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Tanta gente a Roti per salvare l’abbazia

| MATELICA - Tra le emergenze immediate: fermare la corsa dei motociclisti dell’enduro

Un momento della cerimonia

Oltre cento persone giunte da tutta la regione Marche hanno preso parte nella bella giornata di domenica 1 maggio alla passeggiata all’antica abbazia benedettina di Roti, organizzata dall’associazione ambientalista L’Umana Dimora e dalla Pro Matelica, con il patrocinio del Comune di Matelica, per salvare e recuperare l’antico cenobio. Fondata forse verso il IX secolo sui resti di un antico tempio pagano, l’abbazia si trovava lungo la frequentata strada romana che conduceva a Cingoli, e per secoli fu importante centro di potere spirituale, culturale, economico e politico, ma la sua decadenza iniziò nel XV secolo, quando a seguito della carenza di vocazioni, l’edificio fu abbandonato ed infine adibito quasi interamente ad uso colonico. La situazione si andò aggravando con la lotta di Resistenza che qui vide una delle pagine più tremende nel 1944 con il celebre eccidio di Braccano e poi con l’abbandono dell’abitato da parte dei contadini. Oggi l’abbazia, ricompresa nella splendida vallata di proprietà demaniale, si trova in gravissime condizioni e solo un pronto intervento da parte della Regione e dei vari enti potrà salvarla dalla inesorabile fine già iniziata da qualche anno.

«Stiamo lavorando per salvare questo splendido edificio – ha dichiarato il presidente regionale dell’Umana Dimora Primo Mancini – attraverso il contributo della gente e una raccolta di firme, ma è necessario un forte sostegno da parte delle autorità regionali, altrimenti l’intera abbazia è destinata a crollare e a scomparire nel giro di un decennio. D’altro canto altre associazioni stanno facendo tutto il possibile anche per recuperare e salvare il patrimonio ambientale che la circondano: la vallata è splendida e dovrebbe diventare secondo il progetto di WWF, ANPI ed altri una grande Area naturale protetta. E’ assurdo allora che qui scorrazzino, distruggendo sentieri e strade i motociclisti dell’enduro che abbiamo incontrato in varie occasioni stamattina». Forte anche la presa di posizione di Don Piero Allegrini, sacerdote che ha officiato la funzione religiosa sul sito in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore.

«Se rimanete in silenzio – ha dichiarato il parroco matelicese di Regina Pacis – vi sembrerà di sentire anche l’eco lontano dei monaci benedettini che cantano le loro litanie. Ecco però di fronte a queste mura pericolanti l’esempio di come tuteliamo i nostri beni religiosi e storici». Tutti i partecipanti alla manifestazione hanno potuto ammirare le bellezze architettoniche e naturali del luogo, rifocillarsi gratuitamente con la minestra a base di ceci e farro offerti dall’azienda Cuccagna e con i panini preparati dai volontari della Pro Loco, divertirsi con gli stornelli ed i canti tradizionali del gruppo di Petriolo, “Petriò mia”. L’attenzione sull’abbazia è stata inoltre focalizzata da radio ed emittenti televisive che hanno raccolto l’appello ed hanno riportato nella giornata il grande evento che ora prosegue attraverso una raccolta firme in varie sedi, tra le quali quelle della Pro Matelica e dell’Umana Dimora.

02/05/2006





        
  



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Un momento della cerimonia
L'Abbazia di Roti

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