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Maxi-operazione delle fiamme gialle contro la “pirateria informatica”.

Ascoli Piceno | 20 imprese controllate, 19 persone denunciate. Sequestrati 50 computer, migliaia di files e 200 sowtware illecitamente duplicati, per un valore commerciale di 200.000 euro.

L’attenzione delle Fiamme Gialle di Ascoli Piceno questa volta è stata diretta verso la c.d. pirateria informatica, fenomenologia illecita che - stando agli esiti delle attività di intelligence e successivi risultati conseguiti nell’ambito di uno specifico piano d’intervento - è presente anche nel territorio della provincia di Ascoli Piceno.

Le attività hanno trovato la loro materiale concretezza e visibilità mediante lo spiegamento di un imponente dispositivo di militari diretto e coordinato dal Comandante Provinciale di Ascoli Piceno, che - per tre giorni e nei principali comprensori della provincia (Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo e Grottammare) - ha interessato diverse tipologie di attività economiche nei cui confronti le Fiamme Gialle, grazie alle peculiari  attività investigative tipiche della polizia economica e finanziaria, avevano raccolto una serie di indizi tendenti ad evidenziare un sostanziale danno all’economia legale, perpetrato prevalentemente attraverso l’illecita duplicazione di software, alcuni dei quali, peraltro, in quanto del tipo “professionale”, alquanto costosi.

”L’idea di dedicare un preciso spazio al settore della pirateria informatica anche nella provincia di Ascoli Piceno - commenta il Comandante Provinciale, Col.t.SFP Giuseppe MONTANARO - è nata sulla scorta delle analisi delle statistiche, anche economiche, di livello nazionale, europeo e mondiale.

L’attività a contrasto della pirateria informatica, peraltro, è il caso di precisarlo, costituisce sempre e comunque uno dei compiti istituzionali della Guardia di Finanza sanciti dal Decreto Legislativo n. 68 del 2001 e, generalmente, tale attività viene quindi attuata anche in concomitanza degli ordinari controlli di polizia amministrativa e/o giudiziaria.

Riprendendo le citate statistiche, è stato notato come le stesse indicassero il  recente assestamento della fenomenologia al 50%, dato sicuramente preoccupante per l’economia legale; in parole più semplici, su 100 software che “girano” nel mondo, solo 50 (e, quindi, esattamente la metà) sono originali.

Ed essendo la pirateria del software uno specifico reato - cosa, evidentemente, poco conosciuta ai più - si è deciso di sfruttare appieno i rapporti di collaborazione che la Guardia di Finanza, da diverso tempo, sta promuovendo anche con i principali referenti delle Associazioni nazionali dell’Antipirateria, per fare un primario punto di situazione nella nostra provincia. Punto di partenza, quindi, ancora una volta, una delle migliori missioni per il Corpo: la massima tutela possibile nei confronti di ogni tipologia dell’economia legale e del consumatore, perché - e questo, forse, spiega meglio il peculiare e sostanziale coinvolgimento del Corpo - la pirateria dei software determina perdite stimate, nel mondo, in circa 11 miliardi di dollari, perdite che si traducono oltremodo in un minor numero di posti di lavoro, minore innovazione, freno agli investimenti in ricerca e sviluppo, un costo più alto per i consumatori finali oltre che, naturalmente, anche un fenomeno di evasione fiscale”.


Già da alcuni mesi, presso la sede del Comando Provinciale, sono state tenute alcune riunioni tecnico-operative, alle quali ha partecipato anche il dr. Arnaldo BORSA, Responsabile dell’Antipirateria della Business Software Alliance di Milano, quotata  associazione che, oltre a rappresentare i maggiori produttori di software a livello locale ed anche mondiale, promuove, già da diversi anni, un’intensa collaborazione con la Guardia di Finanza.

Nell’ambito di tali riunioni, si è colta l’occasione per analizzare l’aggiornamento delle più avanzate modalità - e relative manifestazioni - della pirateria informatica, la normativa vigente in materia di proprietà intellettuale e le metodologie più moderne per condurre le indagini e le verifiche “sul campo” contro la fenomenologia, sempre più aggiornata a livello tecnologico; si tratta, infatti, di tipologie di reato difficili da tenere sotto controllo, soprattutto in virtù della costante evoluzione, che subisce peraltro particolare rapidità ed estensione attraverso le nuove tecnologie offerte dalla digitalizzazione dei dati e, più in generale, dalla comunicabilità della rete.

Anche in questo caso, la collaborazione con la B.S.A. si è rivelata altamente proficua. Può definirsi un pieno successo l’attività operativa che, nei tre giorni, ne è conseguita, attività che, come oramai sta diventando sempre più consuetudine nelle circostanze della specie, è stata ancora una volta affidata a tutti i Reparti del Corpo della provincia di Ascoli Piceno.

Le 16 pattuglie delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno, Compagnie di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Fermo e Brigata di Porto San Giorgio hanno “bussato alle porte” di società, negozi, studi tecnici e professionali, scandagliando intere postazioni di server, personal computer, unità informatiche, reti e connessioni, controllando la regolare detenzione ed originalità delle licenze dei software - effettuando, altresì, in quest’ultimo caso, anche un’attività contro la potenziale contraffazione -, riscontrandone la documentazione amministrativo-contabile e scovando - in alcuni casi anche forti dell’abilità tecnica del personale della B.S.A. che ha direttamente partecipato alle operazioni ispettive - ogni tipo di software, files seriali, musicali, video e quant’altro di informatico, oramai facilmente reperibile sul mercato.

L’entità complessiva dei files - e, in alcuni casi anche di software - illecitamente duplicati e detenuti, rinvenuti nelle apparecchiature informatiche dei soggetti sottoposti ai controlli, è stata così ingente (nell’ordine di diverse migliaia) da costringere al ricorso di   ulteriori perizie tecniche atte a rilevare, con precisione, tutte le tipologie dei prodotti informatici detenuti e relativi valori commerciali.

Quelli che, nell’immediatezza, è stato possibile quantificare - circa 1.550 files e 200 software, per un valore commerciale di 200.000 euro - conferiscono già da soli una certa rilevanza all’operazione del Comando Provinciale, spaziando da software modesti, del valore di poche decine di euro (tra i quali i più noti “Clone DVD”, “Nero”e “Any DVD”), a quelli di fascia media, del valore di diverse  centinaia di euro (sistemi operativi “Microsoft”, “MacOS”, “Pinnacle”, “Adobe” etc.) a quelli di fascia alta, professionali, del valore anche di circa 5.500 euro ognuno (in prevalenza rappresentati dai programmi grafici “Adobe” e di progettazione “Autocad”).

A fronte di 20 imprese interessate ai controlli, solamente 4 sono risultate detenere regolari licenze sui software detenuti. Per le altre, sono scattati i sequestri e, per i relativi rappresentanti/detentori (19 persone) la denuncia a piede libero all’Autorità Giudiziaria per violazione alla Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni ed integrazioni.

Vi è peraltro da soggiungere che l’articolo 171 bis della citata Legge, nella sua nuova formulazione introdotta dalla Legge 18 agosto 2000, n. 248, chiarisce che costituisce reato, punito con la multa e la reclusione, non solo il comportamento di chi riproduce software al fine di rivenderlo, ma anche il comportamento di chi riproduce software al fine di utilizzarlo personalmente o all’interno della propria azienda.

Nell’ambito delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro anche 50 computer, 12 hard disk e 87 DVD, il cui contenuto “pirata” è ora all’attenzione dei periti, incaricati dell’individuazione di tutto il materiale informatico ivi contenuto.

05/04/2006





        
  



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