A leggere l’articolo di Piergianni Orsini “Politica e Shoa” le cose sembrano davvero semplici, troppo semplici. C’è una destra che “da molto tempo ha regolato i suoi conti con la storia” [cito Orsini] e una sinistra che dovrebbe fare altrettanto. Il tema è quello della Shoah o meglio, dello stato di Israele, perché nel citato articolo si passa con disinvoltura dall’una all’altro. Orsini dovrebbe distinguere le due cose, anziché sovrapporle al fine di portare avanti un discorso non troppo chiaro e veritiero.

 

L’Olocausto è stato un crimine assoluto pianificato e perpetrato con incredibile scientificità dal nazi-fascismo. Punto. Questo è un fatto. Ha senso regolare i conti con il passato presentandosi in sinagoga con la kippà in testa e al tempo stesso coalizzarsi alle prossime elezioni con Pino Rauti e le “frattaglie” [termine di Orsini], queste sì, del peggior fascismo razzista e nostalgico dei tempi che furono?

 

Quella dello stato di Israele è un’altra questione. La sinistra non ha mai disconosciuto l’esistenza dello stato di Israele ma ha anche rivendicato e sostenuto il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese, umiliato e ghettizzato dalla politica espansionista dei governi della destra israeliana, da Nethaniau a Sharon.

 

Una politica che ha contribuito in maniera determinante all’esasperazione della violenza, non solo degli israeliani nei confronti dei palestinesi ma anche dei palestinesi nei confronti degli israeliani. Non basta erigere un muro per risolvere il problema. Con i dovuti distinguo, senza stravolgere la realtà dei fatti, siamo sempre disposti a confrontarci con serenità.

*Segretario Prc Ascoli Piceno