carrabs, del presidente dell’ANPIS, Roberto Grelloni, della consulente ANPIS, Bruna Franzinelli, e dei responsabili delle polisportive aderenti all’iniziativa.
L’obiettivo del progetto è quello di individuare strumenti innovativi e di qualità per migliorare la formazione degli operatori ed educatori dei Dipartimenti di salute mentale che si occupano dell’inserimento sociale dei pazienti psichiatrici attraverso l’utilizzo di linguaggi non formali come appunto lo sport.
“Ringrazio l’ANPIS – ha detto l’assessore Carrabs – per aver promosso questo progetto. La Regione è molto sensibile al concetto di sport come strumento di integrazione sociale. In questo periodo si sente tanto parlare di sport in maniera negativa sulle cronache dei giornali; per noi aderire a un progetto che ha una funzione sociale significa aver fatto una scelta giusta e lo sport non può che trarne giovamento”.
A “Sport Light” ha aderito anche la Regione Toscana ma il progetto coinvolge, oltre all’Italia, altre cinque nazioni europee: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. La fase successiva dell’iniziativa è in programma a settembre, a Prato, dove si incontreranno i vari partners europei per definire un protocollo d’intesa. Alla base di “Sport Light” c’è infatti lo scambio di esperienze e buone pratiche nell’ambito dell’integrazione sociale dei pazienti psichiatrici, lo studio, l’elaborazione e la sperimentazione di strumenti e metodologie per il coinvolgimento attivo di questi pazienti e dei loro familiari nel processo di integrazione, l’individuazione e la definizione di un modello comune di analisi, valutazione e riconoscimento dell’apprendimento non formale
Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento dall’Unione Europea, è stato presentato questa mattina nella sede istituzionale di Palazzo Raffaello alla presenza dell’assessore regionale allo Sport, Gianluca Carrabs, del presidente dell’ANPIS, Roberto Grelloni, della consulente ANPIS, Bruna Franzinelli, e dei responsabili delle polisportive aderenti all’iniziativa.
L’obiettivo del progetto è quello di individuare strumenti innovativi e di qualità per migliorare la formazione degli operatori ed educatori dei Dipartimenti di salute mentale che si occupano dell’inserimento sociale dei pazienti psichiatrici attraverso l’utilizzo di linguaggi non formali come appunto lo sport.
“Ringrazio l’ANPIS – ha detto l’assessore Carrabs – per aver promosso questo progetto. La Regione è molto sensibile al concetto di sport come strumento di integrazione sociale. In questo periodo si sente tanto parlare di sport in maniera negativa sulle cronache dei giornali; per noi aderire a un progetto che ha una funzione sociale significa aver fatto una scelta giusta e lo sport non può che trarne giovamento”.
A “Sport Light” ha aderito anche la Regione Toscana ma il progetto coinvolge, oltre all’Italia, altre cinque nazioni europee: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. La fase successiva dell’iniziativa è in programma a settembre, a Prato, dove si incontreranno i vari partners europei per definire un protocollo d’intesa. Alla base di “Sport Light” c’è infatti lo scambio di esperienze e buone pratiche nell’ambito dell’integrazione sociale dei pazienti psichiatrici, lo studio, l’elaborazione e la sperimentazione di strumenti e metodologie per il coinvolgimento attivo di questi pazienti e dei loro familiari nel processo di integrazione, l’individuazione e la definizione di un modello comune di analisi, valutazione e riconoscimento dell’apprendimento non formale
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21/06/2006
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