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Quando arte e grafologia si danno la mano

Fermo | Pubblicato uno studio sulla riscoperta dell’artista marchigiano Alberto Spadolini. Fra i primi ad accorgersi dell’innata versatilità dell’artista Jean Cocteau, Max Jacob, Paul Valery

Spadolini in una scena del film “Le jour se léve” di Marcel Carné con Jean Gabin ((1939)


Il ritrovamento in una soffitta di Fermo dell’archivio dell’artista Alberto Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972) ha dato l’avvio ad una serie di ricerche che hanno coinvolto lo storico dell’arte Stefano Papetti, il docente di storia dell’arte Riccardo Gresta, il critico d’arte Enzo Dall’Ara, il regista teatrale Antonio Calenda, la grafologa Isabella Zucchi.

Docente di Grafologia Dinamica presso l’Università di Urbino, Isabella Zucchi ha completato proprio in questi giorni un voluminoso studio su Spadolini, utilizzando documenti rimasti per lunghi anni sepolti a Fermo e, naturalmente le sue opere d’arte, disseminate in tutto il mondo.

“Se la vita fosse un suono direi che, proprio come una ballerina, Spadolini si muove seguendo una melodia, cercando di non perdere una nota, ma di incarnarle tutte, per sentirsi pieno, appagato, colmato.… Spadò viveva un ruolo di mediatore: cercava stimoli, li riceveva, li incorporava, li rinviava, dando inizio ad un processo comunicativo in cui voleva diventare il protagonista perfetto e non importa quale stimolo fosse, l’importante è che toccasse i bisogni della sua interiorità che rispondeva, coinvolgendosi tutta.

Ciò spiegherebbe la sua versatilità creativa e la varietà dei ruoli artistici che ha agito e che, come già precisato, derivano da un’unica fonte, la sua individualità umana…”
Se oggi Spadolini è al centro di tanto interesse lo si deve soprattutto alla sua straordinaria versatilità: è artista capace di esprimersi in modo eccelso nella danza, nella coreografia, nella pittura, nella scenografia, nell’illustrazione, nel restauro, nel cinema, nella televisione, nel giornalismo, nella musica …

Ricordiamo che l’artista marchigiano non ha mai studiato danza ma scenografia presso il Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia (a condurcelo era stato negli anni ’20 il pittore maceratese Ivo Pannaggi).

Spadolini, considerato uno degli uomini più belli di Francia, appare sovente sugli articoli di giornale degli anni ’30, non solo per le tempestose storie d’amore con Joséphine Baker, ‘la venere nera’, o con Catherine Hessling, ultima modella di Auguste Renoir oltre che sposa del figlio e regista Jean Renoir, ma soprattutto per la sua attività artistica.

Come danzatore e coreografo è osannato da Maurice Ravel, da Cécile Sorel e da Marlène Dietrich; espone i suoi dipinti in Francia, in Svezia (ancora oggi è considerato pittore svedese), negli Stati Uniti, in Belgio, in Danimarca, in Viet-Nam, in Algeria, …; decora gli interni della Villa dei Conti Vitali e della Villa Papetti di Fermo. E’ proprio a Fermo che Spadolini apre un atelier alla fine degli anni ’50; illustra con i suoi disegni alcuni volumi di poesie di André-Marie Klenovski; restaura antichi dipinti nello studio parigino di Jules Boucher, discepolo del celebre alchimista Fulcanelli; lavora nel cinema accanto a Jean Marais, Charles Boyer, Jean Gabin; nel 1934 incide una serie di dischi a New York; nel 1935 scrive articoli sulla rivista “Sourire de France”; nel 1936 partecipa alle prime prove della nascente televisione francese; …

I record di Spadolini’ non finiscono qui. Completamente sconosciuto in Italia fino all’aprile del 2005, Spadolini riceve nel giro di pochi mesi una impressionante serie di riconoscimenti:

- in aprile una medaglia dal Presidente della Repubblica Ciampi;
- in maggio una Rassegna patrocinata dall’Ambasciata di Francia e dall’Ambasciata di Svezia al Castello degli Agolanti di Riccione;
- in giugno uno spettacolo di danze al Teatro della Regina di Cattolica utilizza le sue scenografie;
- in agosto ne viene presentato il profilo nel corso della Serata del Mistero presso il Fortino Napoleonico di Portonovo ad Ancona;
- un centinaio gli articoli su giornali, riviste e siti web;
- presto una Rassegna di dipinti, scenografie, manifesti anche a Fermo;
All’inizio degli anni ’50, in un’intervista rilasciata ad un giornale svedese, Spadolini rivela al pubblico:
“I miei amici mi considerano pazzo perché preferisco ai contratti più remunerativi quelli che mi permettono di viaggiare, di sperimentare tutte le arti. I soldi non mi sono mai interessati!”
Insomma una storia ed un personaggio degni di un film hollywoodiano!

•docente nelle scuole medie superiori, ha collaborato alla realizzazione di numerosi progetti interdisciplinari. E’ stato Direttore della rivista scientifica “Quaderni” (1981 - 1991), Presidente del Centro C. G. Jung (1980 – 2001), Presidente Onorario della Federazione Europea Mineralogia e Paleontologia (1996). Per la rassegna internazionale “Bolero-Spadò”, organizzata nel maggio 2005 con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia e dell’Ambasciata di Svezia, ha ricevuto una medaglia dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

08/03/2006





        
  



3+3=
Spadolini e Joséphine Baker al Casinò de Paris, depliant dello spettacolo “La joie de Paris”, (1933)
Spadolini, foto anni ‘40
Spadolini “Scena di danza” anni ‘50
Spadolini: “Il giocoliere” anni ‘40

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