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La sala giochi di piazza Giorgini simbolo di una generazione: un vuoto da riempire di “beni comuni”

San Benedetto del Tronto | Per un nuovo “piano di servizi pubblici di quartieri”. Lettera aperta al candidato sindaco dell’Unione e alla sua coalizione.

di Livio Oddi*


In questi ultimi anni il degrado urbano della città è aumentato,in particolare nelle periferie, con il contemporaneo sviluppo urbano delle civili abitazioni, senza un piano regolatore che fosse capace di frenare le sempre più forti spinte speculative. Non lo impedirono le amministrazioni di centrosinistra della fine degli anni ’90, ha aggravato ulteriormente la situazione il centrodestra in questa ultima legislatura. (il fumo negli occhi dell’arredo urbano del lungomare, può far felice qualche operatore turistico, ma non affronta né il problema urbano né quello turistico-economico).

Per la mia generazione, simbolicamente, Le vorrei portare ad esempio la chiusura di un luogo privato, ma che per noi che abbiamo vissuto l’adolescenza negli anni ’80 è stato l’unico luogo “pubblico” di incontro e socialità, seppur in parte mediato dal denaro (gettone): la sala giochi di piazza Giorgini. Da alcuni anni la sua chiusura e lo stato di abbandono in cui è rimasta quella sala hanno fatto molto discutere.Con molti miei coetanei abbiamo ricordato gli anni passati seduti sulla balaustra dei finestroni negli afosi pomeriggi estivi o all’interno caldo nei piovosi e freddi giorni invernali.

L’“educazione sentimentale” che molti di noi hanno acquisito dall’avamposto della sala giochi, oppure per molti è stato solo il punto di ritrovo per andare altrove. Comunque per tutti è stato un luogo di riferimento.

Personalmente non conosco di chi sia la proprietà, quindi non intendo sponsorizzare nessuno. Ma vorrei porLe un problema storico e politico.

È possibile che la nostra città perda progressivamente la memoria dei propri luoghi così come è avvenuto dal dopoguerra ad oggi, tema su cui ho approfondito la mia tesi di laurea. In quegli anni la mancanza di un piano regolatore e soprattutto la presenza del piano per la ricostruzioni post-bellica lasciò mano libera alla speculazione edilizia che abbatté gran parte delle abitazioni storiche del centro città (villini in stile) per poter fare palazzoni con più alte cubature e successivamente realizzare la mostruosità urbanistica di viale De Gasperi.

Quello che dagli anni settanta ancora oggi non si è realizzato in città è un “piano di servizi pubblici di quartieri” coerente con una “città-territorio”: centri sociali per i giovani, per gli anziani, ludoteche, scuole e asili pubblici, biblioteche, servizi comunali distaccati dalla sede centrale, sedi per le associazioni culturali, luoghi di riunioni permanente per i comitati di quartiere,… sarebbe necessario riprendere e aggiornare lo spirito di innovazione del famoso, dibattuto e oggi dimenticato “piano” redatto dai tecnici, prof. Giuseppe Campos Venuti e prof. Romeo Ballardini nel 1976.

Tornando infine alla “sala giochi” credo che non sia possibile convivere con una simile vuoto (fisico e storico) nel centro della città e al suo conseguente degrado, e allo stesso tempo una seria politica urbana deve porre un limite alla commercializzazione del territorio se non si vuole trasformare il “luogo” in “non-luogo”, come direbbe Marc Augè , etnologo e antropologo francese. Un forte segnale politico sarebbe quello di far tornare la “sala giochi” ad “uso pubblico”, come un moderno centro sociale nel cuore della città dato in autogestione ai giovani, per poter sperimentare le proprie creatività culturale, artistica e come momento di incontro sociale a fronte di una società che invece tede progressivamente alla disgregazione, all’individualismo e alla precarietà, che sono spesso base di profondi guasti, e a volte, drammi sociali e individuali.

La speranza è che nel nuovo Prg che l’auspicata amministrazione di centrosinistra da Lei governata dopo il 28-29/05 deve realizzare al più presto, inserisca il “piano di servizi pubblici di quartieri” al suo interno come uno degli elementi caratterizzanti (insieme al PUT, al blocco di cambio di destinazione di uso di hotel in residence o civili abitazione, un nuovo ruolo del porto, la salvaguardia integrale della collina, il riconoscimento del valore del parco naturalistico della Sentina, …).

*Laureato in storia contemporanea, studioso di storia urbana

02/05/2006





        
  



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