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Energia pulita per lo sviluppo autosostenibile della montagna

| CAMERINO - Utilizzare la forza della natura per produrre energia attraverso interventi di filiera sul territorio che possano rilanciarne lo sviluppo economico per di più nel rispetto dei principi della sostenibilità e della certificazione ambientale.

Utilizzare la forza della natura per produrre energia attraverso interventi di filiera sul territorio che possano rilanciarne lo sviluppo economico per di più nel rispetto dei principi della sostenibilità e della certificazione ambientale. Su questa linea strategica, particolarmente attuale, la Comunità Montana di Camerino è fortemente impegnata da oltre un anno nel portare avanti un pacchetto di iniziative previste nei comuni più vocati ma che possa avere le migliori e più larghe ricadute in tutto l’ambito montano.

Sotto la supervisione del presidente dell’ente montano Luigi Gentilucci, coadiuvato da esponenti della giunta e dei comuni più coinvolti, il responsabile del Servizio Ambiente e Sviluppo Sostenibile, dott. Paolo Marchetti, ha infatti elaborato un primo programma operativo avviando nel frattempo procedimenti amministrativi e studi di fattibilità per gli obiettivi ritenuti più immediati. “Per quanto ci riguarda – sottolinea il presidente Gentilucci - si può produrre energia soprattutto dal vento ma anche dal legno e dai campi dando vita a un’importante valorizzazione ambientale e socio-economica del territorio in chiave energetica con positive ricadute in termini occupazionali, di prevenzione dei rischi ambientali (incendi e dissesto idrogeologico) nonché di promozione del comprensorio nel suo complesso”.

Grazie anche all’apporto di qualificate strutture di ricerca (Università, Cnr, Issi) ed organizzazioni esperte di filiere agro energetiche, la Comunità montana di Camerino intende andare oltre gli ordinari interventi di gestione, miglioramento e manutenzione dei boschi, anche alla luce del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) e della riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) che introducono novità e opportunità per le aree montane e vincolate, prevedendo aiuti economici importanti a sostegno di pratiche sostenibili in agricoltura e nella forestazione. “Specie dopo l’adozione del piano energetico ambientale regionale (PEAR) – spiega ancora Gentilucci – molti sindaci del territorio sono di nuovo incalzati da operatori ed emissari di società varie, soprattutto per progetti di parchi eolici ma anche per centrali a biomasse, idroelettriche e altro.

Il business sulle energie rinnovabili, è evidente, fa gola a molti. L’ente comunitario ha deciso per questo di convincere i comuni a non accontentarsi o subire scelte guidate da altre logiche, seppure legittime. Terminata questa fase esplorativa e preliminare, i prossimi passaggi di questa strategia vedranno in Valli Varanensi, società multiservizi a capitale pubblico partecipata dalla stessa Comunità montana e da quasi tutti i Comuni membri, il principale soggetto attuativo. La volontà è quella di una decisa iniziativa pubblica in grado di governare sul territorio operazioni che altrove hanno solitamente comportato pesanti impatti visivi e ambientali, a fronte di trascurabili contropartite socio-economiche per le popolazioni interessate. I numeri e i requisiti ci sono tutti”. A partire dalla risorsa bosco: “A livello locale la copertura boschiva rappresenta circa il 40% del territorio arrivando a una percentuale del 50% nei territori di Visso e Serravalle di Chienti. Il bosco – spiega Marchetti – può rappresentare l’input per l’avvio di progetti di utilizzo organizzato delle biomasse a fini energetici (specie per il calore)”. Dalla materia all’aria il passo è breve nell’ottica della produzione di energia pulita.

“La Regione Marche – sottolinea a tal proposito il responsabile dei Servizio ambiente e Sviluppo sostenibile della Comunità montana di Camerino – ha riservato 40 dei 160 megawatt previsti dal PEAR per un parco eolico sostenibile di iniziativa pubblica che ha concrete possibilità di essere realizzato tra i comuni di Monte Cavallo e Serravalle di Chienti (area MC 1) direttamente dalla Comunità Montana di Camerino”. La lista di azioni e interventi avviati, o in fase di avvio, è piuttosto lunga: si va dallo screening territoriale per definire le diverse vocazionalità energetiche locali nonchè i consumi e i costi energetici degli uffici e dei servizi pubblici per una politica di risparmio ed efficienza, al censimento e ad iniziative di sensibilizzazione delle aziende agricole e zootecniche, delle cooperative e degli operatori forestali, allo studio su di un cantiere boschivo sperimentale, alla coltivazione sperimentale di colture energetiche a rapido accrescimento (pioppi ibridi).

Sempre nell’ambito delle azioni di filiera energetica sul territorio individuate dalla Comunità Montana di Camerino, rientrano la previsione di centri territoriali di stoccaggio e cippatura biomasse legnose, studi e incentivi per la sostituzione progressiva degli impianti di riscaldamento a gasolio o gpl con caldaie a cippato presso gli edifici pubblici, l’individuazione e la progettazione di centri di raccolta e di un impianto cogenerativo pilota a biogas a servizio dei comprensori a maggiore concentrazione di allevamenti zootecnici “Quel che va evitato – conclude Marchetti – è il rischio di svendere il sopraggiunto plusvalore energetico di aree interne vocate come questo comprensorio, ogni giorno maggiore anche in relazione all’inarrestabile aumento del costo del petrolio, lasciando ad altri un sicuro e considerevole ritorno grazie agli incentivi statali dei certificati verdi e in forza di quell’interesse pubblico che proprio le pubbliche amministrazioni spesso non riescono a sfruttare”.

08/05/2006





        
  



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