Disinquinamento del basso bacino del fiume Chienti
Sant'Elpidio a Mare | Ieri sera si è discusso dell'argomento nel corso di un incontro appositamente convocato. Il commento dell'assessore all'ambiente di Porto Sant'Elpidio, Giampiero Tosoni
Si è tenuto ieri sera un incontro sulla tematica del disinquinamento del basso bacino del fiume Chienti.
Oltre agli amministratori comunali di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare, erano presenti l’ARPAM di Ascoli Piceno e Macerata, l’Assindustria di Ascoli Piceno, l’Unione Industriali del Fermano ed alcuni imprenditori.
La vicenda è nota: il basso bacino del fiume Chienti è stato dichiarato sito inquinato di interesse nazionale, ovvero lo Stato e nella fattispecie il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio, si “sostituisce” al soggetto obbligato che ha causato l’inquinamento e non ha provveduto a bonificare.
L’Assessore all’Ambiente del Comune di P.S.Elpidio Giampiero Tosoni, che ha partecipato all’incontro, commenta : “Nell’area da bonificare del basso bacino del Chienti, individuata dallo Stato (che coinvolge i Comuni di P.S.Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Civitanova, Morrovalle e Montecosaro), rientrano circa 150 ditte ed aziende. Nell’incontro si è discusso del verbale deliberativo della Conferenza dei Servizi del Ministero dell’Ambiente, che si è tenuta il 28/12/2005. In particolare ci si è soffermati su tre punti decisivi della questione che sintetizzo brevemente:
1. alcuni dei soggetti individuati nella zonizzazione dell’area, potrebbero essere esonerati dagli obblighi della bonifica (terra e falde) previsti dal Ministero attraverso una certificazione da produrre con il concorso dei Comuni e dell’ARPAM, i quali si sono dichiarati disponibili ad accelerare le procedure ed a chiedere la collaborazione, in tal senso, delle imprese;
2. per quei soggetti invece che restano obbligati alla bonifica è stata proposta come opzione da parte del Ministero l’effettuazione della caratterizzazione delle aree anche in forma consortile, al fine, da un lato di un abbattimento dei costi e, dall’altro, di un efficace coordinamento delle indagini da seguire ( la “caratterizzazione” consiste nello stabilire se ed in quale misura esistono sostanze inquinanti all’interno dell’area individuata dal Ministero );
3. una volta fatta la caratterizzazione, nel caso in cui venisse riscontrata la presenza di inquinamento nel terreno o nelle falde, come si evince dalla lettura del verbale della Conferenza dei Servizi, il Ministero richiede ai soggetti obbligati alla bonifica la “disponibilità a concorrere all’attuazione e gestione delle attività di messa in sicurezza d’emergenza e successiva bonifica della falda in forma unitaria e consortile, ovvero di presentare un proprio progetto per l’intera area di competenza”. A riguardo di quest’ultimo punto è evidente che sorgono problematiche di difficilissima soluzione, anzi direi quasi insormontabili, sia dal punto di vista tecnico che economico, in quanto la falda non è una pertinenza dell’area del singolo soggetto obbligato bensì transita, per sua natura, nel sottosuolo. Credo che sia opportuno, pertanto, ritornare sopra questa decisione della “bonifica della falda”, chiedendo al Ministero una diversa soluzione più equa e realistica. Siamo vicini agli imprenditori – ha concluso l’Assessore - ed è nostra intenzione risolvere celermente ed in modo soddisfacente i problemi dell’inquinamento del basso bacino del fiume Chienti".
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23/02/2006
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Betto Liberati