Meno quantita, piu qualita
| ANCONA - A ventanni dal metanolo il vino marchigiano ha celebrato la sua crescita Con Coldiretti Marche, symbola e citta del vino
Quasi settecentomila ettolitri e dodicimila ettari in meno; cinque Doc, due Docg e tanta qualità in più. Sono i numeri del vino marchigiano a vent’anni dal metanolo, secondo quanto emerso oggi dalla tavola rotonda svoltasi al teatro comunale di Montecarotto e organizzata da Coldiretti Marche, Città del Vino e Symbola – Fondazione per le qualità italiane, in collaborazione con l’amministrazione comunale.
Un appuntamento voluto allo scopo di porre l’attenzione sul percorso di qualità e trasparenza avviato dal settore vitivinicolo all’indomani del caso metanolo, che costò la vita a diciannove persone. “E’ spiacevole che sia necessario uno scandalo alimentare perché vengano introdotte regole certe che diano garanzia di trasparenza, qualità, origine delle produzioni – ha spiegato Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, presente assieme al direttore Alberto Bertinelli -. Lo abbiamo visto col metanolo, con la Bse, ora con l’aviaria. Da qui l’importanza di garantire l’obbligatorietà dell’origine dei prodotti, magari anche attraverso esperienze regionali come Qualimarche che privilegino però la vera marchigianità degli alimenti. Puntare sul territorio e la qualità è la soluzione vincente e il grande percorso di crescita intrapreso dal nostro vino è lì a dimostrarlo”.
Il convegno si è aperto con i saluti del sindaco, Mirella Mazzarini, la quale ha sottolineato l’importanza delle produzioni tipiche per lo sviluppo del territorio. Poi il coordinatore regionale delle Città del Vino, Giovanni Barberini, ha illustrato il percorso della propria associazione, augurandosi la collaborazione delle amministrazioni locali. L’architetto Sandro Polci, socio fondatore di Symbola, ha introdotto il tema del marketing del territorio e ha portato l’esperienza di alcune iniziative significative come “Disegno di…vino”, il concorso dedicato alle migliori etichette dei vini in bottiglia.
L’enologo Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela, ha fatto una panoramica su un settore che nelle Marche vede oggi produrre circa 1.200.000 ettolitri e che ha vinto la sua scommessa puntando sui vitigni autoctoni e sulla tracciabilità dal campo al bicchiere, come ha reso possibile un progetto targato proprio Imt. Il presidente dell’Associazione Italiana Sommelier, Otello Renzi, ha ripercorso le vicende dello scandalo metanolo, mentre Natalino Crognaletti, produttore di verdicchio della “Fattoria San Lorenzo” ha rimarcato l’importanza di puntare sulla tracciabilità. Il punto di vista della ristorazione è stato portato da Nicola Silveri, titolare del ristorante "La Rusticanella", che ha ripercorso il proprio lavoro di promozione dei prodotti del territorio. Mariella Ceccarelli, dell’associazone dei consumatori Cittadinanza Attiva, ha infine sottolineato l’importanza della partecipazione dei consumatori alle scelte e della qualità certificata dei prodotti. La tavola rotonda si è conclusa con un aperitivo a base di vini doc delle Marche.
Un appuntamento voluto allo scopo di porre l’attenzione sul percorso di qualità e trasparenza avviato dal settore vitivinicolo all’indomani del caso metanolo, che costò la vita a diciannove persone. “E’ spiacevole che sia necessario uno scandalo alimentare perché vengano introdotte regole certe che diano garanzia di trasparenza, qualità, origine delle produzioni – ha spiegato Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, presente assieme al direttore Alberto Bertinelli -. Lo abbiamo visto col metanolo, con la Bse, ora con l’aviaria. Da qui l’importanza di garantire l’obbligatorietà dell’origine dei prodotti, magari anche attraverso esperienze regionali come Qualimarche che privilegino però la vera marchigianità degli alimenti. Puntare sul territorio e la qualità è la soluzione vincente e il grande percorso di crescita intrapreso dal nostro vino è lì a dimostrarlo”.
Il convegno si è aperto con i saluti del sindaco, Mirella Mazzarini, la quale ha sottolineato l’importanza delle produzioni tipiche per lo sviluppo del territorio. Poi il coordinatore regionale delle Città del Vino, Giovanni Barberini, ha illustrato il percorso della propria associazione, augurandosi la collaborazione delle amministrazioni locali. L’architetto Sandro Polci, socio fondatore di Symbola, ha introdotto il tema del marketing del territorio e ha portato l’esperienza di alcune iniziative significative come “Disegno di…vino”, il concorso dedicato alle migliori etichette dei vini in bottiglia.
L’enologo Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela, ha fatto una panoramica su un settore che nelle Marche vede oggi produrre circa 1.200.000 ettolitri e che ha vinto la sua scommessa puntando sui vitigni autoctoni e sulla tracciabilità dal campo al bicchiere, come ha reso possibile un progetto targato proprio Imt. Il presidente dell’Associazione Italiana Sommelier, Otello Renzi, ha ripercorso le vicende dello scandalo metanolo, mentre Natalino Crognaletti, produttore di verdicchio della “Fattoria San Lorenzo” ha rimarcato l’importanza di puntare sulla tracciabilità. Il punto di vista della ristorazione è stato portato da Nicola Silveri, titolare del ristorante "La Rusticanella", che ha ripercorso il proprio lavoro di promozione dei prodotti del territorio. Mariella Ceccarelli, dell’associazone dei consumatori Cittadinanza Attiva, ha infine sottolineato l’importanza della partecipazione dei consumatori alle scelte e della qualità certificata dei prodotti. La tavola rotonda si è conclusa con un aperitivo a base di vini doc delle Marche.
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27/02/2006
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