Al via i Forum di Caracas
| Da Caracas Tancredi Tarantino - per Selvas.org.
Si aprirà questo pomeriggio (questa sera in Italia) a Caracas, in Venezuela, il sesto Social Forum Mondiale, il primo in edizione “policentrica”, realizzato quasi in contemporanea in tre diversi continenti.
Bamako in Mali, Karachi in Pakistan e Caracas sono le sedi di un appuntamento ormai tradizionale per i movimenti sociali di tutto il mondo. Un’occasione per incontrarsi, scambiare opinioni, condividere esperienze e proposte per il raggiungimento di un unico grande obiettivo: la costruzione di “un altro mondo possibile”, di un modello alternativo di integrazione sociale e culturale, prima ancora che economica.
Dopo le quattro edizioni brasiliane di Porto Alegre e la parentesi indiana del 2004, il Social Forum si decentralizza nel tentativo di unire simbolicamente Africa, Asia e America, i tre continenti nei quali più da vicino si possono vedere le conseguenze di un sistema che costringe 3 miliardi di persone a vivere sotto la soglia della povertà ed un miliardo e mezzo a non avere accesso all’acqua potabile.
Attraverso questa nuova formula, gli organizzatori cercheranno di coinvolgere Asia ed Africa all’interno di un cambiamento che sta caratterizzando la vita politica latinoamericana. Un continente che vira a sinistra, in direzione antiamericana, approfittando anche della poca attenzione prestata dall’amministrazione Bush, la cui politica estera degli ultimi anni si è concentrata, in modo quasi esclusivo, sul controllo della regione mediorientale.
In quest’ottica, la scelta di Caracas sembra ovvia anche per ospitare contemporáneamente il secondo Forum Sociale delle Americhe. Il Venezuela, con il suo presidente Hugo Chavez ed una politica explícitamente antimperialista, sta diventando il punto di riferimento di tutti i movimenti sociali impegnati a denunciare le politiche economiche e militari attuate nel continente dagli Stati Uniti con l’aiuto di Istituzioni Finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca mondiale.
Per la prima volta si percepisce uno stretto legame, non più soltando ideologico ma anche organizzativo, logistico, tra il Consiglio Internazionale del Forum e il Governo del Paese ospitante che ha messo a disposizione mezzi di trasporto, locali, materiale informativo fin dall’arrivo all’areoporto internazionale di Caracas, esentanto i partecipanti dal pagamento delle tasse aeroportuali. Misure che esprimono l’interesse del presidente Chavez verso questo evento e non solo perchè rappresenta un’importante vetrina per il Paese o per le entrate economiche che un evento di queste dimensioni comporta.
Contando sull’appoggio di oltre tre mila volontari, Caracas si prepara così ad ospitare circa cento mila persone che parteciperanno alla realizzazione degli oltre due mila eventi previsti, tra conferenze, seminari, dibattiti, concerti, spettacoli teatrali.
Già da una settimana, hanno iniziato ad arrivare i primi partecipanti che hanno deciso di essere presenti e, nonstante la gravità dei temi trattati, poco per volta un atmosfera festosa, di speranza, inicia a percorrere le vie caotiche della capitale sudamericana.
Il programma avrà inizio oggi alle 15.00 locali, con una grande manifestazione per le vie della capitale contro la guerra e l’imperialismo, mentre soltando domani mattina prenderanno il via le diverse attività previste.
Militarizzazione, politiche economiche, debito estero, riforma agraria, popoli indigeni e partecipazione cittadina, saranno i temi più trattati all’interno dei 6 obiettivi tematici che racchiudono l’intero programma. Una posizione trasversale è attribuita invece al problema di genere che sarà trattato all’interno di tutti i differenti temi.
Oltre alla presenza del Presidente Chavez, è stata ufficializzata la partecipazione del presidente del Brasile Lula da Silva e di intellettuali come Eduardo Galeano, Samir Amin e Francois Hourtad.
Il Forum terminerà il 29 con una Assemblea plenaria, nella quale si tireranno le somme di questa settimana di incontri per la realizzazione di nuovi obiettivi, con un tradizionale grande evento culturale di chiusura.
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25/01/2006
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