Amici di Maria: breve riflessione sulla tv contemporanea
San Benedetto del Tronto | La parabola dei protagonisti: Squali oggi, pesci rossi domani
di Francesca Bruni
Quando si parla di postmodernismo nel cinema si parla anche di iper-realismo vouyeristico: lo spettatore può spiare all’infinito senza essere visto, e la macchina da presa è talmente vicina al particolare da riprendere che non riesce a metterlo a fuoco.
Questo, con le dovute precauzioni del caso, può essere applicato in parte a quella parte di televisione che, come in Poltergeist, ci risucchia nello schermo: il famigerato, opulento e chiacchierato reality show.
Si deve ammettere che non sia affatto vero che il pubblico ne sia stanco, anzi, ne è talmente affamato secondo i marketers di mediaset, così da permettere la sovrapposizione di trasmissioni tra loro simili.
Nonostante le varie presentatrici si affannino a mostrare tette e culi per fare audience, c’è qualcuno che è al di sopra di tutto questo: Maria. L’associazione immediata, nella mente dell’utenza media, non è più con colei che di “cognome” fa Vergine (Chi, Gente e Donna Moderna vendono molto di più di: Nuovo Testamento) ma con la famigerata De Filippi, nonché moglie di Costanzo (anch’egli molto più popolare di Giuseppe)*.
Forse a qualcuno è sfuggito, ma Amici sta superando qualsiasi aspettativa.
Nelle edizioni passate al massimo Serafino, Giovannino e Gioconda si prendevano le critiche del pubblico, ci scappava la solita polemicuccia innocua e via.
Di anno in anno per prima cosa Serafino, Giovannino e Gioconda sono diventati sempre più smaliziati, animali da palco arroganti e pieni di sé. Vabbè, il primo canuto asserirebbe che si tratta dei giovani d’oggi. Ma c’è di più.
Nelle prime fasi delle trasmissione gli Amici di Maria si sono contenuti, ma poi arrivati alla fase del serale, l’ego di ciascuno è venuto fuori. O almeno questa è di primo acchito quello che ho pensato.
Non molto tempo fa i nostri eroi si sono lanciati in una discussione che ha mostrato un livello di violenza verbale fuori dal comune.
Pare, e dico pare, che qualcuno abbia origliato qualcun altro che aveva intenzioni di complotto e da qui sarebbe nato il parapiglia.
Nella striscia pomeridiana si percepivano solo urla, come quando nei film horror il branco di pipistrelli scappa dalla caverna verso una meta ignota. Si sono spinti e urlati in faccia. E la produzione che fa? Invece di punire la violenza li manda tutti in beauty farm a rilassarsi. Olè! La cosa all’inizio mi ha scandalizzato, ma poi me ne sono fatta una ragione: quei ragazzi sono delle povere vittime inglobate in una matrice televisiva che li rende famosi per una stagione e poi li rende solo personaggi da presenza a Buona Domenica. Con i dovuti distinguo, s’intende.
Non so se avete mai visto le puntate domenicali: questi ragazzi vivono ormai a la mercè del pubblico che li insulta e li umilia colpendoli sotto la cintola: analizzano passo passo la love story tra Serafino e Gioconda e dicono a Giovannino che si è messo in mezzo. In più Giovannino ci prova con Pasqualina ma viene rifiutato davanti a mezza Italia. Poi ammorba Pasqualina e il resto della compagnia perché non si sente più considerato. Non calcolando il fatto che durante tutte le puntate del cosiddetto serale, la famosa soubrettona insulta, si scalda, si fa salire la pressione a colpi di improperi lanciati verso il pubblico. Quest’ultimo, pagato molto meno della soubrettona, soccombe sotto una serie di scornacchiate alla quale non riesce a rispondere (forse per paura di subire attacchi fisici più che verbali). Lo stesso personaggio poi, senza che qualcuno asserisse qualcosa né tantomeno che da casa si sospettasse di nulla, rivela a milioni di spettatori che Gioconda è anoressica e che Gino è gay.
Questo, in soldoni, è il sunto della trasmissione. Non so se fosse in crisi di ascolti, sta di fatto che l’impressione è che i ragazzi siano dei tori nell’area.
Quindi niente analisi psicanalitiche, né insulti gratuiti alla tv mondezza e ai giovani d’oggi, ma un invito a guardare questo format con sguardo critico, osservando quelli che sempre di più sembrano dei pesci in un acquario.
Questi pesci, qualcuno squalo, qualcuno pesce palla, non hanno idea di che cosa sia il mare.
Durante un consueto battibecco tra pubblico e concorrente, Gino ha detto tronfio ad un ragazzo del pubblico: io ho 19 anni e sono qui, e tu?
Beh Britney Spears a 19 anni aveva due album alle spalle, che avrebbe dovuto dire allora?
*Nota preventiva: si tratta di ironia, può piacere o meno, ma non la si bolli come blasfema e priva di rispetto.
Questo, con le dovute precauzioni del caso, può essere applicato in parte a quella parte di televisione che, come in Poltergeist, ci risucchia nello schermo: il famigerato, opulento e chiacchierato reality show.
Si deve ammettere che non sia affatto vero che il pubblico ne sia stanco, anzi, ne è talmente affamato secondo i marketers di mediaset, così da permettere la sovrapposizione di trasmissioni tra loro simili.
Nonostante le varie presentatrici si affannino a mostrare tette e culi per fare audience, c’è qualcuno che è al di sopra di tutto questo: Maria. L’associazione immediata, nella mente dell’utenza media, non è più con colei che di “cognome” fa Vergine (Chi, Gente e Donna Moderna vendono molto di più di: Nuovo Testamento) ma con la famigerata De Filippi, nonché moglie di Costanzo (anch’egli molto più popolare di Giuseppe)*.
Forse a qualcuno è sfuggito, ma Amici sta superando qualsiasi aspettativa.
Nelle edizioni passate al massimo Serafino, Giovannino e Gioconda si prendevano le critiche del pubblico, ci scappava la solita polemicuccia innocua e via.
Di anno in anno per prima cosa Serafino, Giovannino e Gioconda sono diventati sempre più smaliziati, animali da palco arroganti e pieni di sé. Vabbè, il primo canuto asserirebbe che si tratta dei giovani d’oggi. Ma c’è di più.
Nelle prime fasi delle trasmissione gli Amici di Maria si sono contenuti, ma poi arrivati alla fase del serale, l’ego di ciascuno è venuto fuori. O almeno questa è di primo acchito quello che ho pensato.
Non molto tempo fa i nostri eroi si sono lanciati in una discussione che ha mostrato un livello di violenza verbale fuori dal comune.
Pare, e dico pare, che qualcuno abbia origliato qualcun altro che aveva intenzioni di complotto e da qui sarebbe nato il parapiglia.
Nella striscia pomeridiana si percepivano solo urla, come quando nei film horror il branco di pipistrelli scappa dalla caverna verso una meta ignota. Si sono spinti e urlati in faccia. E la produzione che fa? Invece di punire la violenza li manda tutti in beauty farm a rilassarsi. Olè! La cosa all’inizio mi ha scandalizzato, ma poi me ne sono fatta una ragione: quei ragazzi sono delle povere vittime inglobate in una matrice televisiva che li rende famosi per una stagione e poi li rende solo personaggi da presenza a Buona Domenica. Con i dovuti distinguo, s’intende.
Non so se avete mai visto le puntate domenicali: questi ragazzi vivono ormai a la mercè del pubblico che li insulta e li umilia colpendoli sotto la cintola: analizzano passo passo la love story tra Serafino e Gioconda e dicono a Giovannino che si è messo in mezzo. In più Giovannino ci prova con Pasqualina ma viene rifiutato davanti a mezza Italia. Poi ammorba Pasqualina e il resto della compagnia perché non si sente più considerato. Non calcolando il fatto che durante tutte le puntate del cosiddetto serale, la famosa soubrettona insulta, si scalda, si fa salire la pressione a colpi di improperi lanciati verso il pubblico. Quest’ultimo, pagato molto meno della soubrettona, soccombe sotto una serie di scornacchiate alla quale non riesce a rispondere (forse per paura di subire attacchi fisici più che verbali). Lo stesso personaggio poi, senza che qualcuno asserisse qualcosa né tantomeno che da casa si sospettasse di nulla, rivela a milioni di spettatori che Gioconda è anoressica e che Gino è gay.
Questo, in soldoni, è il sunto della trasmissione. Non so se fosse in crisi di ascolti, sta di fatto che l’impressione è che i ragazzi siano dei tori nell’area.
Quindi niente analisi psicanalitiche, né insulti gratuiti alla tv mondezza e ai giovani d’oggi, ma un invito a guardare questo format con sguardo critico, osservando quelli che sempre di più sembrano dei pesci in un acquario.
Questi pesci, qualcuno squalo, qualcuno pesce palla, non hanno idea di che cosa sia il mare.
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15/03/2006
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