Arriva Edoardo II
Sant'Elpidio a Mare | In esclusiva regionale, martedì 14 marzo 2006 al Teatro Luigi Cicconi
In esclusiva regionale, martedì 14 marzo 2006 al Teatro Luigi Cicconi, il regista napoletano Antonio Latella porterà in scena Edoardo II, definito “il più glaciale urlo elisabettiano” del poeta “maledetto” Christopher Marlowe, contemporaneo di Shakespeare e assassinato nel 1593 in circostanze ignote. Edoardo II è una tragedia commovente e dissacrante nella quale prende vita la grande, passionale e tormentata storia d’amore tra Edoardo II, re d’Inghilterra dal 1307 al 1327, dilaniato dal conflitto tra libertà individuale e responsabilità pubblica e il suo favorito Gaveston.
Un legame passionale ed elettivo tra due uomini che condivideranno tutto, anche il proprio destino, inesorabilmente intrecciato con i destini delle corti europee percorse da intrighi di sangue e potere tra corona e Chiesa. Servendosi di una traduzione scarna e volutamente sgrammaticata dei versi inquietanti, febbrili e scabrosi di Marlowe, firmata da Letizia Russo, una delle più giovani e promettenti autrici del teatro italiano, Latella si inoltra lungo un cerimoniale luttuoso che, per tre ore tesissime d'ossessioni, splendidamente animate da una decina d'attori tutti in ampi abiti neri su fondo nero perché risaltino solo la parola e i gesti, ha il suo perno nel formidabile Danilo Nigrelli.
Due soli oggetti sulla scena lacerata da rapidi tagli luminosi: la bara lignea e la corona dorata, col suo fulgore sinistro, oggetto simbolo del trono conteso. Per questa messinscena, Latella ha scelto di avvalersi di alcuni dei collaboratori e degli attori con i quali ha già condiviso grande parte del suo lavoro, mettendo in scena, negli ultimi cinque anni, otto testi di Shakespeare. Come egli stesso accenna nelle sue note di regia: “Dopo tanto Shakespeare: Marlowe, uomo e poeta, diviso tra università, politica e teatro (…). Marlowe mi affascina perché come poeta che cerca il suo essere uomo mette al centro del’universo, della sua ricerca, l’uomo stesso; lo rende dio di se stesso e angelo, bestia vendicatrice pronta ad autodistruggersi.
Depura l’uomo da ogni forma di romanticismo e lo rende uomo in cerca del suo essere ragione d'essere uomo contemporaneo. Alla luce di tutto questo Edoardo II non può e non deve essere letto solo come un testo che narra l'amore omosessuale di un re, ne mortificherebbe la grandezza universale che il testo ha tramandato negli anni, fino ad arrivare a noi intatto in tutta la sua contemporaneità.
Bisogna avere il coraggio di non fermarsi ad un primo livello di lettura (già forte e folgorante) ma andare oltre, affogare nelle parole e fare delle parole stesse l'ancora di salvataggio; così facendo la parola diventa il punto centrale, la protagonista dell'intera opera. La parola che va oltre il dicibile e scardina le regole della censura di allora e di adesso con il suo essere cruda, energia, inquietante febbrile, virile, scabrosa, politica e poetica. Parole terribilmente contemporanee che evitano gli orpelli per arrivare diritto come un pugnale al centro del cuore e della mente”.
Uno spettacolo, dunque, di fortissimo impatto visivo ed emozionale che prima spiazza poi conquista gli spettatori, con il quale Latella conferma la sua forte personalità e la sua maturità e che Danilo Nigrelli e Marco Foschi, mostri di sensibilità e forza, faranno ricordare a lungo per le loro scene d'amore e i loro movimenti.
Per le tematiche affrontate, la visione dello spettacolo è sconsigliata ai minori di 14 anni.
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08/03/2006
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