H2 oro: l'acqua un diritto dell'umanità
Porto Sant'Elpidio | Appuntamento a Villa Baruchello che si inserisce nel filone del teatro documento, per sostenere il diritto allacqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti
In questa parte del Mondo siamo tutti piuttosto familiari con i benefici che l’acqua può avere per la nostra salute ed il nostro benessere. Più raramente abbiamo la coscienza di quanto, in altre parti del Mondo, l’acqua, o meglio la mancanza di acqua potabile, sia spesso fonte di malattie e di morte.
Oggi circa 1 miliardo di persone non hanno accesso all’ acqua potabile e 2,4 miliardi di persone non dispongono neanche di una semplice latrina.
L’uso di acqua contaminata è causa diretta della morte di 6.000 persone ogni giorno, per lo più bambini sotto i 5 anni, stroncati da diarree e dissenterie, giorno dopo giorno: 4 bambini al minuto (UNDP 2003).
Ma l’acqua, in quando elemento indispensabile alla vita, non dovrebbe essere diritto universale di ogni persona? Il cuore della nostra civiltà europea è basata sulla coscienza del diritto dei singoli e sull’universalità di questi diritti. Una serie di diritti fondamentali di ogni persona che viene garantito non solo dalla capacità del singolo individuo di appropriarsene, ma dalla forza del gruppo che garantisce ad ogni singolo membro la fruizione di questi diritti: il diritto alla vita, il diritto all’alimentazione, all’istruzione, le libertà fondamentali, ecc.
Un modello di cui ci facciamo giustamente promotori nel Mondo. Occorre chiedersi quindi se l’accesso ad una quantità adeguata di acqua potabile sia un diritto universale di ogni persona, un elemento indispensabile del diritto alla vita, oppure se si tratta di un diritto relativo, commisurato alle disponibilità economiche del singolo popolo o del singolo individuo o nucleo familiare. Una persona ha certi diritti solo se può permetterseli. Noi siamo abituati a correlare questo tipo di problemi con la siccità, l’assenza di acqua, la desertificazione di alcune aree del pianeta e ci appare strano abbinare la mortalità infantile per diarrea con paesi che invece hanno un’abbondante disponibilità di acqua, come il Bangladesh, il Congo, la stessa Etiopia.
Il problema non è la mancanza assoluta di acqua ma la carenza di acqua pulita, la mancanza di semplici infrastrutture che permettano di farne un uso funzionale sia per l’utilizzo diretto come acqua potabile che per la produzione agricola.
Lo spettacolo teatrale “H2 oro: l'acqua un diritto dell'umanità” che sarà presentato il 19 marzo alle ore 17.30, a Villa Baruchello – Limonaia, si inserisce nel filone del teatro documento, per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti. L’acqua non deve diventare “l’oro blu” del XXI secolo, dopo che il petrolio è stato “l’oro nero” del secolo XX. L’acqua deve invece essere considerata come bene comune, patrimonio dell’umanità.
L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano e sociale imprescrittibile, che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. Perché questo avvenga bisogna sottrarre l’acqua alla logica del mercato e ricollocarla nell’area dei beni comuni, alla cui tavola devono potersi sedere tutti con pari diritti, comprese le generazioni future. Uno spettacolo per affermare che un altro Mondo è possibile, non all’insegna del denaro, ma della dignità umana
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16/03/2006
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