Olocausto e Giorgio Perlasca
Montottone | Ospite deccezione sarà Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca.
Si parlerà di olocausto e della straordinaria figura di Giorgio Perlasca, nella giornata di sabato 13 maggio.
L’ospite d’eccezione sarà Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca, il “Giusto tra le Nazioni”, l’uomo che, nell’inverno tra il 1944 e il 1945, nella Budapest invasa dai nazisti e dai nylas, salvò dalla deportazione e dalla morte certa 5.218 ebrei ungheresi fingendosi Console di Spagna. L’organizzazione è curata dal Comune di Montottone, in collaborazione con la locale Pro Loco, il Rotary Club
Il protocollo prevede lo svolgimento di due eventi nel teatro comunale di Montottone: alle 9.30, Franco Perlasca incontrerà gli studenti delle locali scuole elementare e media (quest’ultima, intitolata proprio a Giorgio Perlasca); alle 21 (ingresso libero), recital “I Sommersi e i Salvati” dedicato a Perlasca, eseguito da Fausto Bongelli (pianoforte) e Stefania Cippitelli (voce recitante); seguirà l’intervento pubblico con Franco Perlasca. Presenta la serata Marco Andrenacci. Il recital è accompagnato dalle musiche di Gyorgy Ligeti e César Franck.
“Il recital, dedicato alla figura di Giorgio Perlasca, nasce dalla interazione tra parola e musica partendo da connotazioni comuni di un vissuto che può essere ripercorso su più piani: storico, culturale, emotivo, di connotazione geografica e di memoria – spiegano Bongelli e la Cippitelli – Gli scritti del diario di Perlasca, oltre il racconto della vicenda personale, offrono uno spaccato di vita della Budapest di quel periodo segnata dalla tragedia dei rastrellamenti e delle deportazioni. In quei anni il giovane musicista ebreo-ungherese (nato nel 1923) György Ligeti studiava al Conservatorio della stessa città impegnandosi a fondo, influenzato dall’esperienza di Bèla Bartok”.
Oltre ai diari di Perlasca, il recital prende spunto dalla testimonianza di Primo Levi.
“Levi ha spesso affermato di non considerarsi un testimone perché superstite. ‘I sopravvissuti sono una minoranza anomala oltre che esigua, quelli che per loro prevaricazione, abilità o fortuna, non hanno toccato il fondo: i salvati, insomma. Chi, il fondo, lo ha toccato davvero, i testimoni integrali, la cui deposizione avrebbe avuto significato generale, sono scomparsi: i sommersi, appunto. La regola è quella dei sommersi, quella dei salvati l’eccezione’. Eccezione che Levi ha vissuto come peso esistenziale; si è suicidato a Torino nel 1987. Proprio per rendere ancora più significativo l’atto d’amore compiuto da Giorgio Perlasca, è stato fatto un lavoro di fusione tra le pagine del suo diario e brani tratti dalle testimonianze di Primo Levi magistralmente raccolte nel suo primo libro ‘Se questo è un uomo’. Il recital si conclude con due poesie scritte da due bambini prigionieri del campo di sterminio di Teresin”.
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12/05/2006
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Betto Liberati