I Sacramentini e la nostra città
San Benedetto del Tronto | Si ricorda la fondazione dell'ordine religioso nel 150° anniverasario.
di Pietro Pompei
Era il 13 maggio 1856 quando, con l’approvazione Era il 13 maggio 1856 quando, con l’approvazione di mons. Sibour, arcivescovo di Parigi, padre Pier Giuliano Eymard diede inizio alla congregazione del SS. Sacramento. Padre Eymard era nato il 4 febbraio del 1811 a La Mure d’Isère, provincia di Grenoble (Francia). Nel 1834 fu ordinato sacerdote.. E’ morto il primo agosto del 1868, a soli 57 anni di età. Il 9 dicembre del 1962, papa Giovanni XXIII lo ha elevato alla gloria degli altari, riconoscendo la validità delle sue intuizioni carismatiche e delle sue realizzazioni innovatrici.
La storia dei Padri Sacramentini si intreccia con quella della nostra città l’8 settembre 1939, festa della natività di Maria Santissima. In quel giorno P.Angelo Rebaudengo, con un gruppo di religiosi provenienti da Castelvecchio, ottenne la chiave dell’edificio che era già stato dell’istituto maschile dei Padri Filippini. Il secondo gruppo, guidato dal padre Provinciale Paolo Sirio, giunse il 14 ottobre dello stesso anno. Sono nomi che tornano nella nostra memoria con commozione e gratitudine. Li volle nella nostra città con grande insistenza il Vescovo Diocesano Mons. Luigi Ferri, di santa memoria, innamorato del Tabernacolo presso il quale passava molte ore, di giorno e di notte, in adorazione
L’8 dicembre 1939- festa dell’Immacolata- nella tradizionale processione fu portato il SS. Sacramento presso il nuovo Santuario dell’Adorazione, con grande concorso di gente. Da un diario del tempo si legge: “Il Santissimo Sacramento continuamente esposto diveniva centro di attrazione per una spiritualità nuova, viva, palpitante. Era bello vedere il chierico, lo studente o il sacerdote in ginocchio lì davanti all’ostensorio quasi in contemplazione per una vita religiosa incentrata nell’Eucarestia”.
La 1ª Settimana Eucaristica fu organizzata nell’aprile del 1941. Ci fu una partecipazione insperata. Aggiunge il cronista: “ Si videro uomini che da 10, da 20 e persino da 30 anni non facevano Pasqua, accostarsi al sacramento della confessione”. I Padri Sacramentini ormai venivano chiamati dovunque c’era necessità di un intervento religioso. Le associazioni cattoliche, cittadine e diocesane, ne fecero un punto di riferimento. Il loro prestigio si andava sempre più accrescendo specie dopo gli anni tristi del passaggio del fronte. L’ orribile bombardamento delle ore 12,10 del 27 novembre 1943 disseminò ovunque distruzione e morte. Nel fuggi fuggi generale i Sacramentini si prodigarono per trasportare, spesso a spalle, i feriti all’ospedale, amministrare i Sacramenti ai moribondi, si organizzarono per disseppellire i morti e i feriti rimasti sotto le macerie. Solo ad Acquaviva Picena gli sfollati furono 4309.
E il cronista aggiunge: “Ma 13 religiosi Sacramentini , fra sacerdoti, studenti e fratelli conversi, restarono lì nella loro casa , al loro posto per proseguire una nuova significativa, memorabile opera: l’assistenza continua e costante a persone e cose”. In alcune occasioni rischiarono la vita affrontando i tedeschi che volevano distruggere tutto. Molti tornavano negli intervalli dei 120 bombardamenti subiti dalla nostra città, per prendere qualcosa del poco rimasto, trovarono ad accoglierli, per ogni necessità, questi religiosi. Quest’opera, altamente meritoria, fu riconosciuta, subito dopo lo sfollamento, dall’allora Sindaco Gino Gregori.
Nel 1946 fu ripristinata la Settimana Eucaristica che si concluse con il solenne pontificale del Vescovo, Mons. Ferri, accompagnato dall’orchestra polacca in una chiesa gremita all’inverosimile. Della processione del pomeriggio così scrive il solito cronista: “Il SS. Sacramento è portato dal Vescovo sopra un carro trionfale tra due fila di soldati polacchi e seguito dagli ufficiali, dalle autorità civili e da migliaia e migliaia di persone”.
Tutto questo per farne doverosa memoria, aggiungendo che oggi ai Padri Sacramentini è stata affidata la Parrocchia di S.Giuseppe, mentre il Santuario dell’Adorazione continua ad essere punto di riferimento della vita religiosa della nostra città.
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11/05/2006
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