Domanda? Meritava questa città un pomeriggio inoltrato così turbolento? Non è bastato tutto il male che è stato fatto alla Samb negli ultimi? Ci voleva proprio questo stato di guerriglia che farà volare la città in tutta Italia in senso negativo? Dei fatti di cronaca ha già scritto Stefano Bruni. Noi vogliamo cercare di cogliere alcuni aspetti.

La visita di Di Pietro, che chiaramente è rimasto coinvolto in un discorso, molto lontano dai suoi programmi elettorali, si è risolta per lui come un boomerang, che probabilmente neanche lui si aspettava. Abbiamo visto accanto a lui un Merlonghi, che di lotte politiche ne ha fatte tante, avvilito, così come era affranta Sandra Amurri, anche lei abituata alle lotte politiche e dialettiche, ma non violente.

L'onorevole Di Pietro ha cercato di dare risposte ma si vedeva che non aveva informazioni esatte, che non conosceva la città e il suo amore per la Samb, e non conosceva soprattutto la realtà rappresentata dai giocatori rossoblu, che con lui hanno discusso in una sala del Comune.
Una frase su tutte “ Il Signor Soldini ci ha detto di riferirle che siamo stati pagati. Perché altrimenti non avremmo più visto un euro. Noi le diciamo che gli euro di Soldini non sappiamo ancora come sono fatti”. Eloquente.

Soldini merita degli approfondimenti.
In primis ci vuole un bel coraggio a tornare a San Benedetto, dove il suo breve passaggio è stato, a prova di fatti, devastante. E per uno che a primo acchitto aveva promesso la serie A ci sembra troppo.

Soldini, richiuso nell’ufficio dell’URP, riceve i giornalisti e gli snocciola sotto il naso una fitta serie di fotocopie di assegni incassati dai giocatori con tanto di firma.
Ma attenzione. Ha fatto vedere in definitiva l’assegno che il singolo giocatore ha versato alla sua Banca. Ma esiste una gran bella differenza tra assegno versato ed assegno incassato. Un assegno si versa in banca salvo buon fine. E se non c’è provvista non viene pagato e va in protesto. Dunque i giocatori, per essere precisi, hanno solo perso il tempo di andare in banca tutti i giorni per conoscere l’esito dell’assegno, che ha avuto per tutti, o quasi, la stessa sorte.

Soldini affronta i giocatori in sala consiliare. I rossoblu gli fanno vedere gli estratti conto bancari dove si evidenziano i ritorni degli assegni. E il Presidente che dice?” Debbo fare un cicchetto alla mia Banca”.
Suvvia Presidente. Ma cosa crede che questa gente possa essere presa per il c…con facilità? Qui c’è tanto cuore marinaro, che alla favole, e gliene hanno raccontate tante, non crede più, proprio per gente come Lei.

Si è permesso il Sig. Soldini di rispondere in malo modo a Francesco Chimenti, vera storia della Samb, che gli mostrava le sue malefatte. Francesco insisteva e Soldini continuava con le sue parole imparate a memoria.

Ora caro Signor Presidente non pensa sia giunto il momento di consegnare in fretta i libri in Tribunale? Qui per Lei, lo avrà capito, spero, non c’è più aria. E se Lei reclama per essere stato ingannato da chi gli ha venduto la Samb agisca contro di loro, liberando la Samb.

Perché, Presidente, di tempo non c’è né più tanto e la città vuole ricominciare a parlare di calcio e non di carte bollate, di protesti, di querele e altro.

Un saluto Presidente che vuole essere un addio.