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Tutti d’accordo sulla domenica … ma!

Ascoli Piceno | Capecci:"I valori religiosi al primo posto. Shopping si, ma non di domenica"

di Giuseppe Capecci

Nei giorni scorsi, dalle pagine dei giornali, abbiamo assistito al dibattito sulla nuova regolamentazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali nei giorni di festa nella città di Ascoli Piceno.

Tra le tante cose lette mi hanno colpito queste affermazioni: “Oggi l’offerta fa la domanda, non viceversa” … “Le dichiarazioni del Vescovo le condivido pienamente a patto che la domenica non si celebrino i matrimoni…” dice il presidente della Confesercenti per la città di Ascoli dott. Paride Vagnoni dalle colonne dei giornali.
Queste affermazioni mi hanno fatto decidere, dopo averci riflettuto, ad esprimere alcune considerazioni e domande.

Per il presidente di Confesercenti, nel commercio, “l’offerta” fa anche la persona?, visti i cambiamenti, dell’offerta che crea la domanda e non viceversa come ci hanno insegnato?

Si dice poi di essere d’accordo in linea di principio con il Vescovo e si paragona la celebrazione del matrimonio e quanto ne consegue, con lo shopping: forse non è proprio d’accordo con il Vescovo.
Come tutti sanno, - o dovrebbero sapere -, la Chiesa invita a vivere la festa del matrimonio con parsimonia, senza eccessi di sfarzo, di ostentazioni, di spreco, ma come un momento di festa, anche attorno ad una tavola, fraternamente, che dia il senso dell’affetto per gli sposi, per la nuova famiglia che nasce, del rispetto del sacramento celebrato: questa non è una novità, ma viene ripetuto da sempre.

Mi viene da pensare: se si paragona la celebrazione di un Sacramento come quello del matrimonio e relativa festa, come il tempo speso per lo shopping, non credo si condivida molto dei principi cristiani e sociali della nostra comunità picena.

Forse, il problema vero è che l’economia, il “guadagno”, oggi è al primo posto nella scala dei valori che da sempre hanno guidato il vivere quotidiano dell’umanità, delle società chiamate civili?

Che davanti alla “divinità dell’interesse” si può sacrificare, famiglia, persona e altro, perché ciò che realmente conta non è la domanda della persona di poter essere tale, con tutto ciò che necessita realmente alla sua realizzazione, ma che è più importante che la persona segua l’offerta delle mode, shopping e altro, per significare più che essere, in questa nostra società?

Quindi se questi sono i nuovi valori di riferimento, ha sicuramente ragione il presidente di confesercenti.
Pertanto se è “l’offerta che fa la domanda”, questo significa che ciò che la società offre fa la persona.
Se cosi è, c’è molto da riflettere sulle motivazioni per cui tante famiglie si dividono (spesso dopo poco tempo che si sono formate), di tanti giovani, che quando non si sballano totalmente con alcool e droghe varie, restano attaccati alle mura della casa dei propri genitori con grandi difficoltà di trovare un lavoro e (forse paura) di formare una famiglia.

Questi disastri creano costi umani e sociali fortissimi.

Però a voi papà, mamme, nonni, persone che ancora credete nei valori come la famiglia, la persona, la vita e che siano da porre al centro, al primo posto della vita personale e sociale, rivolgo un appello: - Visto che chi riveste incarichi di gestione di certi servizi, non riesce nella decisione di fare scelte forti in questo senso, iniziamo noi ad inviare un segnale importante, riprendendoci i nostri spazi di relazionalità, di vita. Nell’ormai prossimo Natale, andiamo a fare la spesa, compriamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, per noi, per la nostra famiglia, per i regali ad amici e parenti, (magari pensando anche a chi non è in condizione di avere molto in questi tempi veramente difficili), ma cerchiamo in tutti i modi di non farlo la domenica o nei giorni di festa.

Naturale che questo appello non vuole assolutamente colpire l’azione del commercio, sicuramente importante per lo sviluppo economico della nostra comunità , che ha un bisogno “disperato” di lavoro e di una sana economia. Non mi riferisco quindi ad un arresto della attività commerciale, ma chiaramente mi riferisco ad una migliore distribuzione del nostro tempo dello shopping, che non ci tolga la festa.

In queste giornate di festa, soprattutto in questi mesi freddi, ricrearsi degli interessi con le proprie famiglie, amici, parenti, che ridiano il gusto, la bellezza, il piacere di momenti di serenità in casa, o in ambienti che diano una intimità, dove ogni persona sia al centro della attenzione di familiari ed amici, non potrà che darci giovamento alla migliore qualità della nostra vita quotidiana, già minata da tanti stress.

E’ sicuramente più gratificante spendere pomeriggi o mattinate dei giorni di festa nel leggere un buon libro o andare a feste con amici e famiglia, come dicevo sopra, che spingere carrelli in un supermercato per lo shopping, sia pure con la famiglia.

In questi giorni è anche importante poi ritrovare quella relazionalità nelle piazze delle nostre cittadine, dove avere momenti di festa è sicuramente più gratificante, senza essere aggrediti da luminarie, addobbi, musica invadente, che ci vogliono condurre solo ad acquisti ad ogni costo, togliendoci di fatto il piacere di incontri che stimolino la conversazione amichevole gioiosa tra le persone.

Colgo l’occasione per rivolgere un buon Natale e serene feste a tutti, soprattutto con una attenzione e una preghiera particolare per chi non ha un lavoro, perché lo ha perso oppure perché non lo ha mai avuto.

04/12/2005





        
  



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