Ancora sul "caso" Mieli
| STRASBURGO - Dopo l'editoriale "Mieli Vs Montanelli", il punto di vista di un nostro lettore.
di Dott. Francesco Millich*
Laura Ripani cerca di dare l'impressione di una certa obiettività nella sua disamina della posizione di Paolo Mieli. Ma non riesce a celare completamente il messaggio subliminale che vuole veicolare.
Primo: Mieli parla per conto proprio. Quindi il corriere resta "filo governativo".
Chiedo scusa, ma o ho capito male, oppure questa mi sembra davvero grossa. Che il re fosse nudo se ne erano resi conto tutti. Mieli lo ha ammesso quando ormai la nudità del Corsera era diventata una barzelletta. Che merito si ha nell'ammettere tardivamente un'evidente truffa ideologica, un'ipocrisia messe in atto ai danni dei propri lettori? Secondo: il "turatevi il naso" montanelliano fu pronunciato o scritto, se non sbaglio, in tempi di guerra fredda, di testate atomiche puntate sulle nostre teste, di SS 20 e di Pershing, di "meglio rosso che morto", di dimostrazioni oceaniche pagate da Mosca per il pacifismo e il disarmo unilaterale dell'Occidente.
La DC puzzava, ma col suo atlantismo era ancora l'unico baluardo possibile contro le minacce sovietiche. Oggi per nostra fortuna la posta in gioco é totalmente diversa. Che non si possa leggere in Italia un solo quotidiano intellettualmente onesto e politicamente obiettivo, é triste, molto triste. Ormai, per ogni titolo del Corsera occorrerà cercare di indovinare chi c'é dietro, quale potere oconomico, lobby, corrente politica guida la penna dell'editorialista come del cronista mondano.
Da prendere con le pinzette, insomma, e, se si vuole, tappandosi il naso. Un'ultima osservazione: le grida di dolore che da tante parti d'Italia si sono levate per cinque anni per denunciare l'imminente caduta della democrazia in Italia e l'insorgere di un regime fascistoide, sono state tanto sonore da scavalcare le Alpi e dilagare per tutta l'Europa.
Intellettuali (con in testa l'immancabile Umberto Eco), politici, sindacalisti hanno invaso i media europei per sollecitare l'invio di una crocata liberatrice. E' stato uno spettacolo patetico che ha gettato il discredito su tutto il popolo italiano (che pure si era espresso democraticamente), e che mi ha causato non poco imbarazzo presso i miei colleghi stranieri. A Lei risulta per caso che l'Italia sia stata governata da un "regime"? Che la stampa fosse imbavagliata? Che le libere elezioni, il diritto di sciopero o quello di inscenare dimostrazioni fossero stati soppressi? A me no. Quindi le grida di disperazione erano false, strumentali. Quindi la sinistra nel suo insieme é intellettualmente disonesta e demagogica. Quindi poco credibile.
Ora, con la confessione di Mieli, l'allineamento della Stampa, di Repubblica, del Sole 24 Ore, della Confindustria, con la stragrande maggioranza delle Regioni, e dei Comuni in mano alla sinistra, con i
sindacati e la Magistratura policizzati a sinistra, con le cooperative rosse, e infine, qualora vincesse l'Unione, con un Présidente della Repubblica, un Governo e un Parlamento di sinistra, una televisione pubblica e forse anche privata (liquidando Mediaset e mettendo finalmente Berlusconi in prigione) in mano alla sinistra, non Le pare che un'Italia monocolore, governata, amministrata, gestita, controllata, commentata, informata e divertita dalla sinistra sarebbe di fatto una specie di dittatura? Dove sono oggi gli intellettuali, tanto sensibili alle minacce vere o pretese tali, contro la democrazia? Il loro silenzio é francamente assordante. Cosa ne pensa la signora Ripani?
da Strasburgo*
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14/03/2006
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