Giornata del ricordo e della memoria
Ascoli Piceno | Lettera aperta al consigliere Guido Castelli del presidente della provincia Massimo Rossi e dellassessore Olimpia Gobbi.
di Massimo Rossi e Olimpia Gobbi
Quale negazionismo o giustificazionismo dell’orrore delle foibe?
Solo il consigliere Castelli, certamente per bisogno di visibilità alle porte di una campagna elettorale che si annuncia difficile, ricorre ancora a vecchie strumentalizzazioni che, in modo viscerale, chiudono gli occhi sul lavoro straordinario che il territorio provinciale sta compiendo per riappropriarsi in maniera consapevole e matura della propria storia e della propria memoria.
Dividere sul Giorno del Ricordo e sulla Giornata della Memoria, trasformando questi momenti alti di riflessione culturale in attacco politico personale e pretestuoso, è il segno evidente dell’incapacità di AN di essere dentro un percorso nuovo e positivo e dello scollamento visionario dei suoi dirigenti locali rispetto alla sensibilità comune e diffusa dei cittadini.
La strumentalità della sortita di AN è certificata peraltro dal fatto che programmi pressoché identici, con i medesimi relatori, attuati in altre Province (vedi Macerata) non hanno incontrato tanta disgustosa e sproporzionata reazione.
La violenza è il male del Novecento dal quale vogliamo liberarci, perché il futuro raccolga dalle esperienze di quel secolo soltanto i valori positivi, i diritti, le libertà, la democrazia.
Non esistono graduatorie fra violenze, fra Shoah e foibe; e non ci sono appartenenze di gruppo o individuali che possano annebbiare l’onestà della ragione, il dovere di capire perché siano state possibili le mostruosità accadute nell’Europa stravolta dalla Seconda Guerra Mondiale, mostruosità che purtroppo continuano ad accadere nonostante la lezione della storia.
Il calendario delle iniziative organizzate dalla Provincia di Ascoli Piceno per la ricorrenza del Giorno del Ricordo è coerente con la domanda di conoscenza che viene dal territorio.
Certo, noi non abbiamo risposto a tale domanda, come forse avrebbe voluto il consigliere Castelli, con slogan o parate rituali, ma con un percorso rigoroso e scientifico.
In coerenza con i temi previsti dalla legge istitutiva, infatti, l’anno scorso si è analizzata la questione degli esuli fiumani, dalmati e giuliani e, in ricorrenza del cinquantesimo della liberazione di Trieste, il ritorno della città all’Italia.
Quest’anno si è approfondito il problema del confine orientale, espressamente richiamato dall’articolo 1 della legge che, secondo il consigliere Castelli, avremmo ignorato.
E’ già avviato il lavoro organizzativo per dedicare gli appuntamenti del prossimo anno alla questione delle deportazioni e degli internamenti nei campi di concentramento di Tito.
Sì, di Tito, caro consigliere Castelli! Perché per noi la storia non ha tabù, né la riflessione su di essa parte da pregiudizi. Noi siamo abituati ad essere nelle cose e la nostra politica è segnata dall’onestà, anche intellettuale, di capire per non sbagliare e per costruire un mondo migliore.
Il vuoto lo lasciamo a chi non ha altri mezzi per farsi riconoscere.
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09/02/2006
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Betto Liberati